TIROCINI NON RETRIBUITI: QUAL È IL PREZZO DA PAGARE?

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  Laura Rodriguez
  30 gennaio 2023
  5 minuti, 55 secondi

TIROCINI NON RETRIBUITI: QUAL È IL PREZZO DA PAGARE?

Sebbene possa apparire una banale affermazione, è bene ricordare che gli stage non retribuiti sono vantaggiosi per le aziende. Al contrario, non si può dire lo stesso per gli stagisti. A questo proposito,  da una ricerca dell’European Youth Forum su “I costi dei tirocini non retribuiti”, si è scoperto che un tirocinio non pagato costa al giovane medio europeo oltre 1000 euro al mese. Dal momento che molti tirocini durano sei mesi, l'importo totale che un giovane deve spendere per sovvenzionare il proprio impiego è di oltre 6.000 euro per tirocinio.

La situazione appare ancora più allarmante se si pensa che, secondo gli studiosi, questo dato è destinato a peggiorare nel 2023 a causa dell’inflazione e della conseguente crisi del costo della vita in Europa.

I dati 

L’indagine si basa su un’intervista fatta a 345 giovani provenienti da diversi paesi dell’Unione Europea e su un’analisi dei dati relativi al costo della vita, che analizza i costi nascosti che un giovane deve affrontare se vuole fare un'esperienza che lo faccia entrare nel mercato del lavoro.

Secondo quanto emerso dallo studio, circa il 70% ha dichiarato di non potersi permettere uno stage non pagato nei prossimi sei mesi e questa affermazione risulta tristemente vera per coloro che provengono da fasce più povere rispetto a coloro che rientrano nelle classi più agiate e che hanno quindi un più alto livello economico. Un altro dato sorprendente è che più della metà degli intervistati (53%) ha dichiarato di aver svolto almeno due stage non retribuiti prima di trovare un lavoro retribuito.

Per supportare l’urgenza di un’azione a livello internazionale, il Forum della Gioventù aggiunge che questo ciclo di tirocini non retribuiti può addirittura raddoppiare il costo effettivo dei tirocini fino a superare i 12.000 euro, cifra che un giovane potrebbe dover spendere nella fase iniziale della sua carriera per pagare le spese quotidiane mentre lavora gratuitamente.

I tirocini peggiorano le disuguaglianze sociali

Un'altra conclusione della ricerca è che i giovani provenienti da contesti emarginati hanno avuto maggiori difficoltà ad accettare anche stage retribuiti, con la conseguente potenziale esclusione da future opportunità di lavoro. Ciò è emerso confrontando uno stipendio medio a basso reddito in ogni Paese europeo con quello che i ricercatori hanno definito un budget da "Ramen Noodles only", ossia il costo mensile della vita di un giovane che consiste solo nel minimo indispensabile, come l'affitto, il cibo, i trasporti e altre spese quotidiane tipiche.

In media, un giovane con uno stipendio basso dovrebbe essere in grado di permettersi un budget da "Ramen Noodles only" e avere comunque un reddito libero di 175 euro alla fine del mese. Ma in 12 dei 27 Paesi dell'UE, il reddito libero alla fine del mese è risultato negativo, il che significa che non era sufficiente a coprire completamente le spese di base. Secondo l’indagine svolta, la Slovacchia è apparsa il Paese con il costo totale più alto per un giovane che intraprende uno stage retribuito a tempo pieno, per un totale di 186 euro da dover pagare autonomamente ogni mese.

I costi aggiuntivi

Oltre alle spese immediate, i ricercatori hanno individuato costi aggiuntivi per i giovani stagisti, tra cui la perdita di accesso alla previdenza sociale e ai sussidi, poiché spesso i criteri di ammissibilità non risultano soddisfatti. Molti stagisti riferiscono, inoltre, di non avere un contratto firmato per il loro stage, essendo così maggiormente esposti a condizioni di lavoro precarie.

I dati dimostrano che molti giovani scelgono di affrontare il costo del lavoro gratuito grazie ad una seconda occupazione. Tuttavia, gli studiosi avvertono che svolgere un lavoro retribuito, affiancandolo ad uno stage non retribuito a tempo pieno, non fa altro che creare ulteriori costi non finanziari e per questo motivo non è un'alternativa auspicabile. È noto che orari di lavoro eccessivi causino un aumento dello stress, dell'ansia e un generale peggioramento delle condizioni di salute mentale degli stagisti. Questi problemi di benessere sono ulteriormente esacerbati da condizioni di stage di scarsa qualità, che portano molti giovani a dichiarare di sentirsi inutili sul posto di lavoro.

A tal proposito, il Presidente dell’European Youth Forum María Rodríguez Alcázar si è esposta affermando che: "È una questione di dignità, diritti umani, benessere e azioni concrete per la nostra generazione e per il futuro. La pratica degli stage non retribuiti ha un effetto negativo diretto sulle finanze, sul futuro e sulla salute mentale e il benessere dei giovani e l'UE deve agire per porvi fine".

E in Italia?

Quanto sinora affrontato è un problema che tocca anche l’Italia. Più precisamente, nel nostro paese i tirocini possono essere di due tipi: curricolari ed extracurricolari. Nel primo caso, si tratta di tirocini che, per legge, non devono essere retribuiti e che vengono svolti durante gli anni scolastici o universitari, il cui focus è la “formazione” dello studente. Per quanto riguarda gli extracurricolari, invece, si prevede che debbano essere pagati, anche se purtroppo sorgono molti problemi a riguardo in quanto la decisione circa il rimborso minimo è presa a livello regionale.

La più logica conseguenza che questo sistema genera è una differenza di trattamento nelle varie regioni italiane: il Lazio, ad esempio, prevede un minimo di 800 euro mentre la Lombardia ne garantisce solamente 300. Se pensiamo ad una città come quella di Milano, il cui affitto medio per una stanza si aggira attorno ai 620 euro, è facile comprendere come queste cifre non siano sufficienti a coprire nemmeno il costo della propria abitazione. Come se non bastasse, un ulteriore studio dell’Anpal suggerisce che, tra il 2014 e il 2019, solo il 29,9% degli stage si è poi trasformato in un contratto di assunzione presso il datore de lavoro ospitante il tirocinio.

In termini di uguaglianza sociale, questi dati non fanno altro che dimostrare l’insostenibilità dell’attuale sistema degli stage. Va tenuto a mente, inoltre, che ad essere danneggiati non sono solamente i giovani in questione, ma tutta la società che nel complesso si priva di potenziali talenti. Infatti, il fatto di impedire l’accesso a determinate opportunità di lavoro a chi non può permetterselo, rischia di rendere la nostra società sempre più classista ed elitaria. Privandosi di potenziali competenze che i giovani hanno da offrire, non solo alimenta le tensioni economiche, ma al tempo stesso porta alla perdita di importanti risorse per il futuro. A questo proposito nel 2020 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione nella quale condanna gli stage non retribuiti e si chiede agli stati di intervenire attivamente per cambiare il proprio mercato del lavoro. Sembra però che questi propositi rimangano solo un “wishful thinking” che non trova concretezza nelle azioni dei vari governi.

FONTI CONSULTATE

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Laura Rodriguez

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Diritti Umani

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