Oman, il Sultanato dell’idrogeno

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  Federica Luise
  04 agosto 2023
  4 minuti, 4 secondi

Il Sultanato dell’Oman è situato in una posizione di rilevanza strategica globale, all’incrocio tra il Medio Oriente, il Subcontinente indiano e l’Africa orientale. Il paese si affaccia sull’ingresso dello stretto di Hormuz attraverso l’exclave del Musandam, arteria fondamentale per le rotte commerciali e per l’export di idrocarburi; e sul Mar Arabico attraverso la notevole estensione nella porzione meridionale della Penisola Arabica. Il Paese detiene un primato per la posizione geografica, le ampie risorse naturali e il buon grado di diplomazia con i Paesi circostanti, mantenendo la neutralità nei conflitti regionali e globali.

Negli ultimi decenni, il processo di modernizzazione intrapreso a partire dal 2011 concerne diversi settori: dalla riorganizzazione del governo al programma Vision2040, oltre ad importanti miglioramenti nel campo dell’istruzione. Infatti, attualmente la forza lavoro dell’Oman vanta di importanti competenze in ingegneria chimica e gestione del carburante, che soddisfano le richieste lavorative del settore energetico nazionale.

Mascate ha sviluppato relazioni diplomatiche con le Grandi Potenze, in particolare con la Cina, la quale è interessata sia all’offerta di idrocarburi, sia alla collaborazione nel progetto Belt&Road Initiative per gli scambi commerciali.



La transizione energetica

In vista del meeting sul clima della COP28, che si terrà a Dubai, la transizione delle economie basate sui combustibili fossili verso l’energia pulita è sempre di più un tassello necessario per lo sviluppo commerciale ed economico degli Stati.

Il settore energetico di Mascate si occupa della produzione, industria ed esportazione di petrolio e di gas, di cui quest’ultimo garantisce il 95% della produzione di elettricità, oltre al fatto che le esportazioni rappresentano il 60% del reddito nazionale. Assieme alla produzione di ferro, acciaio, alluminio e prodotti petrolchimici contribuiscono, quindi, ad un livello notevole di emissioni di CO2. Per questo, il governo del Sultano Haytham ha già adottato l’obiettivo delle emissioni nette zero entro il 2050 tramite un programma di decarbonizzazione del Paese, elettrificazione di parte delle catene di approvvigionamento di gas e petrolio e riduzione delle emissioni delle industrie.

Il principale protagonista del programma è l’idrogeno verde, che, insieme all’energia solare, eolica, geotermica e mareomotrice, permetterebbe di creare un valore economico aggiunto, migliorare la competitività industriale e attrarre nuovi investimenti nel settore energetico. Uno dei principali progetti riguarda l’uso di elettrolizzatori alimentati ad elettricità rinnovabile per estrarre l’idrogeno dall’acqua di mare desalinizzata e trasportarlo sotto forma di ammoniaca tramite le infrastrutture, già presenti per il trasporto combustibili fossili, lungo le importanti rotte di mercato tra Europa ed Asia.


Investimenti internazionali

Per assicurare il corretto svolgimento del programma e per la sicurezza degli investitori, il governo omanita ha stabilito un’entità indipendente dal nome Hydrogen Oman (HYDROM).

Secondo l’ultimo rapporto dell’International Energy Agency, dal titolo “Renewable Hydrogen from Oman: a Producer Economy in Transition”, annunciato nella sede di Parigi davanti al Ministro omanita dell’Energia e dei Minerali, Salim al Aufi, e ad alti dirigenti ed analisti dell’IEA, pare che l’Oman sia sulla buona strada per diventare il sesto maggiore esportatore di idrogeno a livello globale entro il 2030.

Lanciata la sfida, sono stati firmati diversi accordi internazionali per la produzione di idrogeno nelle aree di Duqm e di Salalah con BP Oman; il consorzio Amnah, composto da Copenhagen Infrastructure Partners (CIP) (conosciuti in Italia per lo sviluppo di parchi eolici galleggianti), Blue Power Partners (BPP) e Al Khadra; ed infine con l’alleanza “Oman Green Energy” (GEO) composta da InterContinental Energy, Shell, OQ ed Enertech Holding Company. Si prevede che la produzione totale di questi tre progetti raggiungerà circa mezzo milione di tonnellate di idrogeno verde, ovvero 12 gigawatt di capacità di energia rinnovabile.

HYDROM ha firmato, inoltre, un memorandum d’intesa con OQ Gas Networks per lo sviluppo di gasdotti green e un altro con la società energetica tedesca Siemens per la ricerca sull’idrogeno.


Il settore energetico del futuro

Nonostante il Sultanato dell’Oman, insieme all’Agenzia Internazionale per l’Energia, siano a conoscenza del lungo lavoro richiesto per lo sviluppo del comparto di idrogeno, si sono definiti soddisfatti della collaborazione, con l’annuncio che il settore dell’H2 potrebbe diventare una delle maggiori industrie al mondo, oltre che ridurre drasticamente l’uso e la distribuzione di combustibili fossili, dannosi per l’ambiente.

L’Oman diventerebbe, quindi, insieme al Kuwait, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, uno tra i primi stati a sostenere una transizione ordinata verso un’economia energetica a basse emissioni.


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Fonti consultate per il presente articolo:

link immagine: https://unsplash.com/it/foto/i5NtNB9xmCE

Vanessa Combattelli, Un Sultanato sulla Via della Seta, in Scenari Internazionali, 2022.

https://www.iea.org/news/oman-s-huge-renewable-hydrogen-potential-can-bring-multiple-benefits-in-its-journey-to-net-zero-emissions

https://www.geopolitica.info/oman-riforme-contestazioni/

https://intercontinentalenergy.com/green-energy-oman

https://fm.gov.om/

https://www.cdp.it/sitointernet/page/it/greenit_e_copenhagen_infrastructure_partners_al_via_lo_sviluppo_in_italia_di_tre_parchi_eolici_offshore_galleggianti_da_2_gw?contentId=CSA42677

https://www.omanobserver.om/article/1138203/business/energy/amnah-consortium-to-invest-6-bn-in-oman-green-hydrogen-project

https://www.aljazeera.com/opinions/2023/7/26/oman-shows-how-a-fossil-fuel-producer-can-embrace-clean-energy

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Federica Luise

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