Tra il 6 e il 9 giugno, i cittadini dei 27 Stati membri dell'Unione Europea sono stati chiamati alle urne per eleggere i nuovi rappresentanti del Parlamento Europeo, segnando l'inizio di un'importante fase di rinnovamento delle cariche istituzionali. Questa tornata elettorale avvia un complesso processo di selezione per le principali posizioni di vertice dell'UE che includono la presidenza della Commissione Europea, del Consiglio Europeo e l'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. Il 17 giugno i leader dei Paesi membri si riuniranno per un incontro informale del Consiglio Europeo avviando le trattative per la distribuzione delle cariche. Questo vertice segnerà l'inizio ufficioso delle discussioni con una cena che potrebbe rappresentare un momento chiave per Ursula von der Leyen, attuale presidente della Commissione e candidata del Partito Popolare Europeo (PPE) per un secondo mandato. Von der Leyen, sostenuta da una maggioranza pro-europea composta da PPE, Socialisti e Democratici (S&D) e Renew Europe, mira a confermare il suo ruolo alla guida dell'esecutivo UE. Tuttavia, la configurazione dei gruppi parlamentari resta incerta, con la possibilità di un'apertura anche ai Verdi. La sua riconferma dipenderà dal sostegno del PPE, dei Socialisti, del Presidente francese Emmanuel Macron e dalla non opposizione della Premier italiana Giorgia Meloni. Complesse dinamiche si presentano in queste situazioni, come Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo, il quale potrebbe cercare di escludere von der Leyen dalle discussioni ufficiali, nonostante il suo ruolo cruciale. La portavoce dell'esecutivo UE, Arianna Podesta, ha sottolineato l'importanza della presenza di von der Leyen nelle trattative, riflettendo la tensione esistente tra Michel e la presidente della Commissione. Pertanto, durante il vertice del 17 giugno i leader europei dovranno considerare la diversità dell'UE in termini di geografia, dimensioni dei Paesi, genere e affiliazione politica. Inoltre, pur considerando le crisi politiche in Francia, Germania, Austria, Paesi Bassi e Belgio che influenzeranno le decisioni, la riunione ufficiale del Consiglio Europeo, prevista per il 27 e 28 giugno, potrebbe già far emergere un candidato alla presidenza della Commissione. Il Parlamento Europeo vedrà quindi la formazione ufficiale dei gruppi politici a partire dalla metà di giugno. Il PPE sarà il primo a costituirsi il 18 giugno, seguito dai Socialisti e Democratici (S&D) e, all'inizio di luglio, dai gruppi di estrema destra Identità e Democrazia (ID) e Conservatori e Riformisti (ECR). La solidità della maggioranza sarà testata nella prima sessione plenaria del nuovo Parlamento Europeo, tra il 16 e il 19 luglio a Strasburgo, quando verrà eletto il presidente del Parlamento. Roberta Metsola, presidente del Parlamento, ha già convocato la Conferenza dei Presidenti per discutere i risultati elettorali e formare una maggioranza basata su un programma politico per i prossimi cinque anni.
Il momento decisivo per la conferma di von der Leyen arriverà a fine estate, dal 16 al 19 settembre, quando il Parlamento voterà il candidato alla presidenza della Commissione proposto dal Consiglio Europeo. Se il candidato non otterrà la fiducia, il Consiglio avrà un mese per proporre un nuovo nome. Nel caso in cui tutto dovesse procedere senza intoppi, tra ottobre e novembre il Parlamento Europeo terrà audizioni per valutare i candidati commissari proposti dai governi nazionali. Sebbene il Parlamento non possa respingere formalmente i candidati, un voto negativo avrebbe un forte impatto politico. Successivamente, la nomina dei commissari verrà approvata in blocco durante una sessione plenaria a novembre, con il presidente del Consiglio Europeo che entrerà in carica il 1° dicembre dell'anno elettorale.
Per quanto riguarda il panorama elettorale dello Stivale, Fratelli d’Italia ha confermato le previsioni delle ultime elezioni europee, emergendo come il partito più votato con il 28,8% dei consensi. La formazione guidata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha superato il risultato delle scorse elezioni politiche, segnando un'importante vittoria nonostante la bassa affluenza alle urne, che ha visto partecipare solo il 49,7% degli elettori, rispetto al 64% delle politiche. Sul secondo gradino del podio, il Partito Democratico con il 24,1% dei voti. La leader del PD, Elly Schlein, ha celebrato i "risultati straordinari" del partito, che ha superato la soglia psicologica del 19,1% ottenuto due anni fa. Tuttavia, il Movimento 5 Stelle ha registrato una notevole battuta d’arresto, fermandosi al 10% rispetto al 16% indicato dai sondaggi pre-elettorali. Forza Italia, alleata con Noi Moderati, ha ottenuto il 9,6%, sorpassando la Lega di Matteo Salvini, che ha raggiunto il 9%. Salvini ha comunque manifestato soddisfazione per l'elezione del generale Vannacci, nonostante l’esplicita preferenza del fondatore della Lega Umberto Bossi per Forza Italia. La coalizione di centrodestra si è quindi confermata solida, con Fratelli d’Italia pronto a influire significativamente nel Parlamento Europeo, mentre la Presidente del Consiglio italiana si troverà a giocare un ruolo fondamentale nella formazione delle alleanze nella sede centrale del Parlamento Europeo.
Tra le altre forze politiche, Alleanza Verdi-Sinistra ha superato le aspettative, ottenendo il 6,65% e garantendo un seggio a Ilaria Salis, cittadina italiana arrestata in Ungheria, al centro di numerose polemiche mediatiche e politiche. Le liste Stati Uniti d’Europa e Azione, rispettivamente al 3,8% e 3,4%, non hanno superato la soglia di sbarramento del 4%, e quindi non eleggeranno parlamentari europei. Le liste "Pace Terra e Dignità" e "Libertà" hanno ottenuto rispettivamente il 2,2% e l’1,2%, anch’esse senza la possibilità di eleggere rappresentanti. Il Südtiroler Volkspartei, con lo 0,5%, eleggerà un parlamentare grazie ai 50 mila voti necessari per i partiti delle minoranze linguistiche. Infine, Stefano Bandecchi con Alternativa Popolare ha raggiunto solo lo 0,4%.
Il risultato di queste elezioni non solo consolida la posizione di Fratelli d’Italia, ma anche il ruolo di Giorgia Meloni nel contesto europeo. Nonostante i numeri confermino il sostegno popolare alla premier, l’elevato astensionismo mostra e nasconde allo stesso tempo un preoccupante sentimento popolare di distanza dalla politica domestica e internazionale.
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L'Autore
Riccardo Carboni
Classe 1999, laureato in Scienze internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Bologna e da sempre appassionato di affari internazionali. Studente all’ultimo anno di Master in International Relations presso la LUISS, ha approfondito tematiche riguardanti la sicurezza internazionale seguendo forum e partecipando a programmi di pianificazione militari secondo la dottrina NATO. Autore all’interno di Mondo Internazionale per l’area tematica “Organizzazioni Internazionali”.
Born in 1999, he holds a bachelor’s degree in International and Diplomatic Sciences from the University of Bologna and have always been passionate about international affairs. Currently a final-year student in the Master's degree program in International Relations at LUISS, he has delved into issues related to international security by following forums and participating in military planning programs based on NATO doctrine. Author and contributor to Mondo Internazionale for the "International Organisations” section.
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