Riforma del Patto di Stabilità e Crescita: il punto sulla questione

Le prime battute sulla riforma del Patto di Stabilità hanno visto una totale contrapposizione fra le parti. In futuro si preannunciano negoziati difficili.

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  Tiziano Sini
  29 aprile 2023
  3 minuti, 7 secondi

Dopo alcuni rinvii, mercoledì 26 marzo il Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, e il Vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, hanno presentato i testi legislativi della discussa riforma del Patto di Stabilità e Crescita (PSC): un processo di riflessione e negoziazione che dura ormai da ben prima della pandemia e che adesso sembra trovarsi alle battute finali [1].

Il tema è piuttosto complesso vista l’importanza e - soprattutto - le implicazioni che genererà in futuro dopo la sospensione delle regole attuali, previa l’attivazione della “clausola di salvaguardia generale”. Le prime impressioni sembrano però mostrare una certa riluttanza delle parti coinvolte di fronte alla nuova proposta: da un'occhiata alla stessa si evince come l’obiettivo di snellire e rendere più puntuale il framework relativo alla governance economica europea non sia stato totalmente raggiunto.

Com'era prevedibile e pronosticabile, alcuni parametri - ritenuti a ragione problematici e difficilmente attuabili - sono stati rimossi: su tutti, il “deficit strutturale” e l’obiettivo di medio termine (OMT); mentre altri, altrettanto discussi, sono rimasti, come il tetto del deficit al 3% e del debito pubblico al 60% [2]. Inoltre, su questi ultimi parametri è previsto l'avvio di interventi diversi in caso di sforamento: interventi, che a differenza del passato, prevedono percorsi di aggiustamento fiscale di carattere differente, con le prime stime che parlano di una riduzione almeno pari allo 0,5% del PIL.

In questo caso è però doveroso ricordare come Paesi altamente esposti - come per l’appunto l’Italia -, qualora si dovesse applicare tale percorso di aggiustamento nell’arco di quattro anni come da proposta, dovrebbero promuovere interventi più significativi, ovvero, dello 0,85% circa (equivalente ad una cifra di 14-15 miliardi all’anno). Sarebbe invece più bassa se attraverso il processo di negoziazione fra Stati e Commissione, il percorso di aggiustamento fosse calcolato in un tempo più lungo: il massimo consentito è di sette anni [3].

Ma, come già anticipato, di fronte a questa prima proposta si sono scatenate critiche da più parti, a partire dall’Italia, la quale guarda con preoccupazione alle novità contenute nella proposta della Commissione, come si può evincere dalle parole del Ministro dell’Economia, Giorgetti, che ha mostrato perplessità per quelle che potrebbero essere delle condizioni estremamente dure per un Paese endemicamente fragile e sottolineando anche la questione altrettanto delicata del computo delle spese per investimento. Insomma, un riferimento all'ingente somma destinata dal PNRR alla ripresa del Paese che potrebbe tradursi in una duplice beffa: da un lato l’incapacità di gestire i fondi, dall’altro il rischio che questi gravino nei bilanci già compromessi.

D'altronde, anche un Paese storicamente frugale come la Germania non ha esitato a manifestare perplessità: il Ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha dichiarato che “Le proposte della Commissione europea non soddisfano ancora le esigenze della Germania [...] Nessuno deve pensare che la Germania accetti automaticamente le proposte. Accetteremo solo regole che consentano un percorso affidabile verso la riduzione del debito e la stabilità delle finanze pubbliche" [4].

La situazione sembra quindi piuttosto fluida e sicuramente la proposta della Commissione creerà grandi divergenze fra le parti. Del resto, questo è l’ultimo e fondamentale tentativo per riformare il sistema, ossia una ragione che pregiudica l’impossibilità di qualsiasi fallimento.

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Fonti consultate per il presente articolo:

Credits: Bandiera Unione Europea Europa - Immagini gratis su Pixabay

[1] https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2023/04/27/lue-riforma-il-patto-per-berlino-e-troppo-morbido_5750410a-d767-4bd6-b13f-b702fcce19c8.html

[2] https://www.adnkronos.com/patto-di-stabilita-riforma-ue-cambiano-le-regole_jHW035WlAbkm33iOotCeX

[3] https://www.ilsole24ore.com/art/patto-stabilita-commissione-ue-presenta-riforma-aggiustamento-bilancio-minimo-05percento-l-anno-AEp4sFMD

[4] https://www.adnkronos.com/patto-di-stabilita-e-nuove-regole-le-reazioni-alla-riforma_3LKk27TpgwCiu4I1lNcErl

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