La Convenzione Lubiana-L'Aja: nuove opportunità per la compensazione per le vittime di crimini di guerra e violazioni

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  Gaia De Salvo
  05 aprile 2024
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Nei “Basic Principles and Guidelines on the Right to a Remedy and Reparation for Victims of Gross Violations of International Human Rights Law and Serious Violations of International Humanitarian Law” l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite afferma che, onorando il diritto delle vittime di beneficiare di rimedi e riparazioni, la comunità internazionale tiene fede alla condizione delle vittime, dei sopravvissuti e delle future generazioni umane e riafferma il diritto internazionale in materia. 

Sebbene ciò sia stato sottolineato nel 2005, nel 2024 molte vittime delle più gravi violazioni del diritto umanitario e dei diritti umani non hanno ricevuto le compensazioni necessarie per ricostruire le proprie vite. Infatti, le ‘reparations’ possono dare la possibilità alle vittime di accedere a cure mediche e ricostruire la propria proprietà ma possono anche prendere forme simboliche come scuse pubbliche, riabilitazione sociale e garanzie di non ripetizione. In Bosnia ed Herzegovina, secondo l'ONG Trial International, nonostante più di 20.000 donne e uomini siano stati stuprati o abusati durante la guerra del 1992-95, solo 1000 vittime hanno ottenuto o sono in procinto di ottenere qualche forma di compensazione. Alcuni sopravvissuti intraprendono azioni legali individuali presso tribunali penali e civili per ottenere risarcimenti, ma molti non hanno fiducia nelle istituzioni giudiziarie del proprio Paese: non solo ritengono che il perseguimento dei crimini di guerra sia lento e inefficace, ma temono anche di non poter ottenere un risarcimento dai responsabili. Infatti, alcuni pubblici ministeri trascurano i loro doveri, mentre gli ordini del tribunale che impongono agli autori dei crimini di pagare un risarcimento alle vittime non vengono sempre eseguiti a causa di insolvenza o dell'occultamento di beni.

Una novità nel panorama della giustizia internazionale è la "Convenzione sulla cooperazione internazionale nelle indagini e nei procedimenti giudiziari relativi a genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e altri crimini internazionali", comunemente nota come Convenzione di Lubiana-L'Aja, firmata da più di trenta Stati nel febbraio 2024. Essa enfatizza la cooperazione reciproca tra gli Stati non solo nelle indagini e nelle azioni penali per genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra - con l'obiettivo di ridurre significativamente l'impunità dei colpevoli - ma anche nel fornire rimedi celeri alle vittime dei crimini più gravi. 

Gli autori dei crimini internazionali più gravi spesso traggono vantaggio dalla guerra e accumulano ingenti ricchezze che sfruttano in "safe heaven" in tutto il mondo. Un procedimento penale per un colpevole potrebbe coinvolgere molti Paesi: è molto plausibile che i crimini vengano commessi in un Paese, l'autore fugga in un altro, venga arrestato in un altro ancora e i suoi beni e le sue vittime siano sparsi in tutto il mondo. Con l'articolo 45, la Convenzione incoraggia gli Stati a collaborare per recuperare i beni, non considerando più la complessità della rete internazionale di ricchezze di un colpevole come un ostacolo al tentativo di consegnarlo alla giustizia. Se i beni sono legalmente garantiti, uno Stato deve solamente soddisfare una richiesta di confisca dei beni detenuti nel proprio territorio per eseguire una sentenza di riparazione.

Se non è disponibile un meccanismo per costringere gli autori a pagare per i loro crimini, l'onere di finanziare la riparazione spesso ricade sullo Stato di cui l'autore del crimine è cittadino (che molto probabilmente si trova già in un costoso periodo di giustizia di transizione) e su altri Stati che si offrono di contribuire alla compensazione. Un esempio virtuoso di ciò è il Trust Fund for Victims della Corte Penale Internazionale, che sostiene e attua programmi per affrontare i danni derivanti dai crimini internazionali fornendo le riparazioni ordinate dalla Corte e fornendo sostegno fisico, psicologico e materiale alle vittime e alle loro famiglie attraverso i contributi volontari dei donatori. A oggi, il Fondo Fiduciario ha fornito assistenza a oltre 120.000 vittime nei Paesi in cui la Corte ha avviato indagini, come l'Uganda e la Repubblica Democratica del Congo. Mentre i risarcimenti ordinati dalla Corte possono provenire dai beni della persona condannata, la capacità del Fondo Fiduciario di fornire assistenza generale dipende dai contributi volontari degli Stati e delle entità non statali.

In conclusione, per abolire i porti sicuri per i criminali di guerra e altri violatori del diritto internazionale, è essenziale promuovere la ratifica universale della Convenzione. Questa assicurerebbe che gli Stati siano legalmente vincolati a cooperare nell'identificazione, nell'arresto e nell'estradizione dei criminali internazionali, creando un ambiente in cui non vi è spazio per i porti sicuri per i responsabili di gravi violazioni del diritto internazionale. Ciò contribuirà notevolmente a garantire che le vittime abbiano accesso alla giustizia e alla riparazione, aiutando così a promuovere i diritti umani e a prevenire futuri abusi.

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Gaia De Salvo

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Diritti Umani

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