Le fabbriche di neonati in Nigeria: Il caso della mercificazione del corpo umano

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  Redazione
  25 aprile 2021
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La prostituzione ed il traffico di esseri umani provenienti da paesi svantaggiati del mondo, in particolare dall’Africa e in modo ancor più dettagliato dal grande stato della Nigeria, sono temi ormai tristemente famosi.

Una realtà di cui si parla meno, ma che è altrettanto orribile e disumana, è la mercificazione di bambini neonati. Questa pratica si lega a doppio filo con il traffico e la prostituzione di giovani donne, le quali, mediante un’opera di convincimento che fa leva sul loro retaggio culturale, vengono indotte a sottoporsi a tali trattamenti. Le ragazze, alcune poco più che bambine, vengono adescate in villaggi remoti e poveri dell'Africa con la promessa di migliori condizioni di vita. Facendo leva sulle credenze popolari le giovani vittime vengono illuse e obbligate, sotto ricatto, a non ribellarsi a ciò che viene loro fatto.

Le giovani donne adescate entrano così involontariamente nella torbida rete dei trafficanti di esseri umani.
Prima di arrivare in Europa le vittime vengono trattenute per diversi anni in paesi africani come la Libia o la Nigeria stessa, dove iniziano ad essere seviziate ed utilizzate come schiave sessuali. Solo dopo anni approdano in Europa, dove saranno costrette nuovamente a prostituirsi. I ricavi derivanti dallo sfruttamento vengono requisiti dagli organizzatori del traffico di esseri umani, con la giustificazione secondo la quale tali proventi devono sovvenzionare il viaggio stesso dalla Nigeria all’Europa. Per questo motivo alle donne occorreranno anni prima di potersi liberare dal debito ed uscire dal giro della prostituzione.

Spesso, durante i tanti soprusi che queste giovani donne sono costrette a subire, accade che restino incinta ed è da questo momento che inizia una seconda fase della mercificazione del corpo della donna. I neonati vengono strappati dalle braccia delle madri per entrare in un mercato internazionale illegale.

Casi ancor più estremi sono stati scoperti in Nigeria, dove sorgono delle vere e proprie fabbriche di neonati nelle quali giovani ragazze, per lo più di età compresa tra i 18 e i 24 anni, vengono attirate con false promesse, tenute prigioniere ed ingravidate forzatamente per “produrre” neonati da vendere nei mercati illegali. Le ragazze posso anche essere costrette a lavorare, prostituirsi o, come suggeriscono diversi rapporti, venire uccise nell’ambito di rituali.

I bambini che vengono “prodotti” forzatamente dalle giovani donne e rivenduti hanno prezzi diversi a seconda che si tratti di maschi o femmine, nel primo caso il costo si aggira sui 550 euro mentre nel secondo sui 430. Questo mercato degli orrori va purtroppo ad evidenziare le carenze del sistema statale, sia nei paesi benestanti che nei paesi più poveri. Le lunghe attese e la burocrazia fanno ricadere la scelta di ricche famiglie sul mercato nero, incrementando così lo sfruttamento di giovani vittime e innocenti neonati. Questo fenomeno rappresenta al meglio l’asimmetria tra il ricco nord del mondo che può comprare ciò che più desidera e i paesi dove le persone non hanno altro se non il proprio corpo.

A cura di Sofia Perinetti

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