LA SCACCHIERA DELL’IA

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  Livia Marini
  05 marzo 2025
  3 minuti, 48 secondi

Introduzione

L’Intelligenza Artificiale è diventata un nuovo terreno di scontro tra Stati Uniti, Cina e Unione Europea. Questi Stati sono i principali investitori del settore, che, come in una partita a scacchi, studiano diverse strategie ed eventuali rischi per vincere il controllo.

Ma quale di queste strategie potrebbe rivelarsi vincente?

Gli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, il primo a porre l’attenzione normativa sull’Intelligenza Artificiale è stato Obama. Con l’obiettivo di favorire l’innovazione, aveva adottato un approccio regolatorio leggero. Il primo mandato di Donald Trump ha invertito la rotta, attuando una forte deregolamentazione per favorire la leadership americana nell’IA, soprattutto in ambito di difesa e sicurezza. Con la presidenza Biden si è assistito a un ritorno normativo verso una IA più sicura e a un avvicinamento agli standard europei. L’adozione dell’Ordine Esecutivo “on Safe, Secure, and Trustworthy Development and Use of Artificial Intelligence”, gli USA hanno mandato un chiaro segnale di impegno nel rispetto degli standard di sicurezza e affidabilità, fortemente sostenuti dall’Unione. L’ordine imponeva alle aziende trasparenza e standard di trattamento dei dati personali, considerando anche i potenziali rischi per il mercato del lavoro. La revoca di questo Ordine è stata una delle prime azioni della nuova presidenza di Donald Trump, motivata dal fatto che ostacolasse lo sviluppo dell'IA. Il Presidente ha più volte ribadito l’intenzione di vincere la competizione tecnologica contro la Cina. Nel primo mese di presidenza ha annunciato diversi investimenti nell’Intelligenza Artificiale dichiarando “Aiuterò attraverso le dichiarazioni di emergenza, perché abbiamo un'emergenza, dobbiamo costruire queste cose”. Ad oggi, gli USA sono il paese con il maggior numero di brevetti e investimenti nell’Intelligenza Artificiale. Secondo i dati OECD, si fermano sul terzo gradino del podio quando si guarda alla ricerca, dietro a Cina e Unione Europea.

La Cina

La Cina è ormai considerata il più grande competitor degli USA nel settore tecnologico. In realtà, le strategie nazionali e i documenti ufficiali raramente inquadrano l’IA come un tema strategico e potenzialmente conflittuale. I documenti governativi di Pechino lasciano emergere una visione più centrata sulla crescita interna che vede l’IA come motore di sviluppo e mantenimento dell’ordine pubblico. Ciò, tuttavia, non compromette la rilevanza della Cina sul piano internazionale. Secondo i dati OECD, la Repubblica Popolare è la prima al mondo per ricerca nel campo dell’IA, costituendo circa il 30 percento delle pubblicazioni a livello globale. A livello di investimenti si trova seconda solo agli USA, con cui compete a pieno titolo nel settore dei brevetti. Inoltre, Pechino sta esportando la sua influenza tramite lo sviluppo tecnologico lungo la Nuova Via della Seta, finanziando investimenti infrastrutturali (come la costruzione di reti 5G) e favorendo lo sviluppo economico dall’Asia all’Africa. Il modello cinese ha suscitato timori e critiche da parte della comunità internazionale, soprattutto riguardanti il rischio di espansione. Tuttavia, il paese continua ad investire miliardi nello sviluppo dell’IA, puntando a diventare il leader globale.

Conclusione

La sfida per la supremazia nel campo dell’Intelligenza Artificiale è oggi al centro della scena globale. In tutto il mondo cresce la necessità di investimenti solidi e strategie chiare. I due principali attori hanno sviluppato strategie differenti: gli USA di Trump puntano sulla deregolamentazione per favorire innovazione, mentre la Cina mira a dominare il settore con un focus interno e una sorveglianza interna sempre più pervasiva. Un terzo attore, l’Unione Europea, sta cercando di imporsi puntando ad una maggiore attenzione alla sicurezza e alla regolamentazione etica. Il ritmo incalzante dell’innovazione rende difficile stabilire chiaramente la traiettoria futura. Una cosa è certa: la gara all’innovazione tra le due superpotenze avrà conseguenze globali.

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Livia Marini

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Società

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IntelligenzaArtificiale USA Cina regolamentazione nuova via della seta innovazione