L’emergere della coesione europea di fronte alla guerra in Ucraina

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  Sofia Termentini
  08 marzo 2022
  4 minuti, 15 secondi

E’ la prima volta che gli europei reagiscono ad una guerra come un unico popolo. L’attacco di Putin in poco tempo ha modificato lo spirito dell’Unione Europea, portando una ventata di coesione non indifferente. Se all’inizio l’UE si muoveva con lentezza, ad oggi la situazione è cambiata radicalmente. All’improvviso le differenze interne che apparivano inguaribili, si sono indebolite sotto la potenza delle bombe su Kiev.

L’UE ha accelerato e rafforzato le contromisure nei confronti della Russia, mostrando solidarietà e fedeltà all’Ucraina. A partire dalle sanzioni economiche si può notare come oltre al congelamento di beni di società e oligarchi russi, sono state comprese anche le operazioni della Banca Centrale Russa. L’azione rende complicato alla Federazione l’utilizzo di riserve auree e in valuta estera. Per isolare ulteriormente l’orso, si è optato anche per l’esclusione di banche dal sistema Swift, che rende impossibile i pagamenti internazionali.
Borrell, però, ha sottolineato come l’emarginazione sia selettiva, perché le possibilità di finanziamento devono essere aperte in modo da “mandare soldi alle famiglie o pagare cose che sono necessarie”. Tra queste rientra il gas, nodo fondamentale per l’UE, che comporta quindi la non esclusione di Gazprombank dal sistema Swift, in quanto si tratta dell’istituto con cui gli europei pagano le forniture di gas a Mosca. Bruxelles ha optato per un programma di sanzioni che stoppa gli scambi commerciali tra UE e Minsk nei settori già colpiti per la Russia e vieta di importare dal regime di Likashenko prodotti come carburanti minerali, ferro, acciaio e tabacco. Un’operazione che va ad arricchire il tutto è la decisione di Standard & Poor’s di considerare i titoli di debito pubblico russo “spazzatura”. Con tale disposizione, i titoli pubblici che normalmente vengono utilizzati per ottenere prestiti, dovranno essere integrati con altri titoli o beni. Le misure economiche scelte dall’UE hanno ripercussioni in altri Paesi che non hanno adottato sanzioni, come la Cina, che potrebbe evitare le transizioni con la Russia per paura di ritorsioni occidentali.

Quello che è saltato agli occhi di tutti, è come sia emerso un sentimento di coesione nella questione “armi”. Per la prima volta l’Europa non si ferma a misure economiche ma va oltre, finanziando l’acquisto e la consegna di armi ed equipaggi per un paese sotto attacco. Con questa mossa, si comprende come l’UE si senta parte integrante di questa guerra, tanto che Ursula von der Leyen ha delineato il profilo dell’UE come “soggetto attivo in un conflitto”. La serietà e concretezza dell’azione è confermata da due iniziative. La prima, la messa al bando dei media governativi russi RT e Sputnik, in modo che la macchina mediatica del Cremlino non può diffondere menzogne per giustificare la guerra. La seconda, a livello comunitario, in quanto si attiva per la prima volta la European Peace Facility, strumento creato un anno fa come embrione del progetto di difesa europea, necessario per fornire armi e assistenza tecnica all’Ucraina.

L'UE ha inserito un sostegno finanziario, come incentivo, per spronare la maggioranza degli Stati ad inviare armi all’Ucraina. Nel frattempo, il problema dell’unanimità è stato annientato con “l’astensione costruttiva”, uno stato può rifiutarsi di inviare armi, ma senza ostacolare la decisione degli altri. In questo panorama, un notevole cambiamento storico, è stato mostrato dalla Germania, che si è allontanata dalla dottrina di non inviare armi, impegnandosi esplicitamente, nella fornitura di 1000 armi anticarro e 500 missili stinger. Il governo Scholz ha sottolineato la volontà di conseguire l’obiettivo dei paesi Nato di spendere il 2% del PIL per la difesa. La ciliegina sulla torta è stata posta dalla von der Layen, che in campo politico ha ipotizzato l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. L'esito è stato positivo, rivelando una reazione entusiasta di Zelensky.

L’azione europea è parallela a quella della Nato, che ha confermato il sostegno militare. Entrambe hanno l’obiettivo di isolare Mosca in maniera sempre più marcata. Putin di fronte questa risposta compatta, si è trovato disorientato, tanto da mettere in allerta il sistema di deterrenza russo, comprese le armi nucleari. Se finora le azioni europee si sono dimostrate opportune, per arrivare ad un accordo con la Russia non si può scendere nel campo delle provocazioni e soprattutto spogliare Putin dalla sua aurea di grandezza.

Di fronte questo quadro, non bisogna dimenticare che l’Unione Europea è nata come alternativa alla guerra, che per tempo aveva distrutto il continente. Il pacifismo è quindi una costante fin dagli accordi di Schuman e Adenauer. Se da un lato non sorprende vedere delle iniziali difficoltà nel creare una capacità comune di difesa, dall’altro l’illusione di soft power europea è stata enormemente abbattuta.

Guerra in Ucraina, dalle armi alle banche: le mosse dell'UE per contrastare la Russia, 28-02-22, Skytg24 https://tg24.sky.it/mondo/2022...

Guerra in Ucraina, così nasce la difesa comune UE, 01-03-22, Andrea Bonanni, https://www.repubblica.it/comm...

La (s)volta buona: la risposta dell'UE alla guerra in ucraina, 01.03-22, Antonio Villafranca, https://www.ispionline.it/it/p...

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L'Autore

Sofia Termentini

Sofia Termentini, class 2000, is a student of a Master’s triple degree in International Management-MIEX program. She is interested in international relations that keeps alive the world,especially the economic dimemsion and she has always been interested in the area of China. In the context of Mondo Internazionale she holds the position of Junior Researcher MI G.E.O. - Economic Area.

Sofia Termentini, classe 2000, è una studentessa del Master’s triple degree in International Management-programma MIEX.

Interessata alle relazioni internazionali, in particolare alla dimensione economica e da sempre appassionata all’area della Cina. All'interno di Mondo Internazionale ricopre la carica di Junior Researcher MI G.E.O. - Area Economia.

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