Le donne che hanno fatto la storia della tecnologia

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  Redazione
  22 ottobre 2020
  7 minuti, 44 secondi

A cura di Sofia Abourachid

Mentre nomi come quello di Steve Jobs, Bill Gates e Adriano Olivetti sono conosciuti da tutti, meno noti sono i nomi delle donne che hanno contribuito al settore della tecnologia e dell’informatica.

Che sia in passato o che sia nei giorni nostri, molte sono le donne che nel mondo dell’informatica e del web hanno eccelso per le loro capacità ed invenzioni. Dalla prima programmatrice all’anticipatrice del wireless, dalle sviluppatrici che hanno contribuito al viaggio dell’uomo sulla Luna alle esperte di robotica, chi più ne ha più ne metta.

La presente pubblicazione riassume al suo interno un breve elenco delle principali donne che si sono prestate a questo tipo di scoperte. E se qualcuno avesse dubbi sul ruolo delle donne in settori dalla tradizione maschile, basta scorrere alcune righe per capire quanto di importante ci sia del loro talento.

ADA LOVELACE, 1815 – 1852

Nata nel Regno Unito da un poeta geniale si è resa ella stessa un genio, ma in un campo differente a quello del padre, ossia la matematica.

Fin da giovanissima, Ada dimostra una grande passione per la scienza e la matematica, tale da diventare la madre dell’odierno computer. Pochi sanno che fu lei a programmare la prima macchina di calcolo automatico dopo aver conosciuto il matematico Charles Babbage. Conosciute le idee del matematico inglese, Ada intuì le potenzialità della macchina analitica che non si poteva ricondurre ad una semplice calcolatrice.

Ad oggi è considerata pionera della storia dell’informatica per il suo essenziale contributo nella programmazione del computer. Non è un caso che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, a partire dal 1979, l’abbia voluta onorare dando il nome di ADA ad un linguaggio di programmazione informatico.

HEDY LAMARR, 1914 – 2000

Viennese e bellissima a tal punto da esser definita "femme fatale", è stata oltre che attrice un’importante scienziata.

Nell’inseguire la passione per il mondo artistico e lavorando per più di trenta film, ha rinunciato al corso di Laurea in Ingegneria. Tuttavia, quel che ha contribuito a scoprire nel mondo tecnologico non è da meno. Alla sua figura di ricercatrice e scienziata si deve l’invenzione, nei primi anni ’30, di un sistema di modulazione volto alla codifica d’informazioni da trasmettere su frequenze radio. Questo tipo di sistema alla base della crittografia e della telefonia mobile e dei sistemi wireless, ha suscitato fin da subito l’interesse di apparati militari e servizi segreti.

SUOR MARY KENNETH KELLER, 1913 – 1985

Nel suo caso, Chiesa – casa – informatica compongono il trio perfetto. Americana e suora, è stata una delle prime donne, se non addirittura la prima, a conseguire un Dottorato di Ricerca in Informatica negli USA.

Il Ph.D. in Informatica acquisito nel 1965 ha rappresentato un ulteriore successo dopo il conseguimento di una Laurea in Matematica e una Laurea in Matematica e Fisica.

A seguire, la carriera e l’insegnamento al Clarke College di Dubuque l’ha vista fondare il Computer Science Department diventandone Presidente per ben vent’anni. Non bastando tutto ciò, Suor Mary ha ideato un Master per l’applicazione dell’informatica all’insegnamento, data la grande importanza dell’accessibilità e dell’applicazione di essa alla vita di tutti i giorni.

KAREN SPARCK JONES, 1935 – 2006

Si ritiene che Google debba la propria nascita a questa donna, una delle figure di riferimento nello sviluppo dei motori di ricerca.

Inglese, laureata in Filosofia si è prestata all’insegnamento prima di dedicarsi alla scienza informatica. Nel 1972 inizia a condurre uno studio su una teoria statistica che introduce la "inverse document frequency", utile a ricavare in modo automatico un testo da un indice di documenti. La teoria anni dopo è stata usata da Mike Burrows per dar vita al motore di ricerca Alta Vista.

In questo contesto molto significativa è anche la campagna hi-tech femminile di cui Karen si è fatta promotrice. A tal proposito ha sostenuto: “Penso che sia molto importante avvicinare le donne all’informatica. Il mio motto è: l’informatica è troppo importante per essere lasciata agli uomini”.

KATHERINE JOHNSON, 1918 – 2020 & MARGARETH HAMILTON, 1936

Katherine Johnson e Margaret Hamilton sono due delle donne coinvolte nel team che ha contribuito al successo della missione Apollo 11 nel portare il primo uomo sulla Luna nel 1969.

Katherine Johnson, americana diplomata ancor prima dei tempi, è stata notata da un docente dell’Università del West Virginia che la invitò a frequentare corsi avanzati di matematica analitica. Inserita nel complesso della NASA (allora NACA), ha contribuito a calcolare la corretta traiettoria del primo volo americano nello spazio, il volo spaziale Alan Shepard del 1959. In aggiunta, la si è vista coinvolta anche nella verifica dei calcoli matematici dell’orbita attorno alla terra di John Glenn e dei calcoli di traiettoria dell’Apollo 11 del 1969.

