La Cina e il declino demografico

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  Maria Pol
  19 gennaio 2025
  3 minuti, 12 secondi

Il nuovo anno porta con sé un dato allarmante per uno dei più grandi colossi economici mondiali, la Cina. Dopo decenni di crescita vertiginosa che l'hanno portato ai vertici dell'economia globale, il Paese sta affrontando una sfida che rischia di compromettere le sue prospettive future: il declino demografico.

Nel 2022, per la prima volta in 60 anni, la popolazione cinese ha registrato una diminuzione di 850mila persone. Questo dato segna un record negativo che potrebbe rappresentare lo specchio di dinamiche sempre più diffuse nelle moderne società industrializzate. Il 2023 ha confermato questo trend preoccupante, con una contrazione ulteriore di 1,39 milioni di unità: la popolazione è scesa a 1,408 miliardi rispetto ai 1,409 miliardi dell’anno precedente, segnando il terzo anno consecutivo di calo.

Le cause di questa situazione sono molteplici e affondano le loro radici in decisioni politiche e cambiamenti sociali di lunga data. Una delle principali ragioni è il fallimento della politica del figlio unico, introdotta nel 1979 per arginare l’esplosione demografica e abbandonata solo nel 2015.

A questa crisi strutturale si aggiungono cambiamenti culturali che stanno trasformando radicalmente la società cinese. Tra il 2013 e il 2022, il numero di matrimoni si è quasi dimezzato, segnando un’erosione dei modelli tradizionali di famiglia. Parallelamente, si registra un aumento della disoccupazione giovanile, che ha raggiunto livelli record. Questo fenomeno alimenta una crescente incertezza economica che scoraggia i giovani dal mettere su famiglia e fare figli. Secondo le stime delle Nazioni Unite, la popolazione cinese potrebbe diminuire di 109 milioni entro il 2050, un calo tre volte più rapido rispetto alle previsioni del 2019.

Nel 2023, il numero di decessi è aumentato del 6,6%, mentre il tasso di nascite è diminuito del 5,7%. Questi numeri evidenziano una dinamica demografica che sembra ormai consolidata e difficilmente reversibile. Nonostante gli sforzi delle autorità cinesi per invertire il trend, il calo demografico è diventato una realtà con cui il governo deve fare i conti.

Negli ultimi anni il governo cinese ha introdotto una serie di misure volte a incentivare le nascite e contrastare il declino demografico. Tra queste, spiccano campagne di propaganda per promuovere la "cultura del matrimonio e della gravidanza" e incentivi economici per le famiglie con figli. Tuttavia, sono stati adottati anche metodi più controversi, come lo sviluppo di applicazioni di incontri destinate ai giovani single, la distribuzione di integratori alimentari per favorire la fertilità e persino l’intervento diretto di funzionari locali, che in alcuni casi hanno contattato le donne per monitorare il loro ciclo mestruale.

Nonostante questi tentativi, i risultati si sono rivelati modesti. Le giovani generazioni cinesi, spesso sopraffatte dall’aumento del costo della vita, dalla pressione lavorativa e da prospettive economiche incerte, non sembrano rispondere positivamente a tali iniziative. La combinazione di fattori economici e culturali rende difficile un rapido cambiamento delle tendenze in atto.

Ciò che accade in Cina non è un fenomeno isolato, ma rappresenta una tendenza che riguarda anche molte società occidentali. Il declino delle nascite, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della disoccupazione giovanile sono temi comuni a molte economie avanzate. In questo contesto, la Cina si presenta come uno specchio delle sfide globali che attendono il futuro dell’umanità. In particolare, la crescente disuguaglianza di genere, unita alla difficoltà di bilanciare lavoro e vita privata, sembra essere un elemento chiave nel calo della natalità. La difficoltà di accesso a servizi di assistenza per l’infanzia e il costo elevato dell’educazione sono ulteriori fattori che scoraggiano la formazione di nuove famiglie, sia in Cina che in molte nazioni occidentali.

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