Riforma dell'Unione Europea: La Proposta Franco-Tedesca

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  Sofia Ena
  29 ottobre 2023
  5 minuti, 41 secondi

Come annunciato dalla presidente della Commissione von der Leyen durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo il 13 settembre, è di fondamentale importanza riconsiderare i meccanismi interni dell'Unione Europea in relazione al futuro allargamento del blocco. Durante il discorso sull’unione ha infatti evidenziato la necessità di anticipare le modalità di funzionamento delle istituzioni dell'UE, compreso il Parlamento e la Commissione, e i meccanismi di voto in prospettiva di un futuro allargamento.

All'origine di questa iniziativa c'è una crescente preoccupazione, che ha dato il via a un lavoro avviato a gennaio 2023 e coordinato congiuntamente dalla Francia e dalla Germania. La proposta è stata ufficializzata durante il Consiglio dei Ministri franco-tedesco ed è stata caratterizzata dalla costituzione di un gruppo di lavoro composto da 12 esperti indipendenti provenienti da entrambi i paesi. Il loro compito è stato quello di formulare raccomandazioni concrete per riformare le istituzioni dell'Unione Europea, con particolare attenzione alla revisione del sistema di voto all'unanimità in settori cruciali come le questioni fiscali ed estere, nonché alla creazione di un nuovo sistema di integrazione. Questa iniziativa è imperativa in vista del futuro ingresso di nuovi paesi membri, che richiederà una più ampia adozione del voto a maggioranza qualificata, specialmente all'interno del Consiglio, al fine di superare le difficoltà che hanno caratterizzato alcune questioni legate alla politica estera, alla sicurezza comune e alla fiscalità. L'ingresso di nuovi membri potrebbe infatti accentuare queste sfide.

Dopo mesi di lavoro, il 19 settembre, è stato presentato a Bruxelles ai ministri degli Affari Europei un report di 58 pagine intitolato “Sailing on High Seas: Reforming and Enlarging the EU for the 21st Century” in cui il comitato dei 12 ha espresso suggerimenti e raccomandazioni per far procedere in parallelo allargamento e riforma dell’UE. Il report è strutturato in tre capitoli chiave che affrontano questioni cruciali: misure per migliorare la capacità d'azione dell'UE, strategie per guidare l'allargamento verso i paesi aspiranti e provvedimenti per il rafforzamento della tutela dello Stato di diritto e della democrazia.

Approfondimento ed Allargamento

Nella terza sezione del Report (“How to manage progress: Deepening and widening the EU”) il comitato dei 12 ha evidenziato l’incapacità odierna dell’UE di accogliere nuovi membri, né dal punto di vista istituzionale, né da quello politico. Un aspetto sottolineato in modo incisivo è che "le attuali istituzioni e meccanismi decisionali non sono stati concepiti per gestire un gruppo di 37 Paesi".

La proposta di Parigi e Berlino è anzitutto la procedura di riforma prevista dall’art. 48.1-4 Tue, ovvero l’iter iniziato dal PE sulla base della richiesta espressa a conclusione della Conferenza sul futuro dell’Europa. Tale procedura rappresenta il principale cammino da seguire, anche se non mancano le sfide, dato che richiede l'approvazione unanime sia dai governi che dai parlamenti nazionali.Un’altra via sarebbe quella di collegare la riforma dei Trattati alla procedura di allargamento, la quale richiede sua volta l’unanimità dei governi e delle ratifiche, pur sempre legata al requisito della doppia unanimità del Consiglio e delle ratifiche. Se tali opzioni non si rivelassero praticabili, potrebbe essere presa in considerazione l'istituzione di un nuovo Trattato.

Inoltre, il Report prospetta il futuro dell'integrazione europea secondo distinti livelli concentrici. L’idea è quella di un’integrazione a 4 livelli e a più velocità, composta da una cerchia interna di Paesi dell'Unione inclini a maggiore integrazione (Area Schengen e Eurozona), gli attuali membri dell’UE, il livello dei Paesi associati in alcune politiche di scambio o di natura economica (come già ora accade con Svizzera, Norvegia, Islanda) e infine la Comunità politica europea, aperta anche ai paesi dell’area del Mediterraneo.