Margaret Hamilton, anch’essa americana si è vista coinvolta nella riuscita del programma spaziale Apollo 11 in qualità di Direttrice del Software Engineering Division del MIT Instrumentation Laboratory. Il Team della Hamilton ha risolto le complicanze insorte durante lo sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna permettendo il successo della missione.

A seguire la ricercatrice è diventata imprenditrice e ha fondato la Hamilton Technologies a Cambridge per lo sviluppo di sistemi informatici e software.

GRACE MURRAY HOPPER, 1906 – 1992

Americana, giovane e molto curiosa, è passata alla storia dell’informatica come una delle figure di maggior spicco. Grazie alle sue capacità deduttive ed analitiche è stata la prima a pensare ad un linguaggio di programmazione indipendente dalla macchina, il cosiddetto "Cobol". Inoltre è da ricordare come la donna che ha inventato il metodo Debugging, ossia la procedura di individuazione e di eliminazione dei bug informatici attraverso analisi del codice sorgente del programma.

Nel 1943 si arruola come volontaria nella Marina e lavora allo sviluppo del computer Mark I, tra i primi calcolatori elettromeccanici della storia. Offerto alla Marina statunitense, il ruolo di Grace diventa fondamentale per la decifrazione di codici di criptazione usati nelle comunicazioni dell’Asse in quel periodo storico.

SOPHIE WILSON, 1957

Avendo spiccato interesse per prodotti informatici, Sophie Wilson si è resa la creatrice dei microprocessori per smartphone.

Dopo aver studiato informatica a Cambridge ha disegnato un microcomputer da 8-bit per hobbisti prodotto per l’azienda britannica Acorn Computers nel 1979. Assunta dalla stessa azienda, ha impiegato un tempo record per disegnare quel che poi è diventato il BBC Microcomputer. Negli anni successivi un grande successo ha visto milioni di BBC Microcomputer acquistati da singoli utenti oltre che da scuole di tutta la Gran Bretagna. Altre soluzioni sono state realizzate da Sophie, assieme al collega Steve Furber, come il processore Arm utilizzato per numerosi prodotti, come tablet, televisioni e videogames.

ANITA BORG, 1949 2003

D’ispirazione a molte persone, ha stimolato migliaia di donne ad avvicinarsi alla tecnologia.

Passando da studentessa a ricercatrice, ha lavorato per numerose aziende di tecnologia statunitensi. Ha sviluppato un sistema di comunicazione via mail dal nome "Mecca", che ha permesso a comunità virtuali di comunicare sul web. Questo quando ancora non esisteva il concetto di web community.

Nel 1987 ha fondato "Systers" intesa come la più grande comunità di donne dell’ambito informatico. L’occasione si è resa un luogo privato dove poter condividere riflessioni ed opinioni professionali.

Ha fondato inoltre l’Istituto che porta il suo nome, l’Anita Borg Institute for Women and Technolody che si dedica alle donne e alla tecnologia. La stessa ha anche dato vita ad un convegno annuale per le donne del mondo informatico. Oggi il Grace Hopper Celebration of Women in Computing è tra gli eventi più seguiti negli USA.

ARIANNA MENCIASSI, 1971

Ricercatrice italiana di fama internazionale, risulta essere tra i maggiori esperti di robotica biomedica e chirurgica, e non solo.

Laureata in Fisica a Pisa nel 1995, ha subito dopo intrapreso il Dottorato di Ricerca sulle tecniche di manipolazione di micro-oggetti meccanici e biologici. Per questo stesso percorso ha vinto il Best Manipulation Paper Award alla Conferenza Internazionale di Robotica e Automazione tenutasi a Seoul nel 2001.

Attualmente Professore Associato di Bio-ingegneria industriale e coordinatore dell’area di ricerca di "Surgical Robotics" della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, conferma come le tecnologie e l’applicazione delle micro e delle nano-tecnologie alla diagnostica e alla terapia siano i suoi principali interessi.

Arianna Menciassi vanta numerose ricerche e oltre cento pubblicazioni che ogni giorno aiutano medici di diverse specializzazioni. Ella inoltre sostiene: “Il mondo della robotica industriale è molto maschile, ma la robotica biomedica, e l’ingegneria biomedica in generale, sono un mondo misto. Questo perché l’aspetto biomedico della robotica attira molto le donne, che pensano all’utilità e al valore sociale di quello che fanno forse più degli uomini”.

SAMANTHA CRISTOFORETTI, 1977

La prima astronauta italiana e la terza europea nello spazio, Samantha Cristoforetti rappresenta uno dei volti più importanti del nostro Paese. Nata a Milano ma originaria di Trento e laureata in Ingegneria Meccanica a Monaco di Baviera, Samantha ha portato a casa un successo non da poco. Le numerose lingue parlate e lo spirito innovativo sono solo alcuni tra i tatti che la distinguono.

Durante la missione nello spazio ha condotto per conto di diversi istituti italiani esperimenti di fisiologia umana, analisi biologiche e sperimenti sulla stampa di oggetti 3D in assenza di peso.

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