‘Pride month 2023: le vittorie dell’anno’

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  Francesca Alfonzi
  30 giugno 2023
  4 minuti, 25 secondi


Sono ormai molti anni che giugno viene identificato come il ‘Pride month’ (letteralmente ‘Mese dell’orgoglio’), ovvero il periodo in cui si celebra la lotta per i diritti della comunità LGBTQIA+ e le persone che vi appartengono. Essendo ormai arrivati agli sgoccioli del mese, questo articolo vuole riportare qualche ‘bella notizia’: alcuni dei traguardi che sono stati raggiunti in questo ambito e i passi avanti che sono stati fatti nell’ultimo anno. Difatti, spesso quando si tratta di comunità LGBTQIA+ ci sono più probabilità che si finisca a leggere articoli contenenti notizie negative, eventi riprovevoli o, generalmente, fatti di sfondo poco piacevole. Per questo motivo, a conclusione di questo mese di festeggiamenti, sembrava più giusto trattare temi positivi e che trasmettessero un messaggio di speranza per il futuro.

Come è noto, nel corso di questo mese in numerose città di tutto il mondo viene annualmente organizzata una marcia commemorativa, la marcia del ‘Gay Pride’, che ha di volta in volta più seguito. L’obiettivo di queste manifestazioni è in primis quello di promuovere la parità dei diritti, l’uguaglianza e la libertà di essere sè stessi senza alcun tipo di discriminazione, ma si celebrano anche tutte le persone che hanno protestato in passato, le vittorie già conquistate e - sopratttutto - si marcia per l’ottenimento degli obiettivi non ancora raggiunti.

Volendo fare un focus su quelli che sono stati i successi di questo ultimo anno, è possibile notare come il mondo abbia fatto dei significativi passi avanti che spaziano in un range che va dal riconoscimento di diritti basilari/fondamentali, a leggi che regolamentano ambiti molto più specifici. Andando in ordine cronologico vediamo di elencarne alcuni…

  • Al principio di questo 2023, i Paesi Bassi hanno raggiunto un traguardo di estrema rilevanza, promuovendo delle riforme per la protezione delle persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+. Infatti, lo scorso febbraio, il Senato olandese ha approvato una riforma della costituzione, che ad oggi contiene nel suo articolo primo anche il divieto di discriminazione per motivi di orientamento sessuale.

  • Nel mese di aprile anche la Germania ha raggiunto un ottimo risultato: in questo caso però parliamo di discriminazioni in ambito medico-sanitario. Nello specifico, si tratta della donazione del sangue in relazione all’omosessualità, un tema estremamente attuale. Infatti, attraverso un gran numero di restrizioni, molti stati riducono le possibilità delle persone omosessuali di donare il sangue. Dal primo aprile però la la Germania è non più tra questi paesi: con il ‘Transfusionsgesetz’, il Bundestag ha approvato un emendamento alla legge sulle trasfusioni che ha posto fine a questo tipo di disuguaglianze: in questo modo vi è una considerazione egualitaria delle persone omosessuali e non.

  • Oltreoceano, il 17 maggio, giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, il Messico ha rilasciato il primo passaporto non-binario, aggiungendosi agli altri 16 paesi che già riconoscono questo tipo di documenti. Quindi, i cittadini messicani avranno la possibilità di indicare nei loro documenti un genere diverso da quello maschile e femminile che sarà identificato con la lettera ‘X’ (al posto di ‘M’ o ‘F’).

  • Molto recentemente, due paesi europei hanno vietato le famose terapie di conversione sulla base dell’orientamento sessuale, dell’espressione di genere e dell’identità di genere: si tratta dell’Islanda (il 9 giugno) e di Cipro (maggio scorso). Nel primo caso, è bene specificare che nessun parlamentare ha votato contro il disegno di legge, il quale ha invece ‘avuto il sostegno di tutti i partiti in parlamento’. Per quanto riguarda il parlamento cipriota, la legge approvata va a modificare il codice penale stesso, che ora considera tali terapie, così come la pubblicità delle stesse, come un reato penale.

  • Infine (non per importanza, ma in linea temporale) troviamo l’Estonia, un paese baltico che pochi giorni fa ha riconosciuto il matrimonio tra coppie dello stesso sesso. Nonostante le unioni civili fossero legali dal 2014, questo è il primo paese dell’Europa centrale ad adottare questo tipo di riforma e quindi a fare un passo in avanti in termini di diritti della comunità LGBTQIA+ con una legge che entrerà in vigore dal prossimo anno.

Certamente la strada è ancora lunga e il lavoro da fare è considerevole sotto molti punti di vista (culturale, legislativo, ecc.), ma sono questi gli esempi che danno speranza e che spronano a non arrendersi finché tutti non avranno pari diritti senza distinzione di genere o orientamento sessuale.



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Immagine: https://unsplash.com/photos/_FlNNNDezuw

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L'Autore

Francesca Alfonzi

Laureata nel 2021 in International Relations and Diplomatic Affairs presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna; al primo anno di Magistrale in Relazioni Internazionali presso l'Università Sapienza di Roma.

Autrice per l'area tematica 'Diritti Umani'

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Diritti Umani

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