La persecuzione del popolo uiguro

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  Redazione
  02 aprile 2021
  2 minuti, 58 secondi

Può uno strumento così potente come la tecnologia controllare e perseguitare milioni di persone? Probabilmente si. Questo è ciò che sta accadendo da alcuni anni al popolo degli Uiguri, una minoranza di etnia turcofona professante religione musulmana, che oggi rappresenta la maggioranza della popolazione nello Xinjiang, regione del nord ovest della Cina. Dopo una lunga storia ricca di tensioni con il governo cinese, la questione è bruscamente precipitata con l’avvento al potere di Xi Jinping, l’attuale Presidente della Repubblica Popolare Cinese, il quale ha lanciato un’offensiva molto dura contro il popolo uiguro ritenuto responsabile di alcuni attentati terroristici, chiudendolo in luoghi eufemisticamente chiamati "centri di formazione" ma che in realtà appaiono come campi di concentramento veri e propri. Il governo cinese ha cercato a lungo di tenere nascosta l’esistenza di questi campi, negandoli in molte occasioni, anche di fronte alle Nazioni Unite, ritenendo addirittura che fossero delle fake news. Grazie alle testimonianze di molte persone che hanno varcato i cancelli di questi campi di prigionia, sono state divulgate le atrocità subite nei confronti degli Uiguri e, quando sono emerse le prove, il governo cinese ha effettivamente ammesso l’esistenza di questi campi ma ritendendo che fossero solo a scopo educativo e prettamente di alta formazione. Tra i milioni di Uiguri detenuti ci sono anche persone innocenti che negano l’adesione e l’approvazione al terrorismo islamico, ma che il governo ha deciso di tenere comunque prigionieri perché sospetta della loro pericolosità futura.

È in questo contesto che la tecnologia sta avendo un ruolo fondamentale attraverso i sistemi di sorveglianza di massa, basati sull’ installazione di migliaia di telecamere ad ogni angolo delle strade e/o nei negozi, abbinati a sistemi di riconoscimento facciale in tempo reale. Ogni giorno vengono raccolti enormi quantitativi di dati dagli smartphone grazie ad applicazioni che aiutano il governo cinese ad avere dati relativi ad ogni persona. L’offensiva contro questa etnia ha colpito soprattutto le donne, come dimostra l’aumento - da decine a migliaia di interventi - di sterilizzazione nella regione dello Xinjiang e tutti questi elementi hanno portato le più autorevoli organizzazioni per la tutela dei diritti umani a considerare il popolo deglu Uiguri vittima del più grande internamento di massa dal secondo conflitto mondiale, un elemento importante per affermare che si tratti di un vero e proprio genocidio. Queste persecuzioni hanno generato una fuga degli Uiguri verso altri Paesi, dove tuttora risiedono, ma a causa di questa loro fuga vengono designati come “criminali” e qualsiasi persona abbia un contatto con loro automaticamente viene considerata un potenziale terrorista. L’Occidente, l’Europa e le democrazie in generale stanno facendo molto poco al riguardo.

Questo rifiuto alla mancanza di tutela degli Uiguri può essere “giustificato” da elementi prettamente economici, come la “via della seta” (un enorme programma strategico che prevede la costruzione di nuove infrastrutture di collegamento fra l’Asia, l’Africa e l’Europa). Questo grande legame economico-commerciale creatosi tra l’Occidente e la Cina starebbe alla base del silenzio sulle persecuzioni. Questa pratica violenta dovrebbe scuotere molte coscienze. Resta il fatto che il gesto compiuto da Antonine Griezmann, importante calciatore francese, nell'aver terminato una ricca sponsorizzazione con un colosso tecnologico cinese come protesta per le persecuzioni del popolo Uiguri, probabilmente non avrà molti seguaci né attestati di solidarietà.

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https://www.iene.mediaset.it/video/cina-uigura-campi-prigionia_959214.shtml

https://www.corriere.it/opinioni/20_dicembre_20/uiguri-sterminio-un-popolo-nell-indifferenza-dell-occidente-85c69a1a-42de-11eb-a388-78033ff67873.shtml
https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/uiguri-cina

immagine https://pixabay.com/it/photos/cina-in-xinjiang-paesaggio-montagna-680714/

A cura di Juan Guillermo De Los Rios Garrido

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