L'Africa è un continente ricco di problematiche urgenti e di deleterie contraddizioni

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  Redazione
  26 ottobre 2022
  7 minuti, 56 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, membro del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Da qui nascono le incomprensioni e le difficoltà per chiunque a capire quanto vive e si agita in questo enorme calderone continentale di 30.370.000 km quadrati.

Vale la pena invece dargli un senso economico e geostrategico solo se si tiene conto della sua complessità. Infatti è costituito da 54 Paesi e popolato da 1,3 miliardi di abitanti. E’ in buona parte da questi dati che derivano molte situazioni geopolitiche con sviluppi economico-sociali a dir poco conflittuali e contrastanti sul piano strutturale.

L'Africa è caratterizzata da alcune delle economie in più rapida crescita al mondo e dotate di una fiorente classe media. Questa è una delle ragioni principali per le quali l’accurata analisi geopolitica di tale continente deve essere depurata da una miriade di falsità o peggio di luoghi comuni che frequentemente vengono trasmessi dai media in tutto il mondo.

Alcune importanti novità economiche ci provengono affidabilmente dai report di una importante istituzione internazionale come la Banca Mondiale (WBG).

Gli studi della World Bank Group (WBG), alla quale aderiscono 189 nazioni, dimostrano, per esempio, che la crescita nell'estesa Africa subsahariana - una delle aree più povere del pianeta - dovrebbe fermarsi nel 2022, diminuendo dal 4% degli ultimi anni al 3,6%. Che è pur sempre una percentuale elevata di crescita.

Le ultime oscillazioni dei dati economici sono dovute non tanto a fattori locali quanto al rallentamento dell’economia globale e alla persistenza della crisi sanitaria, finanziaria, politica e non ultima alimentare, legati nel loro insieme alla pandemia da coronavirus.

L'Africa subsahariana fino alla Repubblica del Sudafrica ospita oltre un miliardo di abitanti, la metà delle quali, esaminata in prospettiva, entro il 2050, avrà circa 25 anni di media.

L’analisi socioeconomica dell’Africa rivela che è un continente già oggi abbastanza diversificato, capace di offrire risorse umane e naturali con un potenziale sufficiente, se non di più, a innescare una crescita innovativa ed inclusiva, quanto basta per sradicare o comunque ridurre drasticamente la diffusa condizione di povertà nella regione.

Inoltre, è poco noto che l’Africa è in possesso della più vasta area di libero scambio al mondo (AfCFTA) e un mercato reale di 1,2 miliardi di persone. Grazie agli aiuti degli organismi internazionali, in gran parte occidentali, ha intrapreso un percorso innovativo sempre più esteso nelle varie società che lo compongono, usufruendo anche delle cospicue risorse primarie già in suo possesso.

La regione subsahariana è composta anche da paesi con reddito variabile, dal più basso al più elevato.

La WBG ha stimato l’economia di tale regione come pari al 4% nel 2021, peraltro in aumento rispetto alla contrazione del 2% accaduta nel 2020 in piena furia epidemica.

Lo stesso organismo giudica che l'economia di questi territori dovrebbe espandersi del 3,6% nel 2022, ovvero in calo rispetto al 4% nel 2021 con qualche fatica ad assumere slancio a causa dell’elevata inflazione generale.

Gli effetti della guerra in Ucraina

Il conflitto in Ucraina ha aggravato i fattori che ostacolano la ripresa economica nella regione.

Sebbene il commercio diretto e i collegamenti finanziari tra la Russia e l'Ucraina siano fortemente ridotti per via degli eventi bellici, la guerra ha avuto un impatto indiretto sulle economie dell'intera Africa subsahariana per via dell'aumento dei prezzi delle materie prime, dei generi alimentari, del carburante, dell'inasprimento delle condizioni finanziarie globali e della riduzione dei flussi di finanziamento estero nella regione.

Gli effetti sulla crescita nella regione potrebbero essere consistenti, tuttavia l'impatto maggiore sarebbe sulla crescente probabilità di conflitti civili insorti come secondari all’inflazione nel contesto di un’area già di per se caratterizzata da grande instabilità politica.

Si prevede che l'attività economica dell'Africa nella sua totalità crescerà mediamente in misura media del 3% e del 4% rispettivamente nel 2023 e nel 2024.

La ripresa della domanda globale pronosticata per la seconda metà del 2023 è spiegata poiché la maggior parte dei traumi sociali che oggi trascinano al ribasso l'economia globale dovrebbero ragionevolmente dissiparsi.

A seguito dei traumi economici dell'offerta precedenti alla guerra in Ucraina, i segnali emergenti di stagflazione stanno ponendo sfide alla definizione della politica monetaria.

Le banche centrali si trovano a dover affrontare il necessario compromesso da perseguire tra l'accoglimento dell'economia debole con il rischio di esacerbare le prospettive inflazionistiche. Così come la lotta all’inflazione eleva il rischio di innescare un pericoloso processo di recessione.

La stagflazione consiste nella contemporanea presenza di un aumento generalizzato dei prezzi con un decremento della crescita economica valutata in termini reali.

