Puzzle siriano: tra caos interno e agende esterne

  Articoli (Articles)
  Michele Magistretti
  02 marzo 2023
  4 minuti, 46 secondi

Negli ultimi mesi, il quadro politico-diplomatico dello scenario siriano ha iniziato a modificarsi. I rapporti tra Ankara e il regime di Damasco hanno iniziato a scongelarsi, mentre alcuni attori arabi proseguono il proprio cammino di riavvicinamento con la repubblica siriana. Ciononostante, le agende dei differenti attori locali e dei maggiori attori esterni rimangono difficilmente sovrapponibili e sembra ancora lontana una risoluzione definitiva del “conflitto congelato” che mantiene il paese in un limbo politico a livello regionale e globale.

Vediamo quindi come i diversi attori locali ed extraregionali si sono mossi e le sfide a cui vanno incontro.

Una ragnatela di interessi contrastanti

A fine dicembre, le figure apicali della difesa e dell’intelligence turca hanno incontrato i propri omologhi siriani a Mosca. Dopo aver minacciato ripetutamente una nuova offensiva nei territori curdi della repubblica araba, Ankara ha rivisto i propri propositi a causa di una serie di fattori. Washington ha esercitato pressioni per scongiurare una nuova operazione militare perché non desidera uno nuovo sconvolgimento del fragile status quo securitario nelle aree settentrionali del paese. Gli USA mantengono in loco un contingente di alcune centinaia di militari che collaborano nel contrasto alle rimanenti cellule dell’ISIS con le Forze Democratiche Siriane, un’alleanza di milizie multietniche a maggioranza curda. Mosca, che desidera un riavvicinamento tra la repubblica turca e quella siriana per creare una frattura nel fronte occidentale, ha osteggiato una nuova offensiva per facilitare il dialogo tra il proprio vassallo arabo e il vicino anatolico. Ma il presidente Assad da anni considera essenziale il ritiro dell’esercito turco dal territorio siriano come prerogativa fondamentale per una piena riconciliazione. In realtà, proprio questa richiesta ha implicazioni in netto contrasto con le due principali priorità di Ankara: il contrasto all’emersione di una eventuale entità statuale curda ai suoi confini meridionali e il ritorno dei milioni di rifugiati siriani. Nel corso degli ultimi anni, Ankara ha tentato di creare manu militari delle aree cuscinetto sotto il proprio controllo sia per indebolire i curdi lungo il confine sia per favorire il ritorno dei milioni di rifugiati in fuga dal regime assadista. Secondo la dirigenza turca, un eventuale ritiro renderebbe irrealizzabili entrambi gli obbiettivi e indebolirebbe anche le varie sigle jihadiste dell’enclave di Idlib che continuano ad opporsi ad Assad. Infatti, dagli inizi di gennaio Hayat Tahrir al-Sham, principale gruppo islamista di Idlib ed ex affiliato di Al Qaeda, ha portato avanti diversi attacchi contro le forze dell’esercito siriano nel tentativo di far deragliare il processo di riavvicinamento.

Il disgelo diplomatico tra Ankara e Damasco avviene in parallelo ai tentativi di alcuni attori arabi di riallacciare i rapporti con la repubblica siriana. Tra i principali promotori di una svolta vi è Abu Dhabi, che vuole assicurarsi parte delle commesse per la ricostruzione del paese e contrastare l’influenza iraniana lungo l’arco mesopotamico. Il ministro degli esteri emiratino, lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, è stato il primo alto funzionario del Golfo a visitare Damasco dopo il devastante terremoto del 6 febbraio. Inoltre, la federazione emiratina da anni promuove la reintegrazione della Siria all’interno della Lega Araba, opzione fortemente osteggiata dal Qatar e dall’Arabia Saudita, anche se la posizione di Riad potrebbe cambiare. Inoltre, il regime siriano prova a sfruttare a proprio favore il recente cataclisma con una fitta attività diplomatica, che ha condotto il presidente Bashar al-Assad a Mascate in Oman, attore regionale noto per la propria politica estera incentrata sul dialogo e la mediazione.

Il terremoto che ha colpito Turchia e Siria ha imposto una ulteriore frenata ad eventuali operazioni militari turche in territorio siriano. Comunque, verso la fine del 2022 non si sono arrestati gli strike di Ankara sulla regione nord-orientale del vicino arabo. Anche durante una controversia confinaria riguardo alcuni aiuti umanitari provenienti dai curdi siriani e diretti in Turchia è stato lanciato un attacco tramite drone a Kobane, città vicina al confine turco. Il principale obbiettivo dei curdi della Amministrazione Autonoma del Nord-Est della Siria è prevenire il ritiro del contingente americano, senza l’interposizione del quale temono di venire schiacciati congiuntamente da Ankara e Damasco. A sua volta Washington mal tollera il riavvicinamento turco e l’offensiva diplomatica emiratina, mentre invece considera fondamentale il rapporto con le Forze Democratiche Siriane. Queste milizie, oltre a collaborare con i militari statunitensi per eliminare i rimanenti miliziani dell’ISIS, svolgono un ruolo di sorveglianza di numerosi campi di detenzione dove vengono incarcerati i terroristi catturati.

Copyright © 2023 - Mondo Internazionale APS - Tutti i diritti riservati

Fonti consultate per il presente articolo:

Charles Lister, Turkish-Syrian Re-engagement: Drivers, Limitations, and US Policy Implications, Middle East Institute, 18 gennaio 2023 https://www.mei.edu/publications/turkish-syrian-re-engagement-drivers-limitations-and-us-policy-implications

Marita Kassis, Increase in Jihadist attacks in Syria as Turkey courts Assad, Al-Monitor, gennaio 19 2023 https://www.al-monitor.com/originals/2023/01/increase-jihadist-attacks-syria-turkey-courts-assad#ixzz7uhXWzYJR

UAE diplomacy guides response to Syrian, Palestinian crises, Al-Monitor, 18 febbraio 2023 https://www.al-monitor.com/originals/2023/02/uae-diplomacy-guides-response-syrian-palestinian-crises

Gregory Aftandilian, Syrian Kurds Are Hoping for, but Not Banking On, Continued US Partnership, Arab Center Washington DC, 24 febbraio 2023 https://arabcenterdc.org/resource/syrian-kurds-are-hoping-for-but-not-banking-on-continued-us-partnership/

Condividi il post

L'Autore

Michele Magistretti

Tag

#siria #damasco