Verso le elezioni europee

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  Tiziano Sini
  16 marzo 2024
  2 minuti, 32 secondi

Le elezioni europee del prossimo giugno si avvicinano e rendono sempre più nitidi gli assetti politici e le strategie elettorali.

Per quanto la tornata elettorale risulti importante per il futuro dell’Unione Europea, soprattutto difronte a nuove e complesse sfide globali, le elezioni del Parlamento sono sempre un momento abbastanza particolare, che non sempre ha trovato grande riscontro a livello nazionale.

Nonostante questo, la fase attuale, che probabilmente rappresenta il culmine della campagna elettorale, è anche un'occasione essenziale per partiti e candidati in cui giocarsi il tutto per tutto in vista della scadenza elettorale.

Nelle ultime settimane, infatti, le novità non sono mancate, a partire dalla presentazione del programma elettorale del Partito Popolare Europeo (PPE), che esprime l’attuale Presidente della Commissione e che al momento viene dato in testa dai sondaggi.

Il programma, viste anche le esigenze elettorali, sembra virare a destra, con i temi di immigrazione, difesa e ambiente al centro, ma con un piglio molto più conservatore rispetto al passato; un’apertura probabilmente a quella galassia costituita dalle formazioni della destra europea, in netta crescita in tutte le realtà nazionali[1].

Un’esigenza, quest’ultima, di carattere elettorale, considerati i sondaggi che, come precedentemente anticipato, vedono il PPE come favorito, ma con una maggioranza più risicata rispetto alla scorsa tornata. Un dato dirimente per poter nuovamente eleggere Ursula von der Leyen come presidente della Commissione, dopo che la notizia della sua candidatura a un secondo mandato è stata resa pubblica durante il mese di febbraio.

La questione sembrerebbe piuttosto articolata e non così scontata come si potrebbe immaginare, nonostante l’elevato gradimento riscosso dall’attuale Presidente all’interno di praticamente tutte le cancellerie europee. Molto a questo proposito si giocherà nella prossima tornata elettorale, con l’elevata probabilità di veder scricchiolare l’attuale alleanza fra conservatori e progressisti, che sostiene la cosiddetta “maggioranza Ursula”[2], ma che potrebbe aprire ad alleanze con formazioni come Identità e Democrazia (ID) e Partito dei Conservatori e Riformisti (ECR), con connotazioni sovraniste e spiccatamente di destra.

La situazione ha portato a una risposta netta anche da parte del Partito Socialista europeo (PSE) che, oltre ad attaccare pesantemente e apertamente la leder italiana Giorgia Meloni, vista come la figura cardine della nuova destra europea nonché attuale Presidente di ECR, ha reso pubblica la candidatura di un proprio rappresentante alla presidenza della Commissione europea, Nicolas Schimt, e di un Manifesto in 20 punti che racchiude i principi che dovrebbero guidarne l’operato nei prossimi anni[3].

Le prossime settimane saranno essenziali per avere un quadro ancora più chiaro sulle tendenze elettorali e, soprattutto, sulle strategie in vista delle elezioni che si terranno fra il 6 e il 9 giugno in tutta Europa.

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Tiziano Sini

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