Wet market e emergenza Covid-19

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  Redazione
  17 luglio 2020
  4 minuti, 49 secondi

A cura di Valeriana Savino

Nelle ultime settimane abbiamo sentito molto parlare dei cosiddetti wet market legati alla diffusione del nuovo virus COVID-19.

Cosa sono i wet market e dove sono diffusi? I wet market sono mercati all’aperto dediti alla vendita di beni deperibili, quali carne fresca, animali selvatici e fauna ittica. L'uso del termine inglese “wet”, umido, deriva proprio dal pavimento scivoloso creato dal sangue e dalle viscere animali cadute a terra. All’interno dei mercati umidi gli animali sono macellati in loco e poi venduti ai clienti che ne fanno richiesta. Sono molto diffusi nei paesi asiatici, in particolar modo in Cina, a Hong Kong, Vietnam, Malesia, Indonesia e Filippine. La loro presenza si riscontra però anche in Africa, Oceania e perfino nelle Americhe: dal Messico alla Colombia, passando per gli Stati Uniti (a New York se ne contano un’ottantina).

I clienti preferiscono acquistare questi beni nei mercati bagnati rispetto alle catene di supermercati, le quali offrono prodotti già lavorati e ricchi di conservanti che ritardano il deperimento e la scadenza. Originariamente, l’acquisto di prodotti freschi e macellati sul posto nasceva dall’esigenza di verificare che la carne venduta fosse effettivamente fresca: a ciò è legato il mancato o esiguo uso del frigorifero in Cina, soprattutto nei piccoli centri rurali. Dal momento che per gli asiatici la carne macellata sul posto è considerata più fresca di quella venduta nei supermercati in condizioni sterili, il mancato uso del frigorifero è diventato un retaggio culturale della cultura orientale. Nei wet market si trovano animali vivi di ogni specie e tipo, compresa la fauna selvatica e/o animali di cui è vietata la caccia e, conseguentemente, la vendita; le loro condizioni non sono delle migliori, dal momento che per lo più sono riposti in piccole gabbie.

Storicamente, l’uso e il commercio di animali selvatici sono stati incentivati fino ai tempi recenti dal Governo cinese, che vedeva in questo mercato un’opportunità per alleviare la condizione di povertà delle zone rurali. Solo durante l’epidemia di SARS nel 2002-2004 e la successiva influenza aviaria del 2013 la vendita di animali selvaggi è stata proibita; la proibizione è però stata rimossa dopo soli sei mesi.

Più recentemente, a causa dell’epidemia di Covid-19 è stato di nuovo bandito temporaneamente il consumo e commercio di questi animali, ma non è chiaro fino a quando durerà questo divieto.

Le condizioni igieniche di questi mercati non sono sempre ideali, specialmente in quelli in cui si vendono gli animali vivi, siano di fattoria o selvatici. La prossimità degli animali vivi e dei loro escrementi con la carne macellata in vendita e con gli esseri umani rappresenta un potenziale focolaio di nuovi virus e batteri.

Gli animali vivi, macellati sul posto, innescano un ulteriore fattore di rischio: virus o batteri, innocui per l’animale macellato, potrebbero essere trasmessi all’uomo tramite il contatto con il sangue dell’animale. I virus, che hanno come strategia di sopravvivenza il rimescolamento continuo di alcuni dei loro geni, potrebbero dunque tramite mutazioni genetiche colonizzare nuovi ospiti (gli esseri umani in questo caso) provocando nuove e pericolose malattie. Non si tratta di una novità: molti studi hanno messo in relazione i wet market alla diffusione di patogeni potenzialmente pericolosi per l’uomo.

Lo scoppio dell’emergenza Coronavirus ha portato in molti a interrogarsi sui wet market e quale ruolo avessero avuto nella diffusione del virus soprattutto perché la comunità scientifica pensa che il Covid-19 abbia avuto origine proprio in un mercato umido di Wuhan, in Cina.

Cosa lega un wet market alla nascita di un virus? Per poter comprendere la correlazione, bisogna far riferimento al concetto di spillover. Il fenomeno consiste nel trasferimento di malattie/virus dagli animali all’uomo. Ogni specie animale, compreso l’uomo, ha i suoi virus endemici che appartengono alla specie stessa: il problema sorge quando i virus endemici di specie diverse dall’uomo fanno il loro ingresso in altre specie (zoonosi). Lo spillover è particolarmente pericoloso quando la zoonosi si adatta alla specie umana andando poi a causare il contagio tra uomo e uomo, dando origine alle epidemie. La nascita di un virus non è purtroppo un evento casuale: sono molti gli studi scientifici che mettono in stretta relazione l’impatto sugli ecosistemi naturali e la diffusione di nuovi virus, Covid-19 compreso. Molti fenomeni che si manifestano sul pianeta sono una diretta conseguenza delle azioni che l’uomo opera sulla natura: diminuzione delle foreste e perdita di habitat naturali, incendi, riconversioni di spazi naturali in allevamenti intensivi; manipolazione e commercio degli animali selvatici. La cattura di animali selvatici e il loro successivo confinamento in spazi ridotti come le gabbie, la macellazione molto spesso illegale e la loro vendita dà vita a un contatto stretto tra gli animali stessi e l’uomo.

Oggi i wet market sono sotto accusa: la pandemia di Covid-19 ha portato sotto gli occhi di tutti un problema diffuso da anni. La Cina, dopo lo scoppio dell’epidemia, ha chiuso temporaneamente i mercati che però sono ritornati attivi appena dopo il primo calo del contagio. L’intento, sostenuto dalla responsabile della biodiversità delle Nazioni Unite Elizabeth Maruma Mrema, è vietare l’apertura di wet market in Cina e nel resto del mondo. Per evitare ulteriori e nuove pandemie è necessario adottare comportamenti virtuosi e nuovi approcci al problema.

Proteggere la biodiversità e favorire la salvaguardia di ecosistemi vuol dire provare a rimettere in equilibrio il pianeta e attivare politiche di sostenibilità alimentare, efficaci soprattutto in quei paesi in via di sviluppo che sulla compravendita di animali selvatici a scopo alimentare fondano parte della loro economia.

https://www.internazionale.it/liveblog/2020/04/17/in-cina-i-wet-market-hanno-riaperto-ma-non-ci-va-nessuno

https://www.lastampa.it/la-zampa/altri-animali/2020/05/06/news/coronavirus-i-wet-market-nel-mirino-della-comunita-scientifica-e-la-cina-tenta-di-regolarizzarli-1.38811008

https://wisesociety.it/salute-e-benessere/wet-market-cosa-sono-perche-pericolosi/

https://laboratoriaperti.netsons.org/non-di-sola-scienza/reportage-un-viaggio-nei-wet-market-cinesi/1110/

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