Arabia Saudita e Iran: un'apertura diplomaticamente rilevante

  Articoli (Articles)
  Tiziano Sini
  18 marzo 2023
  3 minuti, 8 secondi

Nei giorni scorsi in Cina è iniziato il Congresso Nazionale del Popolo, che rappresenta un momento molto importante per il Paese asiatico non solo per le scelte intraprese, come testimonia la terza elezione di Xi Jinping come nuovo Presidente della Repubblica Popolare Cinese, ma anche per la definizione e la comunicazione degli orientamenti che caratterizzeranno i prossimi anni. [1] L’occasione è stata propizia anche per celebrare un’importantissima svolta diplomatica, ossia il riavvicinamento del Regno dell’Arabia Saudita all’Iran.

Un accordo estremamente significativo siglato proprio in Cina, sotto la supervisione del capo della diplomazia cinese Wang Yi, il quale ha pontificato sulla fondamentale svolta mediorientale, dimostrando il ruolo estremamente rilevante che il Paese si sta ritagliando nell’area.[2] L’accordo, che è stato maturato nell’ultimo periodo, dimostra senza dubbio la rilevanza dei genuini rapporti che la Cina promuove sia con l’Arabia Saudita che con lo stesso Iran, a differenza dei rivali americani il cui antagonismo con il Paese persiano inizia proprio dal tema critico del nucleare e del Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA).

Fatte queste premesse, è tuttavia doveroso sottolineare quanto il riavvicinamento in questione sia anche frutto di una condizione non solo relativa ai due Paesi ma anche internazionale estremamente delicata. Uno status emergenziale che ha di fatto portato al riavvicinamento dei due contendenti nell’area. Infatti, per quanto riguarda il tentativo dell’Arabia Saudita di avviare un processo di normalizzazione dei rapporti, esso rappresenta un chiaro segno della volontà di attuare una nuova politica nell’area dopo gli anni che hanno visto un forte impegno diplomatico e militare e i cui effetti non sono stati sempre positivi nonostante gli sforzi. Una situazione analoga, seppure peggiore per molti frangenti, è quella che riguarda l’Iran, stretta nella morsa delle proteste interne e dell’isolamento internazionale, quest'ultimo ancora più esacerbato dal suo appoggio militare alla Russia: aveva quindi un disperato bisogno di normalizzare i rapporti intorno a sé.

A questo proposito, sono numerose le suggestioni formulate in seguito a un evento estremamente interessante come questo: una fra tutte la questione yemenita. Infatti, lo Yemen, falcidiato da una delle guerre più sanguinarie dell'ultimo decennio, potrebbe giovare dell’accordo per intraprendere un processo di de-escalation e rafforzare il periodo di tregua nazionale. Allo stesso tempo, la possibilità di un processo di riappacificazione dell’area risulta piuttosto remota, vista l’instabilità e, soprattutto, la forte frammentarietà di cui tutt’ora soffre il Paese.

Inoltre, sarà analogamente interessante capire la reazione di Israele[3] Se, da un lato, i suoi rapporti con l’Iran, ormai diventata una minaccia nucleare, sono ai minimi storici - con la possibilità sempre più tangibile di un intervento preventivo nell’area -, dall'altro, non è assolutamente secondario sottolineare quanto l’accordo sparigli le carte in tavola, rendendo difficile il mantenimento di quegli impegni internazionali che, sotto egida statunitense, cercavano di promuovere nuove prospettive di stabilità nell’area, incluso l’impegno diretto di Israele attraverso gli Accordi di Abramo ed il Forum del Negev. [4] Quindi, questa constatazione attesta implicitamente anche un'incrinatura dei rapporti con gli stessi Stati Uniti, la cui storica alleanza risale al lontano 1945, quando il Presidente americano Roosvelt ed il sovrano Ibn Saud siglarono uno storico accordo che prevedeva la sicurezza nell’area in cambio del petrolio saudita.

Tuttavia, i primi segni di fragilità comparirono negli ultimi anni tramite alcuni episodi, come quello dell’attacco di droni degli Houthi yemeniti alle raffinerie saudite nel settembre 2019 - a cui non seguì una risposta statunitense - ma anche con la collaborazione dopo lo scoppio della guerra in Ucraina per quanto riguardava la produzione petrolifera.

Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2023

Fonti consultate per l'articolo:

Immagine: https://www.pexels.com/it-it/foto/emirati-arabi-uniti-pakistan-mappa-del-mondo-afghanistan-8828624/

[1] https://www.agi.it/estero/news/2023-03-10/cina_xi_rieletto_storico_terzo_mandato-20435189/

[2] https://www.ilsole24ore.com/art/accordo-arabia-saudita-iran-mediato-cina-AEqKpl1C

[3] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/accordo-arabia-saudita-iran-ecco-cosa-cerca-riyadh-120575

[4] https://www.ilpost.it/2023/03/10/arabia-saudita-iran-cina-relazioni/

Condividi il post

L'Autore

Tiziano Sini

Tag

Saudi Arabia Iran Diplomacy Cina USA Israel Xijinping Diplomazia Nucleare crisi umanitaria Yemen Israele Stati Uniti d'America Arabia Saudita