La legge per il trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda ha passato il primo voto

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  Giorgia Milan
  23 gennaio 2024
  3 minuti, 47 secondi

Mercoledì 17 gennaio 2024 la Camera dei Comuni inglese ha approvato la proposta di legge del governo per trasferire in modo forzato in Ruanda i richiedenti asilo che attraversano la Manica. Sono stati ben 320 i voti a favore, 276 invece i voti contrari. A questo punto è tutto nelle mani della Camera dei Lord.

Questa proposta di legge è da considerarsi un elemento fondamentale nella premiership di Rishi Sunak, primo ministro inglese appartenente al partito conservatore. Fermare l’immigrazione è infatti uno dei cinque punti principali del programma del primo ministro.

Le radici di questa legge risalgono a qualche anno fa. Una prima proposta di legge venne infatti presentata nell’aprile del 2022, quando l’ex primo ministro inglese Boris Johnson introdusse un partenariato tra Regno Unito e Ruanda sulla migrazione e sullo sviluppo economico. Questo partenariato, noto come Rwanda Scheme, doveva consentire al Regno Unito l’invio di richiedenti asilo in Ruanda.
La Corte Suprema britannica la dichiarò illegale. Nella proposta di legge il governo definiva il Ruanda come “un paese sicuro” per il trasferimento. Tuttavia, la realtà dei fatti è abbastanza differente. Il Ruanda non può considerarsi un paese sicuro per il trasferimento forzato dei richiedenti asilo che, oltretutto, avrebbero rischiato il rimpatrio nei loro paesi d’origine, rischiando quindi di subire i trattamenti disumani dai quali scappavano. “Ci sono fondati motivi per ritenere che i richiedenti asilo affronterebbero un rischio reale di maltrattamenti a causa del respingimento nel loro paese di origine se fossero allontanati in Ruanda”, ha infatti affermato la Corte Suprema.
Nel giugno 2022 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha bloccato quindi il primo volo di trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda con un’ingiunzione provvisoria sulla base dell’articolo 39 della convenzione.

La proposta di legge è stata ripresentata quasi due anni dopo dalla prima bocciatura.

Durante la votazione nella Camera dei Comuni, il primo ministro britannico ha tuttavia dovuto fare i conti con un’opposizione da parte del suo stesso partito conservatore. Per 61 parlamentari conservatori, infatti, la proposta di legge è troppo poco severa, il disegno di legge, così com’è stato presentato, non può funzionare perché i voli potrebbero venire bloccati da ricorsi legali. Alla fine, solo undici parlamentari hanno mantenuto il punto e votato contro la proposta di legge. È stata così evitata una bocciatura dalle potenziali conseguenze catastrofiche per il primo ministro Rishi Sunak.

Prima di diventare legge, la proposta deve essere approvata dalla camera dei Lord. A questo punto è tutto nelle loro mani. Il primo ministro Sunak ha chiesto ai colleghi di approvare il prima possibile questo disegno di legge senza effettuare modifiche, questo per poter far partire i voli di rimpatrio per il Ruanda il prima possibile. A suo avviso, infatti, questi voli sono “un’urgente priorità nazionale”.
Per l’approvazione definitiva probabilmente bisognerà aspettare metà marzo. La camera dei Lord inizierà a discutere la proposta entro la fine del mese di gennaio con le votazioni a inizio marzo. Dopo queste votazioni si passerà alla fase in cui Comuni e Lord discutono per conciliare le versioni del disegno di legge. Ovviamente, il governo cercherà di eliminare qualsiasi modifica effettuata dai Lord in fase di votazione.

Lord Carlile, noto avvocato ed ex revisore indipendente della legislazione sul terrorismo, ha descritto questa proposta di legge come “un passo verso il totalitarismo”. Ed è della stessa opinione Sacha Deshmukh, direttore di Amnesty International Regno Unito, secondo il quale “questa legge, intrinsecamente dannosa, in primo luogo non avrebbe mai dovuto essere varata. È profondamente deludente assistere alla sua approvazione in parlamento. Si tratta di una politica vergognosa, che rifiuta la gestione delle richieste d’asilo, preferendo indirizzare le persone migranti verso un paese non sicuro e a migliaia di chilometri di distanza. È una violazione degli accordi internazionali”.

Ora non resta che attendere i futuri sviluppi di questa proposta di legge, il cui obiettivo è quello di dissuadere le persone dall’attraversare il canale della Manica, vista la situazione estremamente critica delineata dal partito conservatore. Nel 2023 29.437 persone hanno attraversato la Manica, il 36% in meno rispetto al 2022 (47.774), siamo veramente di fronte a una situazione critica? Oppure è semplicemente in atto una drammatizzazione della realtà a scopi politici?

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L'Autore

Giorgia Milan

Giorgia Milan, classe 1998, ha conseguito una laurea triennale in “scienze politiche, relazioni internazionali e governo delle amministrazioni”, con una tesi riguardo la condizione femminile in Afghanistan, e successivamente una laurea magistrale in “Human rights and multi-level governance”, con una tesi riguardo la condizione delle donne rifugiate nel contesto dell’attuale guerra Russo-Ucraina, il tutto presso l’Università degli studi di Padova.

I suoi interessi principali sono i diritti umani, in particolare i diritti delle donne. È proprio il forte interesse per questi temi che l’ha spinta a intraprendere un tirocinio universitario presso il Centro Donna di Padova, durante il quale ha avuto la possibilità di approcciarsi al mondo della scrittura e della creazione di contenuti riguardanti la violenza di genere e le discriminazioni.

In Mondo Internazionale Post Giorgia Milan è un'autrice per l'area tematica di Diritti Umani.

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Regno Unito Ruanda Rimpatrio