Come si vive nelle carceri d’Europa?

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  Laura Rodriguez
  27 marzo 2023
  4 minuti, 49 secondi

Già un primo rapporto del maggio 2022, redatto dell’ente mondiale della sanità, aveva richiamato all’attenzione i vari governi europei in merito alle condizioni dei detenuti nelle carceri dei rispettivi Paesi. Nello specifico, con riferimento ai carcerati della Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ammontano a più di un milione e mezzo di persone, i dati avevano rivelato che la loro salute è decisamente più vulnerabile di quella della popolazione generale. La panoramica delle disuguaglianze a cui sono esposti i detenuti è ampia e per questo ha sollevato non poche preoccupazioni a riguardo.

Se già si era consapevoli di problemi come quelli legati alle malattie croniche dovute all’abuso di alcol, fumo, protratta sedentarietà e alimentazione perlopiù scorretta, il report ha contribuito ad ampliare lo spettro. A queste difficoltà vanno infatti aggiunte anche considerazioni riguardo i rischi ambientali (strettamente legati alle condizioni dei luoghi in cui vivono i detenuti) e gli effetti di un limitato accesso ai servizi di assistenza sanitaria

"Le malattie non trasmissibili causano il 71% dei decessi a livello globale e rappresentano una sfida per i sistemi sanitari. Tuttavia, le malattie non trasmissibili sono scarsamente riconosciute come un importante problema sanitario nelle carceri, dove l’obiettivo principale è stato tradizionalmente la prevenzione delle malattie infettive e degli infortuni”. 

Sono le parole pronunciate dal direttore regionale dell’Oms per l’Europa Hans Henri P. Kluge. A questo proposito, le indicazioni dell’OMS sono chiare e inequivocabili: le politiche sulle malattie non trasmissibili nelle carceri dovrebbero concentrarsi su più fattori sanitari rispetto a prima, senza perdere di vista il fatto che l’ambiente carcerario ha delle sue specificità che vanno tenute in considerazione durante la progettazione di interventi e politiche.

A riprova delle criticità connesse alla vita in cella, i numeri emersi dalla ricerca hanno evidenziato che la probabilità di avere una cattiva condizione respiratoria, incluse patologie come l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, siano tra le tre e sei volte superiori tra gli individui nelle carceri rispetto alle comunità esterne.

Nonostante le sollecitazioni dell’OMS che ha, tra le altre cose, promosso la creazione di un corso di formazione chiamato “Innovazione nella politica e nell’azione delle malattie non trasmissibili: un corso per gli operatori sanitari carcerari”, la questione delle condizioni dei detenuti europei continua ad essere motivo di preoccupazione.

Il secondo rapporto

Non stupisce quindi che il secondo "Rapporto sullo stato della salute carceraria nella regione europea dell'OMS" lanciato nel febbraio 2023 dall’OMS Europa sulla base dei dati di oltre 600.000 detenuti, abbia richiamato l’attenzione su nuovi (e vecchi) problemi sociali. L’accento è stato posto in primis sui problemi del sovraffollamento e sulla mancanza di servizi per la salute mentale. I risultati dello studio condotto hanno sottolineato che i disturbi mentali, con il 32,8% sul totale della popolazione carceraria, sono la patologia più diffusa e colpiscono un detenuto su tre. Un dato che sarebbe addirittura sottostimato visto che "la maggior parte delle malattie non trasmissibili sono scarsamente registrate e meno della metà dei Paesi esaminati ha fornito i dati", secondo quanto rilasciato dall’OMS nel report. Depressione, disturbo affettivo bipolare, schizofrenia e disturbi dello sviluppo, sono le principali malattie di cui si è parlato. Tutte patologie che, secondo l’ente mondiale, richiedono maggiori investimenti da parte degli Stati per poter essere gestite nella maniera corretta.

Cause e possibili soluzioni

Ma quali sono le cause di questa tendenza a sviluppare disturbi mentali? Uno dei fattori che può darci una risposta è, come preannunciato poco sopra, il sovraffollamento nelle carceri. In Europa, un paese su cinque ha segnalato il fenomeno ed anche per questo l’OMS ha proposto, tra le varie iniziative, di prendere in considerazione delle misure alternative alla detenzione per i reati che non presentano un elevato rischio per la società, evitando in questo modo di stipare troppe persone nella stessa struttura. Per ovviare al problema, un’altra soluzione avanzata dal Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt), è quella di fissare un limite massimo assoluto al numero di detenuti in tutte le carceri, rispettando uno spazio vitale minimo di quattro metri quadrati nelle celle collettive e di sei metri quadrati in quelle individuali.

Quelli emersi dall’indagine sono numeri che, con Paesi come Belgio e Turchia in cui il sovraffollamento tocca il 108%, hanno spinto il Consiglio d’Europa a tentare di porre fine a questa tendenza perché non solo mette a rischio tutti i detenuti, ma può portare anche a complicazioni in termini di sicurezza del personale carcerario.

Se da un lato è necessario lavorare sulle variabili che possono favorire lo sviluppo delle malattie mentali, dall’altro non devono mancare le considerazioni sugli effetti che hanno tali disturbi. Il suicidio, infatti, è la principale causa di morte in carcere e il suo tasso è molto più alto rispetto alla popolazione generale. A queste valutazioni vanno poi aggiunte le questioni legate ai problemi di tossicodipendenza a cui la maggior parte dei detenuti è generalmente avvezza. Ne è un esempio la Francia, dove si stima che la tossicomania colpisca il 18,4% dei detenuti e la dipendenza da alcol il 27,9%.

Ciò che si legge alla fine del rapporto è che tutti i cittadini hanno diritto ad un'assistenza sanitaria di buona qualità, indipendentemente dal loro status giuridico; infatti, l'incarcerazione non dovrebbe mai diventare una condanna al peggioramento della salute.

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Le fonti utilizzate per la stesura dell'articolo sono consultabili ai seguenti link

https://www.salutementale.net/rapporto-oms-sovraffollamento-e-mancanza-di-servizi-per-la-salute-mentale-in-carcere/

https://www.helpconsumatori.it/diritti/salute-nelle-carceri-oms-in-europa-sovraffollamento-e-servizi-per-la-salute-mentale-carenti/

https://transform-italia.it/malattie-croniche-salute-mentale-e-carcere-il-nuovo-rapporto-oms/?pdf=24410

World Health Organisation European Region, “Status report on prison health in the WHO European Region 2022”

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Europa Diritti Umani

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