“Pinocchio” di Guillermo del Toro: un burattino ai tempi del fascismo

  Articoli (Articles)
  Luca Formisano
  19 dicembre 2022
  5 minuti, 16 secondi

Guillermo del Toro, uno dei migliori registi contemporanei

Dallo scorso 4 dicembre - per pochi giorni al cinema e poi successivamente in streaming su Netflix - è uscito l’ultimo film di Guillermo del Toro: Pinocchio (Guillermo del Toro’s Pinocchio).

Del Toro, classe ‘64, nato in Messico, si era già fatto conoscere al mondo per film come La spina del diavolo (El espinazo del diablo, 2001) e il labirinto del fauno (El labirinto del fauno, 2006); nel 2018 ha vinto due premi oscar (uno per la miglior regia e uno per il miglior film) grazie a La forma dell’acqua - The Shape of Water (The Shape of Water, 2017).

Lo stile di del Toro è molto riconoscibile: quando guardiamo un suo film, infatti, oscilliamo tra una favola ed una storia horror, ipnotizzati da una ricercata bellezza estetica.

In lavorazione dal 2008, questo film su Pinocchio è stato fortemente voluto dal regista messicano, ma l’elevato budget richiesto per poterlo realizzare con la tecnica Passo uno (Stop Motion) ha rallentato la produzione del progetto.

Le Avventure di Pinocchio e lo stile di Guillermo del Toro

Il romanzo di Carlo Collodi uscito nel 1883 è un fantasy per ragazzi. Il romanzo narra la storia di un burattino, Pinocchio, costruito dal povero falegname Geppetto. Nelle sue avventure, Pinocchio conoscerà molti personaggi tra cui il Grillo Parlante, la Fata Madrina, Mangiafuoco e il gatto e la volpe; questi ultimi, per buona parte della storia, cercheranno di ingannare e portare il burattino sulla cattiva strada.

Il romanzo è costellato di elementi macabri e grotteschi come il tentativo di Mangiafuoco di bruciare il burattino per cuocersi il pasto, l’impiccagione di Pinocchio da parte del gatto e della volpe, la morte per eccesso di risate di un serpente e, infine, la celebre scena dove Geppetto, alla ricerca di suo figlio Pinocchio, viene mangiato da un pescecane.

Lo scopo del romanzo è rappresentare un‘allegoria della società italiana di quel tempo ma, dato che il pubblico del romanzo è composto principalmente da ragazzini, ci sono anche aspetti pedagogici e il libro, quindi, viene considerato un romanzo di formazione.

Nel tempo, il successo mondiale dell’opera ha portato a trasposizioni di vario tipo; al cinema sono da ricordare film come Pinocchio (1940) di Disney, o i live action come l’italiano Pinocchio (2002), interpretato da Benigni o, ancora, il Pinocchio (2019) diretto da Matteo Garrone (sempre con Benigni) che in questo film ha il ruolo di Geppetto. Infine, Pinocchio (2022) diretto da Robert Zemeckis.

La Stop Motion è un esercizio di stile

La Stop Motion o Passo Uno in italiano è una tecnica cinematografica che prevede l’animazione di oggetti reali come le marionette, modellini e giocattoli utilizzando un tipo particolare di cinepresa azionata dall’operatore che impressiona un singolo fotogramma alla volta. 

Affinché la ripresa sia fluida all’occhio umano sono necessarie molte pose e, di conseguenza, molti fotogrammi (24 fotogrammi al secondo per l’immagine cinematografica). Questa tecnica richiede molta pazienza e cura dei minimi dettagli, perciò i tempi di lavorazione di un film che utilizza la stop motion sono molto più dilatati rispetto a quelli di una pellicola che ha degli attori reali. 

Molti registi si affidano all’utilizzo di questa tecnica ed esempi celebri sono: L’isola dei cani (Isle of Dog, 2018)Fantastic Mr. Fox (2009) di Wes Anderson oppure La Sposa Cadavere (Corpse Bride 2005), Vincent (1982) e Frankenweenie (2012) di Tim Burton ed infine Nightmare Before Christmas (Tim Burton’s The Nightmare Before Christmas, 1993) di Henry Selick co-prodotto dallo stesso Tim Burton.