Molte banche centrali della regione hanno finora scelto la seconda opzione politica avviando un ciclo di inasprimento fiscale, ma altre hanno mantenuto una posizione economicamente più accomodante; tuttavia, queste azioni sono state insufficienti per ridurre in maniera significativa i livelli di indebitamento pubblico.

L'incombente minaccia di stagnazione rende necessario per i responsabili politici africani di attuare politiche che accelerino la trasformazione strutturale della propria economia attraverso una crescita che incrementi sia la produttività che la creazione di nuovi e numerosi posti di lavoro.

L’importanza dell’Agricoltura

L'aumento della produttività in agricoltura è altrettanto essenziale non solo come essenziale fattore alimentare ma anche per guidare un processo di trasformazione capace di favorire la crescita strutturale degli Stati.

Tra l’impennata dei prezzi alimentari di questi giorni e i problemi legati alla produzione e consegna delle forniture, i responsabili politici devono evitare di commettere gli errori politici del passato (divieti o dazi/tasse su esportazioni e importazioni) e garantire il normale svolgimento dei flussi commerciali, specie quelli internazionali.

I danni della pandemia

Ora, sebbene a conti fatti il costo umano in vittime della pandemia da coronavirus sia stato meno catastrofico di quanto molti temessero, la mancanza di equità nella distribuzione dei vaccini ha lasciato le popolazioni africane ancora più vulnerabili alle future ondate e varianti del virus.

Durante gli anni in cui l’economia africana era in espansione, molti africani sono stati costretti ad emigrare - in Africa o in Europa e persino in Sud America - a causa di catastrofi umanitarie (carestie, alluvioni, ecc.) oppure perché le reali opportunità economiche erano fortemente precarie e diseguali.

Il progresso nella gestione delle istituzioni

Alcuni esempi di istituzioni democratiche hanno preso piede in Stati precedentemente corrotti o soggetti a regime autoritario, offrendo una speranza di successo per l’affermazione della democrazia nel continente nero.

Altri dimostrazioni positive giungono dai movimenti politici riformatori a guida civile che hanno rovesciato i regimi autoritari presenti, ad esempio, in Algeria e Sudan nel 2019 e dai recenti modelli virtuosi di tribunali indipendenti che hanno potuto esercitare l’azione giuridica ribaltando de iure le elezioni generali falsificate in modo fraudolento.

Ma una recrudescenza di colpi di stato militari, come in Mali, Guinea, Ciad, Sudan e, più recentemente, in Burkina Faso, sottolinea ancora una volta la fragilità dei governi democratici in buona parte del continente.

Aspetti di geopolitica

In questa prospettiva, le nazioni europee e gli Stati Uniti stanno cercando di sostenere il commercio bilaterale e gli investimenti in tutto il continente, spinti dalla necessità e interesse a promuovere le economie locali aiutandole ad arginare i flussi migratori clandestini, ma anche e non in ultimo a contrastare la crescente la penetranza e influenza della Cina in Africa.

A tale proposito, la Cina ha usufruito di numerosi accordi intesi al finanziamento sia delle infrastrutture fisiche basilari per l'accesso alle risorse che alle materie prime insieme ad una maggiore influenza politica.

Anche la Russia ha cercato opportunisticamente, e in modo controverso, di inserirsi nel giro degli affari del continente europeo attraverso le vendite di armi e l’impiego di addestratori militari che fungono però anche da delegati statali, non ufficiali ma ugualmente autorevoli.

Il timore di un nuovo colonialismo

Alcuni leader africani cercano di promuovere una maggiore autonomia commerciale in tutta l’Africa e giudicano queste attività straniere come di vecchio stampo neocolonialista.

A questo scopo, gli stati africani hanno adottato provvedimenti per potenziare le possibilità di commercio interno e agevolare la libertà di movimento delle merci. Stanno anche posizionando l'Unione africana per incidere maggiormente nella risoluzione pacifica delle controversie continentali, ma anche per contribuire nei settori della sorveglianza sanitaria delle malattie contagiose.

E sono sempre più espliciti ed assertivi nel criticare le istituzioni internazionali che talvolta sembrano sfavorire l'Africa, a vantaggio di altri soggetti statali.

Tuttavia, il continente nero si preannuncia sempre più come il campo centrale per la competizione tra le grandi potenze mondiali: in particolare oggi all'indomani dell'invasione russa dell'Ucraina, anche se le potenze medie, come la Turchia, cercano di espandere la propria impronta e influenza.

In un territorio così vasto e di importanza strategica, che vede numerosi conflitti, anche di natura etnica, ancora attivi, rimangono sul tappeto domande cruciali alle quale è urgente dare una risposta concreta e durevole dalle quali deriva il futuro e benessere dell’Africa.

I movimenti di protesta popolari e una generazione più giovane di leader dell'opposizione riusciranno a rovesciare i leader autoritari esistenti da lunga data?

Man mano che l'impronta della Cina nel continente cresce, come risponderanno i leader politici e non in Africa e in altre parti del mondo?

La pandemia, oggi endemia, di coronavirus segnerà la fine del boom economico africano, lo stesso che ha travolto paesi tra i quali Etiopia, Ruanda e Ghana?

Per il momento mancano sufficienti risposte.

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