L'infertilità è un problema mondiale

  Articoli (Articles)
  Laura Rodriguez
  10 maggio 2023
  5 minuti, 3 secondi

Gli ultimi studi dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno fatto emergere dei dati preoccupanti: una persona su sei, nel mondo, sarebbe affetta da infertilità. Gli esperti hanno voluto sottolineare la globalità del problema, che riguarda quindi tutta la popolazione, senza esclusioni.

Stando alle informazioni raccolte, il primo elemento che salta all'occhio è la scarsa differenza registrata tra le varie regioni, sintomo della necessità di aumentare l'accesso alle cure per quella che può definirsi a tutti gli effetti una 'patologia' nel senso proprio del termine. In prima fila, il Direttore generale dell'Oms Tedros Adanom Ghebreyesus ha dichiarato che "il rapporto ha rivelato una verità importante: l'infertilità non fa discriminazioni".

Stesso destino ma diverse opportunità

Riconosciuta la rilevanza del tema, è bene analizzare la questione più da vicino. Il tasso di infertilità, definito come l'impossibilità di concepire dopo un anno di rapporti sessuali non protetti, è risultato pari al 17,8% nei Paesi a più alto reddito e al 16,5% in quelli a basso e medio reddito, per una media globale di 17,5% (corrispondente ad una persona ogni sei).

Il report comprende un'analisi dei dati relativi al periodo compreso tra il 1990 e il 2021. Questi provengono da 133 studi precedentemente pubblicati e, nonostante alcune variazioni, gli esperti ritengono che le differenze emerse non siano né sostanziali né conclusive. Le percentuali maggiori dei tassi, con un 23,2%, sono quelle registrate nel Pacifico occidentale, mentre quelle più basse, pari al 10,7%, sono quelle del Mediterraneo orientale.

Se è vero che tutti siamo nella stessa misura vulnerabili di fronte al problema, non si può invece dire che abbiamo le stesse armi per combatterlo. Una parte significativa dello studio ha infatti riscontrato che sono tante le differenze tra i Paesi sia per quanto riguarda i costi per i trattamenti di fertilità, sia per l'accessibilità a tali trattamenti. "È stato riscontrato che le persone nei Paesi più poveri spendono una percentuale significativamente maggiore del loro reddito per un singolo ciclo di Fiv (fecondazione in vitro) o per altre cure rispetto ai Paesi più ricchi", ha dichiarato Gitau Mburu, scienziato della ricerca sulla fertilità dell'Oms. È evidente che questa può essere una sfera ad alto rischio di disuguaglianza in materia di assistenza sanitaria.

Le cause e i rimedi

Secondo gli analisti, nel tempo possono essere diversi i fattori che hanno un'influenza sulla fecondità di una persona, e tra questi l'età è uno dei più importanti: la fertilità tende a diminuire all'aumentare dell'età della partner femminile. Tra gli altri fattori scatenanti, il Ministero della salute indica il fumo, l'obesità e l'eccessiva magrezza, tutte condizioni ritenute modificabili correggendo lo stile di vita e aumentando il benessere della persona. Anche la sedentarietà e, anche se per qualcuno può essere una sorpresa, l'eccessiva attività fisica, sono alcuni tra i principali elementi che rischiano di compromettere la capacità dell'individuo di procreare. In questi casi può essere determinante avere un'adeguata informazione a riguardo, così da poter intervenire preventivamente. Rimane inoltre vero che le cause più frequenti di infertilità, sia nelle donne che negli uomini, sono collegate a infezioni trasmesse sessualmente.

Per quello che riguarda le terapie, tenendo bene a mente che questa è una condizione che può colpire tanto il sistema riproduttivo femminile quanto quello maschile, si può ricorrere alla medicina, la chirurgia o alle tecnologie di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro. Nonostante sia un problema sanitario importante e diffuso, però, le soluzioni per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento rimangono "sottofinanziate" e "inaccessibili" per molti pazienti a causa dei costi elevati, ha dichiarato la dottoressa Pascale Allotey, direttrice del Dipartimento di Ricerca e Salute Sessuale e Riproduttiva dell'Oms.

Gli effetti sulla popolazione

Come spesso accade, i risvolti negativi legati alle malattie non si limitano a danni fisici, ma colpiscono anche (e soprattutto) la mente. Lo scienziato Mburu ha infatti poi aggiunto che il fatto di non essere fertili può facilmente influire sulla salute mentale delle persone, aumentando i rischi di ansia e depressione. Tra le altre cose, la frustrazione che deriva dalla condizione di infertilità potrebbe persino sfociare in violenza nei momenti di intimità col proprio partner. "Il nostro messaggio è che l'infertilità deve essere inclusa come priorità nella risposta ai bisogni delle popolazioni nei diversi Paesi", ha detto a tal proposito Mburu.

Volendo allargare lo sguardo, è interessante notare il nesso tra le percentuali riportate dall'Oms e il calo demografico registrato nei vari Paesi. In particolare, gli ultimi dati dell'Istat (il nostro istituto di ricerca) sulla popolazione italiana hanno rilevato un nuovo calo nel 2022, con circa 179.000 unità in meno rispetto all'inizio dell'anno. I motivi? Da un lato, il caldo eccessivo nei mesi di luglio e agosto, ma dall'altro, le poche nascite. Quanto alla localizzazione del fenomeno, la zona del mezzogiorno sembra quella maggiormente colpita, mentre al centro e al nord il calo è risultato più contenuto.

Ad oggi, i nuovi nati ogni anno nella penisola sono neanche 400.000, con una riduzione annua di circa 14.000 unità. Questo deve essere un campanello d'allarme perché, proseguendo con questo trend negativo, si prospetta che nel 2050 si arrivi al preoccupante traguardo delle "nascite zero". Non è difficile comprendere a questo punto la centralità del problema, soprattutto per quello che riguarda gli effetti a lungo termine.

Tra gli esperti che si sono esposti sul tema dell'infertilità c'è stato chi, come l'endocrinologo riproduttivo e specialista in infertilità David Keefe, ha sottolineato come nei vari discorsi sulla salute pubblica, finora la tendenza sia sempre stata quella di focalizzarsi sul problema della sovrappopolazione. È anche per questo che il report è particolarmente importante, accendendo per la prima volta i riflettori sull'infertilità.

Riproduzione Riservata ®

Le fonti utilizzate per la stesura dell’articolo sono consultabili ai seguenti link:

https://www.who.int/news/item/04-04-2023-1-in-6-people-globally-affected-by-infertility Report Oms

https://www.radiobullets.com/rubriche/approfondimenti/litalia-e-in-pieno-declino-demografico-come-fermarlo/?cli_action=1681804009.817

https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1679308930.pdf dati Istat

https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?area=Salute%20donna&id=4473&lingua=italiano&menu=vuoto#:~:text=Il%20fumo%2C%20l'obesit%C3%A0%20o,e%20riproduttiva%20di%20un%20individuo Ministero della salute

Link foto: https://images.rawpixel.com/image_800/czNmcy1wcml2YXRlL3Jhd3BpeGVsX2ltYWdlcy93ZWJzaXRlX2NvbnRlbnQvbHIvMjI3YS1leWUtMDA1OS5qcGc.jpg

Condividi il post

L'Autore

Laura Rodriguez

Categorie

Diritti Umani

Tag

infertilità calo demografico terapie Salute mentale