Si
sente spesso parlare di spreco alimentare e delle iniziative per la donazione di cibo
in eccesso ad organizzazioni di volontariato, che si attivano per dare
sollievo alla fascia di popolazione che non riesce a
provvedere al proprio fabbisogno energetico. E quella che si è abbattuta sul nostro mondo occidentale è stata definita una vera
“tempesta
perfetta”: la guerra in Ucraina, la conseguente crisi energetica e alimentare e l'emergenza climatica ci hanno fatto rivalutare le nostre vite e quotidianità.
Per la prima volta nella storia
è
addirittura sembrata possibile l'eventualità della scarsità di cibo sulle nostre tavole, con
fosche profezie
di scaffali vuoti al supermercato e rischio di carestia globale. Inoltre, il
cambiamento
climatico ha creato un mondo sempre più diviso, sempre più
diseguale tra chi ha troppo cibo - e in alcuni casi soffre
di obesità - e chi di cibo non ne ha abbastanza, soprattutto nei Paesi più poveri, e soffre di carenze molto gravi.
A
causa della
guerra scoppiata tra
Russia e Ucraina si
è assistito a
un rialzo vertiginoso del
prezzo
del mais e della soia, utilizzati
come cibo
per gli allevamenti di bestiame. Mentre il latte e i suoi derivati sono pagati troppo
poco a fronte del drastico aumento dei costi di produzione. “Se la
situazione non cambia," - dicono
gli esperti -, “la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) ha stimato che nei prossimi mesi potrebbero
saltare 43 mila stalle.
Di
fatti, nei giorni scorsi c'è stata una grande manifestazione di
Coldiretti, dove a sfilare con gli allevatori c'era anche la mucca
Giustina,
chiamata così perché i produttori chiedono alle istituzioni un
giusto compenso per il latte prodotto. La situazione vale anche per
alcune aziende che si occupano della trasformazione, come quelle che
con il latte ci fanno i formaggi. Da
tempo chiedono, infatti, alla Grande distribuzione di riconoscere un
prezzo più alto per i loro prodotti, ma hanno riferito di avere
ricevuto in cambio soltanto briciole”.
E
tutto questo sembra essere stato esacerbato dai cambiamenti climatici.
Infatti, mentre
il prezzo del cibo è sempre più alto sia nei mercati che nei supermercati, i produttori sono costretti a vendere sottocosto: tante sono le aziende agricole costrette a chiudere perché
stritolate da un sistema che non garantisce loro il giusto profitto, non
possono più permettersi di produrre in perdita. In aggiunta, i cambiamenti
climatici stanno contribuendo a creare un mondo in cui per i piccoli produttori è
sempre più difficile rimanere sul mercato e dove gli unici capaci di competere sono i colossi della grande distribuzione, con il risultato che la stessa qualità di cibo viene declassata.
Il
nostro pianeta sta soffrendo ed è sempre più formato da chi ha fame
e chi è obeso, chi lotta per un semplice pezzo di pane e chi, invece, si può permettere di sprecare cibo. Ci sono circa
800 milioni di persone nel mondo che patiscono la fame, mentre le
stime
più realistiche parlano di circa
2 miliardi di persone - quasi un terzo dell’umanità -. Mentre l’11% della popolazione mondiale è malnutrita, 600
milioni di persone sono obese e 1,3 miliardi in sovrappeso. E più il
nostro clima diventa anomalo, più persone alla ricerca di fonti di sostentamento saranno costrette a lasciare la loro terra d’origine. Ci
vorrebbe quindi una
più
equa
distribuzione delle risorse: senza questa precondizione nessuno potrà arrestare né la fame né i flussi
migratori riconducibili a tali ragioni. Proprio l’Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura ci
ricorda che ogni
anno circa
un
terzo di tutta la produzione alimentare viene buttata prima che
arrivi al consumo, cioè
1,3
miliardi di tonnellate di cibo.
Se un terzo di tutta la produzione di cibo viene volontariamente buttato via, bisogna considerare anche quel cibo che si perde nei processi della distribuzione e della commercializzazione, o nelle nostre case. A tutti sarà capitato di trovare in fondo al frigorifero confezioni di cibo ormai scaduto che neanche sapevamo più di avere, ma è anche questo il problema: quello che noi consideriamo semplicemente un errore quasi banale, per le persone che vivono in zone più povere del pianeta è sopravvivenza, perché davvero non sanno dove reperire fonti di cibo. La lotta ai cambiamenti climatici deve essere la nostra priorità perché più il nostro pianeta si riscalderà e più ci saranno diseguaglianze. Nel 2023 non è più possibile tollerare che ci siano persone che soffrono la fame quando ci sono persone obese che sprecano cibo. L’accesso a cibo e acqua deve essere garantito a tutti.
Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2023
Fonti consultate per il presente articolo:
Credits: Mele Frutta Marcio - Foto gratis su Pixabay - Pixabay
SPRECO ALIMENTARE, COSA POSSIAMO FARE? - YouTube
Spreco alimentare: cause, conseguenze e come evitarlo (gw-360.com)
https://www.ilsole24ore.com/ar...
Spreco alimentare: le cause, l'impatto e le possibili soluzioni - LeROSA
Siamo noi - Spreco Alimentare: ogni anno in Italia buttato cibo per 13 miliardi di euro - YouTube
Lo spreco di cibo - SuperQuark 21/07/2021 - YouTube
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L'Autore
Valeria Fraquelli
Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.
Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.
La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.
La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.
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