Che cosa sta succedendo all’economia egiziana?

Uno sguardo alle cause della crisi economica egiziana

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  Elisa Modonutti
  20 April 2023
  4 minutes, 55 seconds

L’Egitto, una delle maggiori potenze del continente africano sta attraversando un periodo di profonda crisi economica e sociale con un’inflazione galoppante, che sta peggiorando di giorno in giorno, e che sta conducendo l’Egitto verso uno dei periodi più bui degli ultimi decenni.

La questione dei debiti e delle spese pubbliche

Partendo dal principio, tra le cause scatenanti questa crisi economica odierna si possono annoverare gli enormi prestiti richiesti e le ingenti spese sostenute dal governo egiziano non solo per l’acquisto di ordigni militari da Paesi come la Germania o l’Italia, ma soprattutto per la costruzione della nuova capitale amministrativa e l’ammodernamento della città di El Alamein, oltre che i 6,4 miliardi spesi per l’allargamento del Canale di Suez.

In particolare, i lavori per la costruzione della nuova capitale amministrativa sono iniziati nel 2016 e, nonostante lo scoppio della pandemia nel 2020, gli investimenti da parte del governo egiziano per la sua costruzione sono continuati in modo assiduo, tanto che si stima che per la fine dell’anno la nuova città, che ospiterà circa 6 milioni di abitanti, potrà essere inaugurata.

Tuttavia, gli ingenti investimenti con il conseguente aumento del debito pubblico per la costruzione della capitale fortemente voluta dal presidente Al-Sisi, non solo l’unica causa della crisi economica.

Infatti, dopo lo scoppio del conflitto russo ucraino, nel 2022 si è generata una crisi energetica ed alimentare che ha colpito moltissimi Paesi europei, ma anche i Paesi del Maghreb, tra cui l’Egitto, che attualmente sta attraversando tempi bui riguardo all’approvvigionamento alimentare e il turismo, dopo essere riuscito a contenere il problema della crisi energetica.

La crisi energetica e la crisi del turismo

Dopo lo scoppio del conflitto russo ucraino e la conseguente crisi energetica creatasi, moltissimi Paesi hanno visto schizzare alle stelle i prezzi del gas e del greggio. Anche l’Egitto, colpito inizialmente da questo sconvolgimento è riuscito in seguito a stabilizzarsi, grazie alla presenza sul suo territorio delle riserve naturali di gas nei giacimenti di Zohr e Nour e all’attivazione degli impianti di liquefazione di Idku e Damietta, riuscendo così a ridurre drasticamente le importazioni estere e a mitigare l’impatto degli alti prezzi del petrolio e del gas naturale.

Per quanto riguarda il settore turistico, una tra le più importanti fonti di reddito del Pil egiziano, lo scoppio della pandemia e lo scoppio del conflitto russo ucraino, con la conseguente riduzione dei flussi di turisti russi e ucraini, hanno portato gravi danni all’industria del turismo, che sta incidendo in modo significativo sulla diminuzione del Pil egiziano.

La crisi alimentare

Nonostante la crisi egiziana veda coinvolti molti aspetti, dagli eccessivi investimenti economici governativi, alle stabilizzazioni del settore energetico, alla crisi dell’industria turistica, l’aspetto che maggiormente sta portando il Paese verso uno scompiglio economico e sociale è la crisi alimentare generatasi in seguito allo scoppio del conflitto russo-ucraino.

L’Egitto è infatti uno dei maggiori importatori di grano ucraino-russo, con Russa e Ucraina che, come affermato dall’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale, forniscono il 62% (Russia) e il 23% (Ucraina), del grano importato nel Paese: queste percentuali rendono l’Egitto, con una popolazione di 105 milioni e un tasso di crescita annuo del 1,9%, il più grande importatore mondiale di tale prodotto.

Dopo lo scoppio della guerra russo ucraina, tuttavia, l’interruzione delle esportazioni del grano ucraino e l’applicazione delle restrizioni e delle sanzioni sulle esportazioni e sulle attività economiche russe, il prezzo del grano è aumentato in modo esponenziale a livello globale, creando gravissime conseguenze per l’Egitto.

Infatti, l’Egitto, essendo un importatore assiduo dall’estero per quanto riguarda i prodotti alimentari (importa circa il 40% del cibo consumato dall’estero), con lo shock sulle importazioni di grano ha visto un peggioramento per quanto riguarda la sicurezza alimentare di moltissimi cittadini. Se infatti nel biennio 2018-2020 le persone che avevano sperimentato un’insicurezza alimentare erano circa 27 milioni, un numero già elevato, con lo scoppio del conflitto e la conseguente riduzione di importazione del grano, questo numero è aumentato in modo esponenziale, tanto che si stima che le famiglie più povere spendano quasi la metà del loro reddito (45% circa) per l’acquisto di cibo, mentre l’inflazione dei prezzi alimentari è raddoppiata rispetto all’inflazione complessiva.

L’aumento smisurato dell’inflazione ha fatto sì che in Egitto oggigiorno non esista più la classe media, tanto che solo le persone che appartengono alle classi più elevate sono in grado di vivere in maniera dignitosa.

Ad aumentare in modo vertiginoso sono stati anche i prezzi della carne, tanto che sotto il periodo natalizio era apparso un consiglio, poi molto contestato, dell'Istituto nazionale per la nutrizione egiziano che proponeva alle famiglie di mangiare le zampe di pollo, in quanto piatto poco costoso a causa dei rincari del prezzo del pollo, che è aumentato nel corso del 2022 da 30 sterline egiziane a 70 sterline al Kg.

I rimedi alla crisi

Per cercare di ridurre la disastrosa situazione economica e sociale in cui è precipitato il Paese, nel gennaio 2023 è stato concluso un accordo con il Fondo Monetario Internazionale che ha accettato di cedere 3 miliardi di dollari all’Egitto per permettere di risollevarsi dalla grave crisi in cui è precipitato, con la promessa del governo egiziano di passare a un tasso di cambio flessibile, privatizzare le imprese statali e rallentare gli investimenti pubblici in progetti nazionali.

Tuttavia, al momento, l’uscita da questo grave periodo di crisi è ancora lontana, con il Paese che è fortemente indebitato verso l’estero e che deve ancora risolvere i gravi problemi riguardo l’importazione di grano e l’inflazione sui prodotti alimentari.

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Fonti utilizzate per il seguente articolo:

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/legitto-la-crisi-potrebbe-essere-alle-porte-35272

https://www.internazionale.it/notizie/catherine-cornet/2023/01/24/egitto-crisi-economica

https://www.ilsole24ore.com/art/egitto-gigante-africano-colpito-crisi-alimentare-il-conflitto-ucraina-AE88Uo4C

https://www.cdt.ch/news/mondo/se-in-egitto-si-chiede-ai-cittadini-di-mangiare-le-zampe-di-pollo-305608

https://www.aljazeera.com/news/2023/1/18/as-economic-crisis-deepens-will-egypt-slow-megaprojects-down

https://unsplash.com/it/foto/C... (fonte immagine)

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L'Autore

Elisa Modonutti

Studentessa di Scienze internazionali e diplomatiche, amante della lettura, dei viaggi e con una curiosità innata di scoprire il mondo che ci circonda

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Egitto Al-Sisi Grano Conflitto russo-craino Crisi alimentare crisi economica Economia debito pubblico investimenti Energy crisis gas naturale importazioni sicurezza alimentare Fondo Monetario Internazionale