Una delle maggiori potenze del continente africano, l’Egitto, sta attraversando un periodo di profonda crisi economica e sociale guidata da un’inflazione galoppante, che sta peggiorando di giorno in giorno e che sta conducendo l’Egitto verso uno dei suoi periodi più bui degli ultimi decenni.
La questione dei debiti e delle spese pubbliche
Partendo dal principio, tra le cause scatenanti la crisi economica si possono annoverare i cospicui prestiti richiesti e le ingenti spese sostenute dal governo egiziano non solo per l’acquisto di ordigni militari da Paesi come la Germania o l’Italia ma soprattutto per la costruzione della nuova capitale amministrativa e l’ammodernamento della città di El Alamein; oltre che i 6,4 miliardi spesi per l’allargamento del Canale di Suez. In particolare, i lavori di costruzione del nuovo nucleo amministrativo sono stati avviati nel 2016 e, nonostante lo scoppio della pandemia del 2020, gli investimenti del governo egiziano per tale progetto hanno continuato ad affluire in modo assiduo: si stima che la nuova città, la quale ospiterà circa 6 milioni di abitanti, potrà essere inaugurata per la fine dell’anno.
Tuttavia, gli ingenti investimenti e il conseguente aumento del debito pubblico per la costruzione della capitale fortemente voluta dal presidente Al-Sisi non sono l’unica causa della crisi economica. Infatti, successivamente allo scoppio del conflitto russo-ucraino, nel 2022 si è generata una crisi energetica ed alimentare che ha colpito moltissimi Paesi europei, ma anche i Paesi del Maghreb, tra cui l’Egitto, che attualmente sta attraversando dei tempi bui per la difficoltà di approvvigionamento alimentare e di sviluppo del turismo, dopo essere riuscito a contenere il problema della crisi energetica.
La crisi energetica e la crisi del turismo
Dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino e la conseguente crisi energetica globale, numerosi Paesi hanno visto i prezzi del gas e del greggio schizzare alle stelle. L’Egitto, già inizialmente colpito da questo sconvolgimento, è in seguito riuscito a stabilizzarsi grazie alla presenza sul suo territorio di riserve naturali di gas nei giacimenti di Zohr e Nour e all’attivazione degli impianti di liquefazione di Idku e Damietta, riuscendo così a ridurre drasticamente le importazioni estere e a mitigare l’impatto degli alti prezzi del petrolio e del gas naturale.
Per quanto riguarda il settore turistico - che rappresenta una tra le più importanti fonti di reddito del Pil egiziano -, sia lo scoppio della pandemia che del conflitto in Ucraina hanno provocato gravi danni all’industria del turismo, che vede quindi ridotti i flussi dei turisti russi e ucraini, incidendo in modo significativo sulla decrescita del Pil.
La crisi alimentare
Sebbene la crisi egiziana veda coinvolti numerosi fattori - dagli eccessivi investimenti economici governativi alle stabilizzazioni del settore energetico e alla crisi dell’industria turistica -, l’elemento che sta maggiormente provocando uno scompiglio economico e sociale nel Paese è la crisi alimentare determinata dallo scoppio del conflitto russo-ucraino. L’Egitto è infatti uno dei maggiori importatori di grano ucraino-russo, con Russia e Ucraina che - come affermato dall’ISPI, ossia l'Istituto per gli studi di politica internazionale - forniscono all'Egitto rispettivamente il 62% e il 23% di grano: considerando queste percentuali, con una popolazione di 105 milioni di persone e un tasso di crescita annuo dell'1,9% l’Egitto è il più grande importatore mondiale di grano. Tuttavia, durante il protrarsi del conflitto, con l’interruzione delle esportazioni di grano dall'Ucraina e l’applicazione delle restrizioni e delle sanzioni sulle esportazioni e attività economiche della Russia, il prezzo del grano è aumentato in modo esponenziale su scala globale, creando gravissime conseguenze per l’Egitto.
Infatti, l’Egitto, in quanto assiduo importatore dall’estero di prodotti alimentari (circa il 40% del cibo consumato viene dall’estero) e con lo shock sulle importazioni di grano, ha visto un peggioramento delle condizioni di sicurezza alimentare di moltissimi cittadini. Infatti, se nel biennio 2018-2020 le persone che avevano sperimentato un’insicurezza alimentare erano circa 27 milioni - un numero già elevato -, con lo scoppio del conflitto e la diminuzione del grano importato, questo numero è aumentato in modo vertiginoso, tanto che si stima che le famiglie più povere spendano quasi la metà del loro reddito, ovvero il 45% circa, per l’acquisto di cibo, mentre l’inflazione dei prezzi alimentari è raddoppiata rispetto all’inflazione complessiva. Quindi, l’aumento smisurato dell’inflazione ha fatto sì che oggigiorno in Egitto non esista più la classe media: solo le persone che appartengono alle classi di ceto alto sono in grado di vivere in maniera dignitosa. Ad aumentare in modo vertiginoso sono stati anche i prezzi della carne: nel periodo natalizio era apparso un consiglio, poi molto contestato, dell'Istituto nazionale egiziano per la nutrizione, che proponeva alle famiglie di mangiare le zampe di pollo in quanto piatto poco costoso a causa dei rincari del suo prezzo, che nel corso del 2022 è aumentato da 30 a 70 sterline egiziane al Kg.
I rimedi alla crisi
Nel tentativo di dare un equilibrio alla disastrosa situazione economica e sociale in cui versa il Paese, nel gennaio 2023 è stato concluso un accordo con il Fondo Monetario Internazionale che ha accettato di cedere 3 miliardi di dollari all’Egitto per permettergli di risollevarsi dalla crisi in cui è precipitato, con la promessa del governo egiziano di passare a un tasso di cambio flessibile, privatizzare le imprese statali e rallentare gli investimenti pubblici in progetti nazionali.
Tuttavia, al momento, l’uscita da questo grave periodo di crisi è ancora lontana visto che il Paese è fortemente indebitato verso l’estero e deve ancora fare i conti con i gravi problemi legati alla ridotta importazione di grano e all’inflazione sui prodotti alimentari.
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Fonti di riferimento utilizzate per il presente articolo:
Fonte immagine: https://unsplash.com/it/foto/C...
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/legitto-la-crisi-potrebbe-essere-alle-porte-35272
https://www.internazionale.it/notizie/catherine-cornet/2023/01/24/egitto-crisi-economica
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L'Autore
Elisa Modonutti
Studentessa di Scienze internazionali e diplomatiche, amante della lettura, dei viaggi e con una curiosità innata di scoprire il mondo che ci circonda
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