Riforma dei trattati

La seconda sezione, “Addressing institutional challenges: five key areas of reform”, si concentra sulle trasformazioni istituzionali necessarie. In questa parte del documento vengono presentate proposte che permetterebbero all'Unione Europea di espandersi senza dover necessariamente apportare modifiche ai suoi trattati, che richiederebbe il consenso unanime dei 27 Stati membri e un lungo processo di ratifica.

Tra le proposte più importanti, il comitato franco-tedesco prevede in primis un numero massimo di membri del Parlamento di 751 in vista dell’allargamento, con ridistribuzione delle quote tra gli Stati. In secondo luogo, sul fronte dei processi decisionali il paper punta ad estendere l'approvazione a maggioranza qualificata per tutte le materie per le quali oggi essa è esclusa dai Trattati là dove essi impongono il voto all’unanimità ed escludono la codecisione del PE. L'unanimità, si legge, resterebbe richiesta per "le decisioni costituzionali, come la modifica dei trattati dell'Ue, l'accettazione di nuovi membri o l'adattamento delle istituzioni dell'Ue". Suggeriscono inoltre di modificare la soglia per la cosiddetta maggioranza qualificata: al 60% dei Paesi che rappresentano il 60% della popolazione dell'Ue, dall'attuale 55% dei Paesi con il 65% della popolazione.

Nel Report, per conseguire l'obiettivo di estendere l'uso del voto a maggioranza, emerge chiaramente il richiamo alla "Clausola passerella" sancita dall'articolo 48.7 del Trattato sull'Unione Europea (TUE). Questa clausola conferisce al Consiglio europeo il potere di deliberare che il Consiglio possa operare mediante la maggioranza qualificata e adottare la procedura legislativa ordinaria, con l'eccezione del settore militare e della difesa, nelle materie per le quali i Trattati esigono l’unanimità e la procedura legislativa speciale che esclude il PE.

Revisione del bilancio e Stato di diritto

Il rapporto affronta inoltre la questione del bilancio e della distribuzione dei fondi in un'Unione Europea che ospiterà un maggior numero di Paesi membri. Il comitato suggerisce l'importanza di avere un bilancio più ampio e flessibile, il quale comporterebbe una maggiore capacità di prendere decisioni di spesa e la creazione di strumenti di debito comuni. Inoltre, si propone che gruppi più ristretti di Paesi all'interno dell'Unione possano stipulare "accordi di finanziamento intergovernativi" per perseguire i propri programmi di spesa, garantendo una gestione più efficiente delle risorse.

In un'Unione Europea in fase di espansione, diviene imprescindibile l'adozione di regole più rigorose volte a preservare i suoi principi fondamentali, in particolare la democrazia e lo Stato di diritto. Il timore è quello di assistere ad una diffusione all’interno dei paesi membri delle medesime difficoltà riscontrate nei paesi in fase di adesione. Di conseguenza, il rapporto sottolinea la necessità che l'Unione Europea si dote di strumenti più incisivi per sanzionare i Paesi che violano lo Stato di diritto e si rendono colpevoli di attività come il riciclaggio di denaro. Tali sanzioni potrebbero comprendere la sospensione dei finanziamenti o l'esclusione dei governi responsabili dai processi decisionali, al fine di garantire il rispetto e la promozione dei valori fondamentali dell'Europa.

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Le fonti utilizzate sono consultabili ai seguenti link:

- https://www.csfederalismo.it/images/2023/Policypaper/PP_CSF_APadoaSchioppa__Franco-German_Report.pdf

https://it.euronews.com/my-europe/2023/09/19/il-piano-di-francia-e-germania-per-la-riforma-dellue

https://www.eunews.it/2023/09/19/proposta-allargamento-ue-riforma-trattati/

https://www.eunews.it/2023/01/24/francia-germania-riforma-dellue/

- Foto: https://www.istockphoto.com/it...

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L'Autore

Sofia Ena

Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche all'università di Bologna.

Autore Framing The World


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EU Comitato12 Francia Trattati Riforma France Treaty