Rappresentanza femminile nella politica europea

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  Redazione
  06 marzo 2021
  3 minuti, 57 secondi

È ormai passato molto tempo da quando, in Europa, le donne hanno iniziato a ricoprire importanti ruoli politici. Tuttavia, nonostante sia ormai trascorso molto tempo da questo evento, si può osservare come, nel contesto europeo, il genere femminile in politica continui ad essere sottorappresentato. In tal senso, i dati parlano chiaro e indicano che il numero di donne presenti nel Parlamento europeo, nei parlamenti, nei governi nazionali e nelle amministrazioni locali siano ancora troppo bassi.

L'attuale Parlamento europeo è composto per il 63% da uomini, vi sono dunque quasi duecento uomini in più rispetto alle donne. In dieci Stati membri dell'UE - Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Irlanda, Lettonia, Ungheria, Malta, Romania e Slovacchia - gli uomini costituiscono almeno l'80% del parlamento nazionale. Nel 2015, in Europa sono state solo tre le donne a capo dello Stato - in Croazia, Lituania e Malta. In dieci Stati membri - Repubblica ceca, Cipro, Estonia, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Portogallo, Slovacchia - generalmente tutti i principali partiti politici sono attualmente guidati da uomini. Infine, anche a livello di amministrazione locale, in tutta l'UE, l'85% dei sindaci sono uomini.

Vari studi hanno dimostrato che la sottorappresentazione delle donne in politica sia riconducibile a diversi fattori. Tra questi, uno che influisce fortemente è sicuramente quello culturale. La politica rimane, ad oggi, un mondo prettamente maschile. Il sessismo, purtroppo, è ancora dilagante e ciò rappresenta sicuramente un ostacolo al raggiungimento di una rappresentanza paritaria nell’ambiente politico. In aggiunta, le donne, a quanto dicono gli studiosi, per una serie di ragioni razionali, avrebbero più dubbi e incertezze a presentarsi alle elezioni. Da non sottovalutare è anche l’impegno famigliare. Infatti, in Europa il genere femminile dedica decisamente più tempo nella cura famigliare rispetto a quello maschile.

Gli argomenti a favore dell'equilibrio di genere in politica sono numerosi e sarebbe utile ragionare nell’ottica che questi non vadano a beneficio solo delle donne, ma anche dei politici, dei partiti stessi e del resto della società. Dopo tutto, le donne costituiscono la metà della popolazione ed è anche per questo motivo che devono essere meglio rappresentate nelle strutture di potere. È dunque chiaro che la politica non si possa considerare un ambiente del tutto democratico se non rispetta la rappresentanza del genere femminile.

Ed è proprio per una questione di giustizia, uguaglianza e democrazia che l'UE si è impegnata a raggiungere un equilibrio di genere nella rappresentanza politica e nella partecipazione ai processi decisionali. In tal senso, oltre a formulare raccomandazioni concrete per raggiungere tale obiettivo, si è ragionato sull’attuazione di azioni specifiche che si auspica verranno intraprese con costanza dalle istituzioni dell'UE, dai governi nazionali, locali e dagli stessi partiti politici.

Al fine di migliorare la situazione di rappresentanza politica delle donne, sono diversi gli esempi di politiche intraprese dall’Unione Europea. Primo fra tuti vi è la Risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2012 sulla partecipazione delle donne al processo decisionale politico. Con essa si invitano le istituzioni dell’UE - il Consiglio e la Commissione - e i governi nazionali degli Stati membri a elaborare e attuare politiche efficaci in materia di parità di genere e diverse strategie per raggiungere la parità nella partecipazione al processo decisionale politico e alla leadership a tutti i livelli.

Importante è stato anche l’intervento relativo all'impegno strategico della Commissione europea per la parità di genere 2016-2019. Con esso si fa riferimento alla necessità di migliorare l'equilibrio di genere nel processo decisionale politico e di continuare a incoraggiare e sostenere le attività dei governi nazionali volte a promuovere il suddetto equilibrio nelle posizioni politiche.

Infine, con le conclusioni del Consiglio sul Patto europeo per la parità di genere per il periodo 2011-2020, l’UE sollecita ad un'azione a livello nazionale e comunitario per promuovere la partecipazione paritaria di donne e uomini al processo decisionale, a tutti i livelli e in tutti i settori.

Oltre alle politiche pubbliche designate dall’UE, al fine di risolvere il problema in analisi, vi sono altre azioni chiave in tal senso. Sicuramente, tra le più importanti, vi è un importante lavoro di sensibilizzazione contro la cultura maschilista che ancora invade buona parte dell’ambiente politico. È inoltre necessario investire sulle donne, ad esempio, favorendo programmi di formazione per le stesse. Infine, è fondamentale facilitare il percorso politico delle donne madri anche attraverso un investimento in tutte le strutture per l’infanzia. Solo in questo modo si raggiungeranno buona parte dei presupposti necessari per arrivare alla tanto acclamata parità di genere nella politica europea.

a cura di Licia Signoroni 



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