La rivisitazione di Guillermo del Toro

Partiamo da questo: il Pinocchio di del Toro è un capolavoro. Il regista, trasformandolo in un musical grottesco (con una colonna sonora che cambia con il progredire della storia), è riuscito a mantenere i punti focali della storia, ricollocandola in un altro contesto e periodo storico.

Il film, ambientato in un paese vicino Alessandria in Piemonte, inizia con Geppetto che perde suo figlio Carlo (omaggio all’autore del romanzo) durante un bombardamento aereo avvenuto verso la fine della Prima guerra mondiale. Il tempo passa e Geppetto, ormai divenuto un ubriacone, decide di costruire un burattino che rimpiazzi la figura del figlio. Durante la notte della costruzione appare la Fata Madrina, che dà linfa vitale al burattino ordinandogli di fare compagnia al povero vecchio. 

Pinocchio, un giorno, viene investito da un furgone e, risvegliatosi nell’aldilà, scopre dalla padrona di quel posto (la sorella della Fata Madrina) di essere immortale ma ad una condizione: ad ogni morte il tempo passato nell’aldilà si allunga e potrebbe esserci il rischio che un giorno, tornando nel mondo dei vivi, i suoi cari non ci siano più.

Ingannato dal proprietario del circo Volpe, Pinocchio parte con il circo itinerante per poter aiutare economicamente Geppetto ma finirà poi per essere reclutato e addestrato alla guerra poiché, data la sua immortalità, viene considerato un’arma da utilizzare per il predominio del regime fascista. Proprio come nel romanzo, Geppetto parte alla ricerca di Pinocchio accompagnato dal Grillo Parlante. Nel film Geppetto viene tuttavia mangiato dal mostro marino che vigila le acque dello stretto di Messina. Il burattino, per salvare il padre, rinuncia alla sua immortalità riuscendo così a sottrarre Geppetto da una morte certa.

Ciò che di primo acchito colpisce è il design dei personaggi: Pinocchio, nella sua forma molto semplice, ha degli elementi grotteschi come la capacità di roteare la testa a 360° gradi; la Fata Madrina, formata da una molteplicità di spiriti, ha le ali costellate di occhi; i custodi dell’aldilà sono degli scheletri di coniglio; Mussolini è parodiato e viene rappresentato come un piccolo uomo dal testone sproporzionato. 

In questo film non mancano anche elementi comici come, ad esempio, il tentativo - sempre interrotto sul nascere - del Grillo Parlante di cantare, riuscendoci sono nella scena extra, dopo i titoli di coda.

Insomma, del Toro è riuscito a svecchiare un classico della letteratura e del cinema, dislocandolo in un contesto nuovo e riuscendo a confezionare una storia sul valore della libertà e sul rapporto padre figlio.

Copyright © 2022 - Mondo Internazionale APS - Tutti i diritti riservati

Fonti consultate per il presente articolo:

https://web.archive.org/web/20120901045037/http://bigthink.com/ideas/24295

https://web.archive.org/web/20130118030442/http://twitchfilm.com/2013/01/gorbers-epic-guillermo-del-toro-interview-part-2-on-producing-and-building-a-canon-of-work.html

https://deadline.com/2018/01/guillermo-del-toro-wins-golden-globe-for-best-director-1202237721/

https://arthive.com/it/news/3675~Longawaited_Pinocchio_by_Guillermo_del_Toro_will_finally_become_a_movie_at_Netflix?_lang=IT

https://www.sapere.it/sapere/strumenti/domande-risposte/scienza-tecnologia/cosa-e-stop-motion.html

http://stop-motion.it/tutorials-animazione-stop-motion/cos-e-una-stop-motion/

Condividi il post

L'Autore

Luca Formisano

Appassionato di cinema e letteratura, sono un autore per legge e società

Categorie

Cultura Società

Tag

Cinema Società Cultura