L'OMS in allerta per l'aumento dei casi di Marburg in Africa

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  Chiara Cecere
  01 maggio 2023
  3 minuti, 42 secondi

La malattia da virus di Marburg (MVD), precedentemente nota come “febbre emorragica di Marburg”, è una malattia emorragica grave e con un alto tasso di mortalità causata dai Marburg virus, appartenente alla famiglia dei Filoviridae, la stessa famiglia di quello che causa la malattia da virus Ebola. Sebbene la malattia da virus di Marburg sia rara, il virus ha il potenziale di causare epidemie con significativi tassi di mortalità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il tasso di fatalità è di circa il 50%. I tassi di mortalità variano dal 24% all'88% nelle epidemie passate, a seconda del ceppo virale e della gestione dei casi.

L'insorgenza dei sintomi è improvvisa e si caratterizza da febbre, brividi, mal di testa e dolori muscolari. Intorno al quinto giorno dall'insorgenza dei sintomi possono manifestarsi lesioni cutanee sul torace, schiena e addome. Possono comparire nausea, vomito, dolore toracico, mal di gola, dolore addominale e diarrea. I sintomi diventano sempre più gravi e possono includere ittero, pancreatite, grave perdita di peso, delirio, shock, insufficienza epatica, emorragie interne e disfunzione degli organi. Quando un individuo viene infettato dal virus, il Marburg può trasmettersi da uomo a uomo attraverso il contatto diretto con il sangue, le secrezioni o altri fluidi corporei (urina, saliva, sudore, feci, vomito, latte materno, liquido amniotico e sperma) di persone infette o attraverso il contatto indiretto con superfici e oggetti contaminati da materiale infetto (ad es. biancheria da letto, indumenti). La trasmissione attraverso ferite da aghi contaminati è associata a malattie più gravi, rapido deterioramento e a un tasso di mortalità più elevato. Il virus può essere contratto anche attraverso contatti sessuali non protetti con persone guarite dalla malattia, poiché il virus sembra permanere nel liquido seminale per diversi mesi dopo la guarigione. La malattia da virus di Marburg non è considerata contagiosa prima della comparsa dei sintomi.

La maggior parte delle epidemie naturali di malattia da virus Marburg è stata collegata all'ingresso umano in miniere e grotte infestate da pipistrelli. I Rousettus aegyptiacus, pipistrelli della frutta della famiglia Pteropodidae, sono infatti considerati ospiti naturali del virus Marburg. Due grandi focolai che verificati contemporaneamente a Marburgo e Francoforte in Germania e a Belgrado, in Serbia, nel 1967, hanno portato al riconoscimento iniziale della malattia. L'epidemia era associata a lavori di laboratorio con scimmie verdi africane (Cercopithecus aethiops) importate dall'Uganda. Successivamente, sono stati segnalati focolai e casi sporadici in Angola, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Sudafrica (in una persona con un recente viaggio in Zimbabwe) e Uganda. Nel 2008 sono stati segnalati due casi indipendenti in viaggiatori che avevano visitato una grotta abitata da colonie di pipistrelli Rousettus in Uganda. Non esiste un trattamento antivirale specifico per malattia da virus Marburg, e i vaccini sono ancora in fase di sperimentazione clinica. La terapia di supporto come somministrazione di fluidi, trattamento per prevenire la disidratazione, supplementazione di ossigeno, nonché trasfusioni di sangue ed emoderivati, può migliorare l'esito clinico impedendo la morte.

Attualmente, sono in corso focolai epidemici di malattia da virus Marburg in Tanzania e Guinea Equatoriale, per cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha attivato la sorveglianza sanitaria nei confronti del personale di organizzazioni governative, organizzazioni non governative e cooperanti impiegati in queste zone.
Da quando è stato lanciato l’allarme nel 2021 dopo la prima vittima di Marburg, il virus ha continuato a rappresentare una potenziale minaccia epidemica in alcune zone dell’Africa. L’OMS torna a concentrarsi sul Marburg dopo mesi di silenzio per segnalare i nuovi contagi, 9 casi in Guinea Equatoriale, di cui 7 decessi, e 8 in Tanzania, di cui 5 decessi. Il problema della non trasparenza delle autorità africane persiste, infatti si sospetta che possano essere stati nascosti altri casi di infezione, focolai e ulteriori vittime del virus Marburg. L’OMS ha dichiarato di essere a conoscenza di ulteriori casi non segnalati ufficialmente dal governo locale. Il direttore delle emergenze dell’OMS ha colto l’occasione più volte per ribadire che i paesi hanno l’obbligo di segnalare le informazioni sui contagi e che i ritardi possono essere un grave danno al contrasto della malattia.

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Fonti consultate per la stesura di questo articolo:

https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/marburg-virus-disease

https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioFaqMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=48

https://www.microbiologiaitalia.it/virologia/virus-marburg-oms/

link immagine: : https://www.pexels.com/photo/c...

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L'Autore

Chiara Cecere

La mia passione per ciò che studio deriva dalla mia inappagabile curiosità, unita ad un briciolo di idealismo. Per quest’ultimo aspetto, le mie esperienze all’estero in precedenza sono state concentrate sui paesi scandinavi: ho trascorso un anno a Stoccolma lavorando come ragazza alla pari durante il mio gap year prima dell’università e ho vinto lo scambio con la prestigiosa università di Lund da gennaio a giugno 2020, durante la triennale in Diplomatic International Sciences all'Università di Bologna. La mia determinazione è confermata dal fatto che sia riuscita a raggiungere un buon livello di svedese in meno di un anno. Inoltre, il secondo semestre del primo anno (gennaio 2022), ho preso parte ad un secondo Erasmus presso l’università di Science Po Lyon, che ho vinto facendo domanda per la carriera futura, magistrale di International Relations - International Affairs. Sono appassionata ed entusiasta riguardo alla scelta del corso di studi triennale, per cui ho scelto di continuare con una magistrale in International Affairs all’università di Bologna. Ho scelto il curriculum di International Affairs proprio perché sono attratta da aree geografiche diverse dall’Europa, in particolare l’Africa. Considero la mia apertura mentale e la mia sensibilità culturale le mie migliori qualità, e la mia forza motrice è una grande curiosità unita a un pizzico di idealismo.

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