Stati Uniti, Occidente e Cina: una sfida tecnologica

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  Redazione
  05 luglio 2025
  8 minuti, 22 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, studioso di Geopolitica e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Tra le domande più frequenti che si pongono agli economisti ne vige una: quali potrebbero essere le politiche tecnologiche più importanti che gli Stati Uniti e l’intero Occidente dovrebbero perseguire oppure evitare per competere adeguatamente con la Cina Popolare?

Il trasferimento di tecnologie

Non è possibile vincere un confronto frenando le proprie attività, ma l'ultima amministrazione USA neoeletta è ossessionata dai controlli sulle esportazioni. Dal 1949 e dalla prima bomba atomica per arrivare a “DeepSeek” (startup cinese di intelligenza artificiale) e all'intelligenza artificiale (di maggiore stampo occidentale), gli sforzi degli Stati Uniti per negare la propria tecnologia agli avversari si sono a volte ritorti contro.

Un’ulteriore domanda che è necessario porsi è come questa politica possa rendere gli Stati Uniti leader in questo mercato, in quanto sono solo i leader dei mercati globali che determinano, oggi come domani, il proprio successo in questo mercato.

La recente regolamentazione “AI/GPU” ha deciso che sia la Polonia che la Svizzera costituivano dei rischi e pertanto meritavano sia controllo che moderazione: una conclusione che numerosi hanno descritto come del tutto surreale. (Il GPU è un particolare processore progettato per accelerare la creazione di immagini).

La Cina se la sta cavando piuttosto bene nei mercati, poiché le normative statunitensi hanno incentivato l'innovazione cinese. L’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) riporta che la Cina esporta in maggiore quantità (in termini di valore in dollari) degli Stati Uniti. Alcuni potrebbero pertanto definirla tecnicamente come una nazione leader in questo campo. Il trasferimento di tecnologia con paesi amici crea sicurezza, ma le regole del trasferimento di tecnologia del XX secolo non fanno altrettanto.

Come vanno gli investimenti?

Le economie crescono sia attraverso le idee innovative che adottando i più opportuni investimenti.

Tuttavia, è interessante notare che quest'ultima amministrazione USA, basandosi pesantemente sul sensibile aumento dei dazi, ha secondariamente creato una depressione economica, diffusa globalmente. Allo stesso tempo, altri paesi che si sono impegnati in una guerra economica contro una Germania in ripresa (utilizzando la politica monetaria e i dazi) hanno scoperto che la guerra economica non funziona come supponevano mentre costituisce uno strumento attraente ma soltanto per le potenze in carica nel timore di un proprio declino economico.

E’ una forma di protezionismo…?

In effetti, i dazi sono spesso visti come una misura protezionistica che tenta di salvaguardare le industrie nazionali dalle importazioni straniere, ma pure essi possono avere conseguenze negative anche se involontarie. Quando gli Stati Uniti hanno imposto dazi su vari beni, i paesi colpiti hanno risposto con tariffe di ritorsione sui prodotti americani, riducendo così la competitività e la domanda di questi beni sui mercati internazionali. Ciò ha portato a una diminuzione delle esportazioni statunitensi, colpendo negativamente settori chiave come l'agricoltura e la manifattura negli USA.

Inoltre, i dazi possono causare un aumento dei prezzi per i consumatori nazionali, poiché i costi delle materie prime e dei beni importati aumentano. Questo può portare a una diminuzione del potere d'acquisto dei salari e a una riduzione della domanda interna, contribuendo ulteriormente alla stagnazione economica.

La Storia

L'esperienza storica dimostra che le guerre commerciali raramente producono vincitori mentre invece possono innescare recessioni globali, come avvenne in occasione della Grande Depressione USA degli anni '30. Allo stesso tempo, la Germania, negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, dovette affrontare sfide economiche di enorme portata. I tentativi di altri paesi di utilizzare la politica monetaria e i dazi come strumenti di guerra economica contro una Germania in ripresa si rivelarono inefficaci: invece di fermare la crescita economica tedesca, queste misure spinsero invece la Germania a cercare soluzioni innovative e validamente alternative al suo interno, superando così le restrizioni economiche imposte dai vincitori.

Queste lezioni storiche dimostrano concretamente che la guerra economica e i dazi non sono in alcun modo strumenti dotati di efficacia per promuovere la crescita economica sostenibile. Mentre avviene il contrario in quelle politiche che favoriscono la cooperazione internazionale e l'innovazione. Gli investimenti strategici in tecnologia e infrastrutture sono più positivi nell’apportare più lunghi e sostanziali benefici alle economie globali.

Ciò che funziona è la spesa: gli Stati Uniti, con la loro vivace miscela di investimenti privati ​​e pubblici, hanno un vantaggio strutturale in una competizione globale sia verso l’Europa che nella competizione con la Cina Popolare. Questi ultimi due protagonisti dell’economia mondiale mostrano gli svantaggi derivanti dagli eccessivi contributi ed investimenti diretti da parte dei rispettivi governo: la Cina compensa le inefficienze con una spesa massiccia che gli Stati Uniti non sono disposti a eguagliare, ma la spesa del settore privato da sola non è sufficiente : a tale proposito si tenga presente che anche SpaceX e Tesla hanno fatto affidamento sui cospicui finanziamenti statali nella ​​fase progettuale e produttiva iniziale per riuscire a decollare economicamente .

I mercati investiranno in nuove tecnologie una volta che la spesa pubblica le renderà praticabili, non prima, e tagliare gli investimenti pubblici in scienza e tecnologia mette a rischio gli Stati Uniti e tutto l’Occidente.

