Il Giappone, insieme all'Australia, Corea del Sud e Nuova Zelanda, è uno dei partner più importanti della NATO nella regione indo-pacifica. Quest'ultima riveste un'importanza significativa per l'Alleanza, poiché le instabilità politiche e di sicurezza che caratterizzano tale regione, inclusa la crescente assertività cinese, stanno esercitando un impatto diretto sulla sicurezza euro-atlantica. Sin dagli anni '90, la NATO e il Giappone hanno avviato un solido dialogo politico e una cooperazione di sicurezza che ad oggi è guidata dall'"Individually Tailored Partnership Programme" avviato nel luglio 2023. Tale partenariato si concentra sulla realizzazione di tre obbiettivi strategici, ossia dialogo, rafforzamento dell’interoperabilità e resilienza, raggiungibili attraverso attività congiunte in svariati ambiti, tra cui cybersicurezza, sicurezza marittima, assistenza umanitaria, promozione dei valori fondamentali e cooperazione tecnologica.
Cyber difesa ed esercitazioni informatiche
La collaborazione tra il Giappone e la NATO nel campo della sicurezza informatica sta diventando sempre più stretta, poiché entrambi sono target di numerosi attacchi informatici provenienti da Russia e Cina. Questa cooperazione si concentra su diversi aspetti cruciali: lo sviluppo di standard tecnici, la sicurezza delle catene di approvvigionamento, l'incremento della condivisione delle informazioni e lo scambio di best practices. Inoltre, in sinergia con i Paesi Bassi, è in corso un'iniziativa per limitare l'esportazione di semiconduttori verso la Cina. Oltre a ciò, il Giappone si distingue come potenza leader nelle tecnologie 5G, intelligenza artificiale e machine learning (Pernik, 2023).
Dal 2018, il Giappone è anche membro del NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence (CCDCOE), un centro di ricerca specializzato in cybersicurezza accreditato dalla NATO e situato in Estonia. Inoltre, partecipa regolarmente a esercitazioni cibernetiche di grande rilevanza a livello globale, come Locked Shields e Cyber Coalition, le quali coinvolgono annualmente un numero significativo di esperti. Queste esercitazioni mirano a testare e sviluppare una strategia coordinata e condivisa per affrontare i cyberattacchi, garantendo una mobilità strategica efficace (Seker & Ozbenli, 2018).
Locked Shields: Locked Shields è l'esercitazione di difesa informatica più avanzata dal punto di vista tecnologico attualmente esistente. Organizzata dal NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence, coinvolge oltre 900 esperti del settore e numerosi team nazionali provenienti da diversi Paesi. Durante l'esercitazione, vengono messi alla prova più di 3.000 sistemi virtuali, tra cui smart grid e sistemi di controllo dei droni (NATO SHAPE, 2017).
Cyber Coalition: Cyber Coalition è un'esercitazione informatica condotta dalla NATO e i suoi membri, alla quale partecipano esperti, legali, funzionari, ufficiali e accademici, rappresentanti del settore privato e anche rappresentanti di Paesi non appartenenti alla NATO, tra cui appunto il Giappone (NATO CCD COE, 2017).
Per pianificare un'esercitazione informatica, è fondamentale stabilire innanzitutto gli obiettivi. Ogni operazione, infatti, segue principi guida specifici e prevede l'uso di strumenti, tattiche e procedure ad hoc. Nella fase esecutiva, i partecipanti vengono generalmente suddivisi in teams. Il Blue Team, solitamente formato dalle squadre nazionali dei paesi coinvolti, è incaricato di difendere i sistemi informatici di un'azienda o di un'organizzazione dagli attacchi. Il Red Team, invece, è responsabile di effettuare gli attacchi informatici, sfruttando le vulnerabilità predisposte precedentemente nei sistemi del Blue Team e adempiendo alle direttive del White Team, ma non può prendere di mira le infrastrutture del Green Team. Quest'ultimo si occupa della manutenzione dei sistemi e delle infrastrutture. Il Yellow Team fornisce situational awareness a tutti i partecipanti. Infine, il White Team è responsabile dell'organizzazione complessiva dell'esercitazione: stabilisce gli obiettivi, definisce lo scenario, le regole e assegna i punteggi alle squadre alla fine dell’esercitazione, fase spesso delicata e soggetta frequentemente ad obiezioni. Per questo motivo, alcune esercitazioni di difesa cibernetica, come Cyber Europe, hanno abbandonato questo sistema di punteggio, mentre operazioni come Locked Shields continuano a utilizzarlo (NATO CCD COE, 2013; 2014; 2015; 2016) (Seker & Ozbenli, 2018).
Conclusione
Il Giappone e la NATO stanno costantemente intensificando il loro coordinamento in risposta alle crescenti minacce cibernetiche, adottando strumenti più sicuri per facilitare la condivisione delle informazioni e partecipando a numerose esercitazioni con l'obiettivo di identificare vulnerabilità e rafforzare i loro sistemi di difesa. Il Giappone, con la sua posizione strategica nell'area indo-pacifica e la sua robusta economia, si rivela un partner prezioso per la NATO. Inoltre, alla luce dell'entrata dell'Ucraina all'interno del CCDCOE, il Giappone potrebbe offrire un supporto significativo in termini di formazione, assistenza e condivisione delle best practises.
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L'Autore
Tabatha Ferrari
AUTRICE - ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
Categorie
Tag
CyberSecurity NATO Giappone Sicurezza