Argentina, quasi un anno dopo l'elezione del presidente Javier Milei

Tirando le somme

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  Alessia Boni
  20 ottobre 2024
  2 minuti, 21 secondi

Eletto presidente della Repubblica Argentina il 10 dicembre 2023, Javier Milei ha sempre apertamente dichiarato la propria determinazione (alquanto ambiziosa) di voler frenare l’inflazione e permettere al PIL argentino di crescere del 5% nel 2025.

Nei suoi primi dieci mesi di governo, sembra essere riuscito a rallentare la corsa dell’inflazione, raggiungere il pareggio di bilancio e stabilizzare il mercato valutario. Il rischio per il Paese è gradualmente diminuito, benché Buenos Aires si trovi a dover far fronte a pesanti fragilità strutturali e a una grave crisi socio-economica.
Nonostante qualche barlume di speranza, non si può non considerare un fattore fondamentale: le politiche di Milei hanno profondamente colpito la classe media, poiché il rincaro dei prezzi è salito alle stelle.

Nei primi sei mesi del suo governo, oltre la metà degli argentini ha vissuto al di sotto della soglia di povertà, un drammatico riflesso delle politiche di austerità e dei tagli alla spesa pubblica. Secondo l'Istituto Nazionale di Statistica Argentino, il 52,9% della popolazione argentina si troverebbe in condizioni di povertà. Non accadeva dai tempi della crisi economica del 2001-2002 che così tante persone fossero costrette a rinunciare ai beni essenziali come alloggio, trasporti, assistenza sanitaria e istruzione.

Sebbene la crisi economica sia iniziata almeno un decennio fa, l’elezione dell’ultraliberista Milei ha innescato un’accelerazione preoccupante: solo nei primi sei mesi dell’anno, 5,5 milioni di persone sono cadute in povertà. Ora, complessivamente, sono 25 milioni gli argentini che non riescono a far fronte alle spese di base, questo specialmente nell’area della Gran Buenos Aires, che circonda la CABA (Ciudad Autónoma de Buenos Aires). L’aumento dei costi per l’infanzia e aumento del costo dei prodotti farmaceutici portano i lavoratori di classe media, specialmente coloro che hanno una famiglia, a lavorare in più posti contemporaneamente.

Sembra essere ormai chiaro che il governo argentino ha impostato la sua politica economica su un unico obiettivo prioritario: combattere l’inflazione, il problema cronico dell’Argentina. La scelta di mantenere un doppio mercato dei cambi, pur scoraggiando gli investimenti esteri, e di tagliare drasticamente la spesa pubblica, sono decisioni che l’esecutivo ritiene necessarie, anche se queste misure rischiano di rallentare l’attività economica e aggravare le condizioni sociali del Paese. Infatti, le previsioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2024 indicano una contrazione del PIL del 3,5%, rendendo l’Argentina l’unica grande economia dell’America Latina in recessione. Per Javier Milei, la battaglia contro il carovita è la chiave con cui sarà giudicato il suo mandato, a costo di sacrificare altri settori dell’economia.

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L'Autore

Alessia Boni

Alessia Boni è originaria di Modena, Emilia-Romagna ed è nata il 13 giugno 1998. Ha una profonda passione per la politica internazionale, l'economia, la diplomazia, le questioni ambientali e i diritti umani.

Alessia ha conseguito una laurea in Relazioni internazionali e Lingue straniere, con un semestre trascorso come studentessa di scambio per il programma Overseas in Argentina presso l'Universidad Austral de Buenos Aires, dove ha sviluppato il suo profondo interesse per l'America Latina.

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America del Sud

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