Scontri e proteste nella regione Xinjiang

La popolazione cinese si ribella contro le restrizioni della politica “zero Covid”

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  Riccardo Carboni
  03 dicembre 2022
  3 minuti, 9 secondi

La regione cinese di Xinjiang, sottoposta ad una delle chiusure più prolungate dell’intero Paese, ha visto scoppiare proteste in seguito ad un’espansione delle restrizioni Covid e al nuovo record di infezioni raggiunto. La Cina, infatti, sta ancora proseguendo e persistendo con la politica "zero covid”: un rigido insieme di misure per contenere e azzerare l’espansione del virus Covid-19. Tale politica, talvolta lodata in quanto ha permesso a molti cinesi di non entrare in contatto con il virus, talvolta fortemente criticata per la sua severità, si sta riflettendo nel malcontento della popolazione, costretta a rispettare forti restrizioni con conseguenti scarsi risultati nella mitigazione del virus. Il sistema sanitario nazionale si considera non pronto per un'eventuale riapertura, che potrebbe portare l’intero sistema ospedaliero al collasso. La strategia del governo di Pechino ha dato la precedenza alle misure di contenimento, lasciando il piano vaccinale e l’idea di un’immunità “di gregge” sullo sfondo. A prova di ciò, la Cina non ha approvato vaccini stranieri come quelli di Moderna, Biontech e Pfizer, considerati più efficaci rispetto ai vaccini Sinofarm e Sinova, utilizzati dal grande paese asiatico.

La tecnologia del vaccino mRNA utilizzata da Moderna e BioNTech/Pfizer fornisce livelli di protezione più duraturi e più elevati rispetto alla tecnologia del vaccino inattivato utilizzata dai produttori cinesi.


- secondo il Financial Times

Il problema di questa strategia si estende sulle imprese, sull’economia e sugli aspetti sociali di quella che è una società ormai satura. La pandemia e la conseguente politica "zero covid" cinese risulta essere uno dei tre motivi, assieme alla crisi immobiliare e la disoccupazione giovanile, a causare un affievolimento della forza economica del Dragone, che, nonostante ciò, eviterà la recessione sia quest’anno che il prossimo. Per quanto riguarda il piano sociale, le limitazioni hanno suscitato un malcontento nella popolazione tale da concretizzarsi in proteste, come la sopraccitata protesta nella regione di Xinjiang. Le immagini e i video che stanno circolando mostrano scontri con le guardie e cori che recitano le ultime strofe dell’inno nazionale “si ribelli, chi non vuole essere uno schiavo”. L’origine di tali scontri sembra essere attribuita ad un incendio che ha provocato dieci morti in una palazzina a Urumqui, la capitale della regione. La popolazione sostiene infatti che le misure sanitarie eccessivamente restrittive avrebbero rallentato l’intervento dei soccorritori e impedito la fuga delle vittime, che avrebbero altrimenti potuto evitare la tragedia. Le successive e forti critiche ai sensi delle autorità hanno moltiplicato le espressioni di dissenso contro questa politica di azzeramento del Covi-19 nel Paese. Durante una conferenza stampa, gli ufficiali della città di Urumqi hanno dichiarato che le misure di contrasto al Covid-19 non hanno ostacolato l’intervento dei soccorritori, ma la responsabilità dell’accaduto sarebbe attribuita alla scarsa conoscenza del piano di sicurezza antincendio dei residenti.

Durante i primi due anni di Covid, la gente si fidava del governo per prendere le decisioni migliori per tenerli al sicuro dal virus. Ora le persone stanno facendo domande sempre più difficili e sono cauti circa l'esecuzione degli ordini.


- Dali Yang, politologo presso l’Università di Chicago

Le dichiarazioni delle autorità, aggiunge Dali, che sembrano vertere a colpevolizzare le vittime, avranno un effetto negativo sulla fiducia pubblica nei confronti del governo e catalizzeranno ulteriori tumulti interni.

Fonti utilizzate per il presente articolo:

https://www.agenzianova.com/news/lemergenza-covid-riaccende-le-proteste-nello-xinjiang-la-provincia-a-maggioranza-musulmana-della-cina-video/

https://www.asianews.it/notizie-it/Anche-nello-Xinjiang-scoppiano-proteste-contro-i-lockdown-di-Xi-Jinping-57193.html

https://www.politico.eu/article/china-xinjiang-protests-against-coronavirus-lockdown-covid/

https://www.reuters.com/world/china/huge-covid-protests-erupt-chinas-xinjiang-after-deadly-fire-2022-11-26/

https://www.theguardian.com/world/2022/nov/26/covid-lockdown-protests-break-out-in-western-china-after-deadly-fire

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/cina-zero-covid-non-sta-funzionando-36794

https://www.huffingtonpost.it/esteri/2022/11/24/news/la_cina_e_il_punto_di_non_ritorno_sullo_zero_covid_aumentano_i_casi_tra_lockdown_e_proteste-10758993/

https://www.milanofinanza.it/news/cina-ecco-le-tre-cause-dell-indebolimento-dell-economia-del-dragone-202211241656141776

Cover – immagine:

https://unsplash.com/photos/nO8j-DOUzmc

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L'Autore

Riccardo Carboni

Classe 1999, laureato in Scienze internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Bologna e da sempre appassionato di affari internazionali. Studente all’ultimo anno di Master in International Relations presso la LUISS, ha approfondito tematiche riguardanti la sicurezza internazionale seguendo forum e partecipando a programmi di pianificazione militari secondo la dottrina NATO. Autore all’interno di Mondo Internazionale per l’area tematica “Organizzazioni Internazionali”.

Born in 1999, he holds a bachelor’s degree in International and Diplomatic Sciences from the University of Bologna and have always been passionate about international affairs. Currently a final-year student in the Master's degree program in International Relations at LUISS, he has delved into issues related to international security by following forums and participating in military planning programs based on NATO doctrine. Author and contributor to Mondo Internazionale for the "International Organisations” section.

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