Deregulation e anti-trust

La considerazione allegorica di Trump secondo la quale “400 gamberetti non hanno la stessa potenza di una balena” ha guidato l'ultima amministrazione USA e sta allettando anche quella nuova. Ma non è neanche esattamente così in quanto smembrare i giganti della tecnologia danneggerebbe gli Stati Uniti nella competizione globale e non compenserebbe la mancanza di una vera legge a tutela della privacy, che è uno dei principali motori – in assoluto non sottovalutabile - della politica antitrust. In teoria, smembrare i giganti della tecnologia potrebbe aumentare l'innovazione, ma non abbastanza presto e opportuno in una dura competizione con la Cina Popolare: i giganti tecnologici, come Google, Apple, Amazon e Facebook, possiedono risorse ineguagliabili anche per la Cina Popo0lare nella ricerca e lo sviluppo di nuovi know-how, che permettono loro di fare significativi passi avanti in campi cruciali e strategici come l'intelligenza artificiale, il cloud computing, la biotecnologia e le energie rinnovabili.

Il Cloud Computing è una tecnologia che consente di usufruire, tramite server remoto, di risorse software e hardware (come memorie di massa per l'archiviazione di dati), il cui utilizzo è offerto come servizio da un provider, spec. in abbonamento.

Smembrare queste aziende potrebbe frammentare queste risorse, rallentando il progresso tecnologico generale e riducendo alla fine la capacità degli Stati Uniti di competere efficacemente su scala globale. Inoltre, la Cina, con la sua strategia di sviluppo centralizzata e il sostegno massiccio del governo alle imprese tecnologiche, continuerebbe a progredire a un ritmo rapido, sfruttando le debolezze create dall'intervento antitrust del governo americano.

Per di più, la mancanza di una legge nazionale sulla privacy negli Stati Uniti potrebbe esacerbare queste problematiche, rendendo difficile per le nuove aziende emergere in un mercato già dominato da regolamentazioni rigide che ostacolano l'innovazione. Pertanto, una politica di smembramento deve essere valutata con molta attenzione, bilanciando i benefici potenziali legati ad una maggiore concorrenza con il rischio reale di indebolire la posizione tecnologica degli Stati Uniti a livello globale. Una legge nazionale sulla privacy per gli Stati Uniti aiuterebbe, ma possiamo imparare dall'Unione Europea, che ha ripetutamente dimostrato come una regolamentazione sbagliata finisce per uccidere l'innovazione e la crescita economica. Lasciare che la regolamentazione tecnologica dell'UE trabocchi negli Stati Uniti danneggia entrambe le sponde dell'Atlantico. E rivitalizzare le economie europee rientra anche nell'interesse degli Stati Uniti.

L'ascesa delle tecnologie emergenti

Le tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale, il blockchain e l'Internet delle cose, stanno rivoluzionando diversi settori dell'economia globale. La “blockchain” è una tecnologia di registro informatico distribuito e condiviso, che registra le transazioni in modo sicuro e trasparente, senza bisogno di una autorità centrale. Le grandi aziende tecnologiche, con i loro cospicui investimenti in ricerca e sviluppo, sono all'avanguardia di queste innovazioni. L'intelligenza artificiale, ad esempio, ha il potenziale di trasformare radicalmente le modalità di lavoro, di comunicare e vivere le nostre vite quotidiane. Dalla medicina alla produzione, dall'istruzione al trasporto, l'IA viene applicata per migliorare l'efficienza, ridurre i costi e creare nuove opportunità di crescita. Similmente, il blockchain sta guadagnando terreno come soluzione sicura e trasparente per una vasta gamma di applicazioni, dalle criptovalute alla gestione della catena di approvvigionamento. L'Internet delle cose, con la sua capacità di connettere dispositivi e sensori in rete, sta aprendo la strada a città intelligenti, case connesse e una miriade di ulteriori vantaggi.

Sfide regolatorie e opportunità di crescita

Nonostante le promesse nel campo di queste tecnologie, esistono sfide significative che non si possono eludere. Le preoccupazioni cruciali e relative alla privacy, alla sicurezza e alla governance sono in sensibile aumento, e i governi hanno la necessità di trovare un equilibrio delicato tra la protezione dei cittadini e la proficua promozione delle varie innovazioni. Una regolamentazione eccessiva potrebbe soffocare l'innovazione e limitare la capacità delle aziende di sperimentare e crescere. Di converso, la mancanza di una efficace regolamentazione potrebbe portare ad abusi, malevoli violazioni della privacy e altri seri problemi di natura etica. In questo particolare contesto, è essenziale che gli Stati Uniti e tutti gli stati tecnologicamente avanzati sviluppino una strategia chiara e coerente per affrontare queste sfide. Una legge nazionale erga omnes sulla privacy, ad esempio, fornirebbe una base solida per proteggere a sufficienza i dati privati dei cittadini, garantendo al contempo che le aziende possano operare in un ambiente prevedibile e stabile. Inoltre, una collaborazione internazionale, basata su principi standard purché condivisi, potrebbe aiutare a mitigare i rischi e a massimizzare i benefici delle tecnologie emergenti.

Riflessioni finali

Adottare un approccio equilibrato e proattivo verso le tecnologie emergenti è diventato fondamentale per riuscire a garantire che gli Stati Uniti e l'Europa possano rimanere competitivi a livello globale. Investire in ricerca e sviluppo, promuovere una proficua collaborazione internazionale e prepararci alle sfide future attraverso l'istruzione e la formazione sono passi essenziali in questa direzione.

Sic itur ad astra.

(Così si sale alle stelle)

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