L'ONU denuncia la brutalità della polizia brasiliana

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  Sofia Termentini
  31 agosto 2022
  4 minuti, 46 secondi

La violenza della polizia in Brasile è un problema vecchio che da sempre attira l’attenzione internazionale. Ad oggi ha acquisito una componente politica nel discorso presidenziale. Infatti molto spesso è supportata dallo stesso Bolsonaro e i suoi sostenitori, basti pensare al massacro di Vila Cruzeiro, dove il presidente e il governatore di Rio de Janeiro hanno applaudito. Addirittura il presidente sui social ha scritto “Congratulazioni ai “guerrieri” della polizia militare di Ro de Janeiro che hanno neutralizzato almeno 20 criminali collegati al narcotraffico”. Questo anche perché le forze armate e le forze di sicurezza sono una parte importante dell’elettorato, ma soprattutto perché in caso di tentativo di colpo di stato le forze dell’ordine sarebbero fondamentali.

Di fronte a questo scenario non tarda ad arrivare la presa di posizione internazionale. L’ONU ha denunciato in un rapporto del “Comitato per i Diritti dei Bambini” le forze di polizia brasiliana per l’alto numero di esecuzioni extragiudiziali di bambini e sottolinea come l’impunità sia generalizzata nel paese. Secondo questo l’aumento delle esecuzione è stato dato dal tentativo di ripulire Rio de Janeiro per le olimpiadi del 2016. Lo stesso Renate Winter, vice-presidente del comitato ha affermato che ciò è avvenuto per mostrare a tutti “una città senza questi tipi di problemi." L’esito è stato dato dopo giorni di incontri tra il Comitato dell’Onu e il governo brasiliano, il quale è stato sottoposto a un esame in relazione alla sua politica dell’infanzia. Infatti, il Brasile ha un alto indice di omicidio dei giovani nel mondo, in maggioranza afro-brasiliani, e i minori non sono altro che il bersaglio della violenza della polizia e della criminalità organizzata. Il risultato del rapporto non ha fatto altro che mostrare una violenza acuta contro i giovani che deve essere combattuta. Il presidente del comitato Mezmur ha dichiarato che molti giovani sono stati arrestati in maniera illegale; anche l’esperto ONU Gehad Madi ha dichiarato che bisogna intervenire per evitare che si ripeta quello già visto durante la Coppa del Mondo del 2014.

L’Onu molto preoccupato per la situazione ha anche richiesto che i responsabili siano sottoposti a pene più pesanti, allontanati dalle loro funzioni e che nasca un sistema indipendente in grado di giudicare le operazioni di polizia nelle favelas. Inoltre ha sollecitato la realizzazione di indagine effettive su tutte le morti dei bambini. L’organizzazione sottolinea la presenza di una violenza generalizzata da parte della polizia militare, delle UPP e del BOPE contro i bambini di strada e delle favelas. In particolare, l’ONU denuncia “l’elevato numero di esecuzioni extragiudiziali di bambini da parte della Polizia militare, di milizie paramilitari e della Polizia civile”, senza tralasciare la responsabilità per la scomparsa dei minori, di torture e dell’omissione di soccorso. L’ONU ha anche varato un avvertimento in riferimento ai bambini di strada Il Comitato è profondamente preoccupato per il grande numero di bambini di strada che sono soggetti vulnerabili di esecuzioni sommarie, tortura e sparizioni forzate, o reclutate da gruppi criminali, abuso di droghe e sfruttamento sessuale”. Inoltre suggerisce la nascita di centri appositi di accoglienza e di assistenza, con la variazione di leggi brasiliane riguardo la proibizione dell’arresto arbitrario di bambini di strada. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, la vulnerabilità dei bambini è aumentata ed è sempre più facile il coinvolgimento dei bambini della criminalità organizzata. Tutto ciò si può combattere con lo sviluppo di strategie che portano al rinserimento dei giovani nella società, partendo dalla battaglia contro la povertà e della bassa qualità di istruzione. L’Onu ha espresso anche titubanza nei confronti di misure di sicurezza pubblica riguardo l’approvazione della legge alla Camera dei Deputati per ridurre la maggiore età per la responsabilità penale ai 16 anni e aumentare dai tre ai dieci anni la detenzione. Bisogna anche sottolineare come "molti adolescenti vengono reclusi per reati minori che non giustificano la privazione della libertà". Anche le condizioni di detenzione dei giovani sono oggetto di critiche, a fronte della situazione igienico-sanitaria e del sovraffollamento. La relazione mostra anche un aumento delle violenze sessuali contro i minori, reclusi nelle stesse strutture degli adulti.

Tra il 2019 e il 2021, secondo la commissione ARNS, le esecuzioni sono aumentate e la violenza è sempre più “classista e razzista”, dato che la maggior parte delle vittime sono afrodiscendenti e gli avvenimenti sono principalmente nelle favelas e nei quartieri periferici. Purtoppo il problema è cronico, soprattutto negli stati di Rio de Janeiro e San Paolo. La violenza della polizia in Brasile ha nuovamente ricevuto l’attenzione internazionale nelle ultime settimane, dopo il massacro di almeno 23 persone in un’operazione della polizia contro l’organizzazione criminale Comando Vermelho a Vila Cruzeiro, zona nord di Rio de Janeiro. L’episodio non rappresenta una novità tantoché in sei anni il numero dei massacri nella città di Rio, infatti è sestuplicato. Attualmente sono state istituite nuove regole, come la sospensione delle indagini sui reati commessi dalla polizia durante le attività o quelle che permettono l’acquisto di armi da parte dei cacciatori. Ad oggi, l’unica istituzione che resiste a Bolsonaro è il tribunale supremo federale, infatti lo stesso Pinhero sostiene che c’è un governo ostile ai diritti umani, alle norme democratiche di controllo delle forze di polizia e alla società civile.

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Fonti consultate per il seguente articolo:


Pavia Gloria. "Brasile. Dossier all’ONU sulla brutalità della polizia nelle favelas." 11 giugno 2022. https://www.dirittiglobali.it/...

Associazione Yabasta. "L’ONU denuncia le forze di polizia brasiliane per "l’elevato numero di esecuzioni extragiudiziali di bambini" e sottolinea che l’impunità è "generalizzata" nel paese."https://www.yabasta.it/spip.ph...

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L'Autore

Sofia Termentini

Sofia Termentini, class 2000, is a student of a Master’s triple degree in International Management-MIEX program. She is interested in international relations that keeps alive the world,especially the economic dimemsion and she has always been interested in the area of China. In the context of Mondo Internazionale she holds the position of Junior Researcher MI G.E.O. - Economic Area.

Sofia Termentini, classe 2000, è una studentessa del Master’s triple degree in International Management-programma MIEX.

Interessata alle relazioni internazionali, in particolare alla dimensione economica e da sempre appassionata all’area della Cina. All'interno di Mondo Internazionale ricopre la carica di Junior Researcher MI G.E.O. - Area Economia.

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