L’UE mette al bando il riconoscimento facciale

  Articoli (Articles)
  Giulia Pavan
  23 ottobre 2021
  4 minuti, 27 secondi

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione nella quale si chiede alla Commissione europea di bandire il riconoscimento facciale in tutta l’Unione Europea. La risoluzione, adottata il 6 ottobre 2021, si colloca all’interno del tema dell’Intelligenza Artificiale (IA) e del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. L’obiettivo di questa risoluzione è quello di combattere la discriminazione e difendere il diritto alla privacy degli individui.

Cosa si intende per riconoscimento facciale

Il riconoscimento facciale è una tecnologia avanzata che identifica o conferma l’identità di un soggetto a partire dal suo viso. Questo sistema permette di riconoscere persone in foto, video o in tempo reale. È un tipo di tecnologia biometrica che rileva il volto di un individuo, ne analizza i tratti somatici fondamentali, utilizza i dati raccolti per effettuare un confronto con un database preesistente e ricerca una possibile corrispondenza.
Il riconoscimento facciale viene utilizzato dalle forze dell’ordine per identificare i criminali o per la ricerca di persone scomparse, dagli smartphone per attivare la funzione di sblocco, dagli esperti del marketing per analizzare le reazioni dei consumatori, dagli aeroporti per facilitare il controllo dei passeggeri, e in molti altri ambiti ancora. I vantaggi di questi sistemi si traducono in una maggiore sicurezza e in una rapida ed efficiente elaborazione dei dati. Tuttavia, il rischio di errore, l’aumento della sorveglianza, la violazione della privacy e l’archiviazione di dati di massa sono elementi che non possono essere ignorati dai governi e dalle istituzioni.

La risoluzione del Parlamento

Il 6 ottobre 2021 è stata approvata a maggioranza dal Parlamento europeo la risoluzione riguardante il riconoscimento facciale come strumento di prevenzione generalizzata. Nello specifico, si chiede alla Commissione di imporre il divieto assoluto dell’uso di sistemi che effettuano il riconoscimento facciale automatico delle persone. Il fine di questa risoluzione è che il riconoscimento facciale sia utilizzato solo come strumento per riconoscere soggetti già sospettati di un crimine e non in ipotesi generalizzate su vasta scala. Inoltre, il Parlamento chiede l’eliminazione di banche dati private che impiegano l’Intelligenza Artificiale per schedare volti senza consenso, violando il diritto alla privacy. Nella risoluzione viene condannato anche l’utilizzo del riconoscimento facciale per la polizia predittiva (l’analisi di dati statistici volta ad anticipare i crimini grazie alla combinazione di diversi tipi di dati raccolti su un individuo), al fine di evitare discriminazioni dovute a errori presenti negli algoritmi. Si chiede anche di vietare i sistemi di punteggio sociale, impiegati per valutare l'affidabilità dei cittadini in base al loro comportamento, abitudini o personalità.

I rischi dell’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale ha fatto numerosi progressi negli ultimi anni ed è diventata uno strumento essenziale nella vita di tutti i giorni. La società e l’economia sono state influenzate positivamente dall’efficienza e dalla convenienza di questi sistemi, tuttavia i rischi non sono da sottovalutare. La mancanza di trasparenza degli algoritmi causa discriminazioni nei confronti di individui appartenenti a determinate comunità etniche, bambini e anziani, nonché donne. Un altro problema riguarda la responsabilità per i danni causati da un dispositivo controllato dall’Intelligenza Artificiale: in un incidente con un’auto a guida autonoma, la responsabilità del danno viene attribuita al proprietario, al costruttore o al programmatore? Inoltre, l’IA può minacciare la protezione dei dati personali e il diritto alla privacy attraverso l’utilizzo di dispositivi per il riconoscimento facciale o per la profilazione online. Questi sistemi spesso raccolgono dati senza il consenso degli individui e producono risultati con un alto margine di errore e discriminazione.

La tutela delle libertà da parte dell’UE

La protezione dei diritti fondamentali dell’essere umano è una prerogativa fondamentale dell’Unione Europea. Per questo il Parlamento si impegna da anni a regolamentare l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, con lo scopo di assicurare il benessere e la sicurezza degli individui. Per garantire la conformità ai diritti fondamentali e la produzione di risultati affidabili e chiari, l’UE richiede la completa trasparenza e tracciabilità dei sistemi di IA. Tuttavia, alcuni Stati membri continuano a fare largo uso dei sistemi dell’IA, soprattutto impiegano il riconoscimento facciale senza scrupoli. Questo è dovuto a lacune normative e differenze regolamentari riguardanti l’utilizzo di tali sistemi.

È necessario definire un preciso quadro istituzionale per l’uso dell’Intelligenza Artificiale che assicuri il rispetto dei principi fondamentali, del benessere e della sicurezza dei cittadini. Il Parlamento, nella risoluzione del 6 ottobre 2021, ha evidenziato come l’IA e tutte le sue applicazioni siano essenzialmente “strumenti al servizio delle persone”. Pertanto, il riconoscimento facciale non deve essere utilizzato a discapito degli individui, bensì per fornire un servizio di tutela che sia trasparente e corretto. Il relatore Petar Vitanov si è espresso dicendo: “Stiamo inviando un chiaro segnale che i diritti fondamentali sono incondizionati. Per la prima volta in assoluto, chiediamo una moratoria sul dispiegamento dei sistemi di riconoscimento facciale per scopi di applicazione della legge, poiché la tecnologia ha dimostrato di essere inefficace e spesso porta a risultati discriminatori. Siamo chiaramente contrari alla polizia predittiva basata sull’uso dell’IA e a qualsiasi elaborazione di dati biometrici che porti alla sorveglianza di massa. Questa è una grande vittoria per tutti i cittadini europei”.

Condividi il post

L'Autore

Giulia Pavan

Tag

Commissione Europea