A Gaza si continua a morire di fame

  Articoli (Articles)
  Giorgia Milan
  25 marzo 2024
  4 minuti, 31 secondi

Dicembre 2023. Human Rights Watch muove le prime accuse a carico di Israele riguardo la possibilità che stia provocando deliberatamente una carestia nella Striscia di Gaza.
Marzo 2024. Le accuse contro Israele sono ancora vive e sono sempre più consistenti i dati che confermano che quello che sta succedendo da mesi nella Striscia di Gaza è una carestia provocata dall’uomo.

Le Forze di Difesa Israeliane ovviamente non stanno a guardare inermi le critiche che vengono mosse sul loro conto. Hanno già iniziato ad assumere dozzine di avvocati per difendersi in sede giudiziaria contro le accuse di carestia provocata deliberatamente. Un crimine di guerra.
Non è la prima accusa che viene mossa contro Israele nel corso di questo conflitto. Il Sudafrica ha sporto denuncia per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia. A questa denuncia si unisce anche l’accusa riferita ad alcuni alti funzionari israeliani per aver incitato al genocidio. Israele, dunque, non è sicuramente nuovo a questo tipo di denunce, e in questi casi è giusto dotarsi dei migliori avvocati per difendersi piuttosto che salvaguardare i diritti umani dei civili che continuano a morire sotto le bombe o di fame.

Il caso di carestia provocata dall’uomo al quale sta assistendo il mondo non è difficile da decifrare: è evidente. Lo Statuto di Roma afferma che affamare intenzionalmente i civili va inteso come "la privazione di oggetti indispensabili alla loro sopravvivenza, compreso l’ostacolare intenzionalmente le forniture di soccorso" (art. 8). Non servono troppe definizioni, non c’è nulla di controverso.
Israele, in qualità di potenza belligerante occupante Gaza, ha la responsabilità di assicurare forniture alimentari e mediche alla popolazione (articolo 55 della Quarta Convenzione di Ginevra). Si tratta dunque di un dovere al quale Israele non può sottrarsi. 

Israele chiaramente nega le accuse. Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha infatti affermato che Israele sta concedendo l’accesso ad ampi aiuti umanitari e che la comunità internazionale non dovrebbe più attaccare Israele, ma riconoscere il suo diritto alla difesa contro Hamas.
Dunque, mentre migliaia di civili muoiono di fame perché i camion di aiuti umanitari sono impossibilitati a entrare a Gaza, Israele chiede alla comunità internazionale di riconoscere il suo diritto alla difesa. Diritto alla difesa


Quali sono gli elementi fondamentali di questa accusa?

Le accuse contro Israele ovviamente non vengono mosse basandosi sul nulla: dati e dichiarazioni sostengono concretamente questo quadro, che è sempre più tragico.

I dati sono il primo elemento da considerare. 

L’ultimo rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), di cui fanno parte due agenzie ONU (la FAO e l’OMS), ha stabilito che la maggior parte dei palestinesi stanno affrontando dei livelli di malnutrizione di fase 4 e 5, ovvero rispettivamente emergenza e catastrofe. È una carestia provocata dall’uomo quella che viene trattata in questo rapporto e la colpa è attribuita esplicitamente a Israele.

Il rapporto, che copre il periodo dal 15 febbraio al 15 marzo 2024, evidenzia come 677.000 palestinesi si trovano nella fase 5 (catastrofe) e 876.000 sono in fase 4 (emergenza). Le persone nella fase 1, ovvero quella della sicurezza alimentare, sono 0. Tra il 16 marzo e il 15 luglio 2024 l’IPC prevede un aumento drastico dei palestinesi in fase 5: la cifra toccherà quota 1.107.000 palestinesi.

A livello mondiale vengono spesso sollevati allarmi riguardo possibili carestie causate dalla guerra. L’IPC però lo ha fatto solamente in due occasioni: in Somalia nel 2011 e nel Sud Sudan nel 2017. In ogni caso non era mai stato registrato un tale livello di insicurezza alimentare.

La commissione dell’IPC, inoltre, ha esaminato l’accesso dei camion di cibo nella Striscia di Gaza. È stato evidenziato come il numero di camion che possono accedere a Gaza sia molto limitato e dal 5 febbraio non sono stati segnalati camion di cibo in grado di scaricare a Gaza. Appare evidente come le autorità israeliane stiano ostacolando le missioni di aiuto umanitario nella striscia di Gaza.

Ai dati è necessario affiancare le affermazioni pubbliche dei principali esponenti israeliani. 

Il ministro della difesa Yoav Gallant nei primi mesi di guerra affermò che nella Striscia di Gaza era necessario imporre un "assedio completo", il che significava "niente elettricità, niente cibo, niente acqua".

Infine, ogni settimana arrivano foto scattate dal confine egiziano con Gaza dove decine di tonnellate di aiuti umanitari restano bloccati dalle autorità israeliane. Tutto ciò accade mentre il ministro degli esteri israeliano afferma che stanno concedendo l’ingresso di ampi aiuti umanitari. Le immagini sicuramente non confermano le dichiarazioni di Israele. 

Non ci si può più nascondere dietro a un dito. I dati sono chiari: quella in atto nella Striscia di Gaza ha un nome, è a tutti gli effetti una carestia provocata dall’uomo, e ha un colpevole, Israele.
Qual è la prossima mossa? Continuare a guardare civili (soprattutto bambini) morire di fame oppure agire e condannare in via definitiva Israele per le sue azioni? Quanto ancora si permetterà che Israele continui impunemente le sue azioni?
È fondamentale agire ora. "Davanti a una situazione così tragica, peggio di così non può andare", potrebbe dire qualcuno. Invece si può. Si può eccome.

Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2024

Condividi il post

L'Autore

Giorgia Milan

Giorgia Milan, classe 1998, ha conseguito una laurea triennale in “scienze politiche, relazioni internazionali e governo delle amministrazioni”, con una tesi riguardo la condizione femminile in Afghanistan, e successivamente una laurea magistrale in “Human rights and multi-level governance”, con una tesi riguardo la condizione delle donne rifugiate nel contesto dell’attuale guerra Russo-Ucraina, il tutto presso l’Università degli studi di Padova.

I suoi interessi principali sono i diritti umani, in particolare i diritti delle donne. È proprio il forte interesse per questi temi che l’ha spinta a intraprendere un tirocinio universitario presso il Centro Donna di Padova, durante il quale ha avuto la possibilità di approcciarsi al mondo della scrittura e della creazione di contenuti riguardanti la violenza di genere e le discriminazioni.

In Mondo Internazionale Post Giorgia Milan è un'autrice per l'area tematica di Diritti Umani.

Categorie

Diritti Umani

Tag

Israeli-Palestinian Conflict Israele Gaza Palestina Carestia crimini di guerra