La democrazia illiberale ungherese

il caso di Ilaria Salis

  Articoli (Articles)
  Giorgia Savoia
  06 aprile 2024
  4 minuti, 8 secondi

Dall’11 febbraio 2023 Ilaria Salis, cittadina italiana di 39 anni, è in stato di detenzione preventiva nel carcere di massima sicurezza di Budapest, accusata di lesioni aggravate commesse, con il volto coperto, nei confronti di manifestanti di estrema destra durante la Giornata dell’onore (un evento internazionale, a ricordo dei soldati tedeschi e ungheresi morti durante la battaglia di Budapest, combattuta tra l'ottobre del 1944 e febbraio del 1945, a cui partecipano, ogni anno, centinaia di militanti di organizzazioni neonaziste di tutta Europa).

Negli ultimi mesi, grazie ad Amnesty International, sono state portate all’attenzione dell’opinione pubblica, italiana ed europea, le condizioni degradanti della sua detenzione, riferite sia dai suoi familiari che dai suoi legali, ma anche emerse durante le udienze in tribunale, alle quali viene condotta con le manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie mentre viene trascinata dagli agenti.

I trattamenti inumani e degradanti non si fermano qui: vi è anche la mancanza di traduzione di atti processuali ungheresi e l'assenza di accesso ai video come prove incriminanti, violando il diritto ad un equo processo, diritto riconosciuto da una pluralità di fonti nazionali e internazionali, valore fondante di ogni democrazia che possa essere considerata tale.

L’Ungheria è già stata condannata varie volte dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo per questo genere di trattamenti riservati ai suoi detenuti, ma niente sembra cambiare.

Nella prima udienza, tenutasi il 29 gennaio, la donna si è dichiarata innocente, affermando di aver partecipato a contro manifestazioni pacifiche durante la Giornata dell’onore, senza aver aggredito nessuno.

Il 28 marzo, nel corso dell’ultima udienza, il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari, avanzata da Ilaria Salis e dai suoi legali. Il Giudice ungherese Jozsef Sós ha motivato la decisione affermando che “il pericolo di fuga sussiste sempre”, necessitando quindi la custodia in carcere durante il corso del restante processo.

"Le catene non dipendono dal giudice, ma dal sistema carcerario e quindi esecutivo e il governo italiano può e deve fare qualcosa perché mia figlia non sia trattata come un cane" ha affermato Roberto Salis, il padre di Ilaria Salis.

“Il giudice non ha voluto concedere i domiciliari, secondo me sbagliando, ma politicizzare non serve. Se la vogliamo in Italia dobbiamo agire con diplomazia, serietà e prudenza. Politicizzando si arriva a uno scontro con la giustizia ungherese che è libera di decidere come crede” ha affermato Antonio Tajani, Ministro degli Esteri italiano.

Non si è fatta attendere una dichiarazione del Governo ungherese, che tramite l’ufficio stampa del Ministro degli Esteri, ha dichiarato: “L’Ungheria è uno stato di diritto e il governo non interferisce in nessun modo nelle competenze della magistratura”. I fatti però, non confermano questa affermazione, anzi, la contrastano.

Dall’inizio dello scorso decennio infatti, in Polonia, è emersa una nuova forma di democrazia illiberale, come confermato dallo stesso Primo Ministro Orbán in un suo discorso del 2014: “dobbiamo dichiarare che una democrazia non necessariamente deve essere liberale. Anche se uno Stato non è liberale, può ancora essere una democrazia”.

Il concetto di democrazia illiberale descrive, un sistema di Governo che nasconde le sue pratiche non democratiche dietro a istituzioni e procedure formalmente democratiche; non rappresenta quindi una totale negazione della democrazia, ma la riduce ad un concetto solamente formale. La democrazia viene ridotta ad una semplice regola procedurale, spogliandola dai principi liberali, quali ad esempio il principio dello stato di diritto, il principio di legalità, il principio dell’indipendenza dei giudici, il principio della separazione dei poteri.

Ciò è avvenuto e sta avvenendo mediante lo svuotamento di quei poteri che tradizionalmente fungono da contro-limiti al potere politico, ad esempio il potere giudiziario, minando sempre più la sua indipendenza e rendendolo legato al potere esecutivo.

Il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto, dei diritti umani sono i valori fondanti dell’Unione Europea, come statuito nell’art. 2 del TUE. É evidente che l’Ungheria li stia violando e non solo nel caso di Ilaria Salis. Come si può quindi continuare a giustificare il suo essere uno stato membro ?

Il caso di Ilaria Salis nella cornice della democrazia illiberale ungherese evidenzia come i diritti che ci sembrano saldi nelle nostre democrazie siano sempre in pericolo. È essenziale che i cittadini siano consapevoli di ciò e che la comunità internazionale rimanga impegnata nel difenderli, perché, come disse José Saramago nel suo romanzo Cecità:

Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.”

Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2024

Condividi il post

L'Autore

Giorgia Savoia

Categorie

Società

Tag

ILARIA SALIS Ungheria Orban Carceri Unione Europea Giusto Processo Democrazia illiberale