Conseguenze economiche della chiusura del rubinetto russo e della guerra in Medio Oriente su Francia e Algeria: una crisi in evoluzione

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  Alessia Bernardi
  23 aprile 2024
  4 minuti, 12 secondi

Le guerre attualmente in corso hanno avuto ripercussioni significative sotto molteplici prospettive, tra cui quella economica e ambientale. Diversi sono i Paesi che hanno risentito di questa complessa situazione internazionale, tra cui Francia e Algeria.

La Francia, una delle principali economie europee, ha subito un impatto significativo dalla chiusura del rubinetto russo, trovandosi in una posizione di dipendenza energetica critica. Con un'elevata dipendenza dalle importazioni di energia, il Paese ha risentito di un aumento notevole dei costi energetici e di gravi problemi di approvvigionamento. Prima dell'escalation del conflitto, la Francia già presentava una dipendenza considerevole dal gas russo, che rappresentava circa il 20% del suo fabbisogno energetico. Questo livello di dipendenza poneva la Francia tra i Paesi europei più vulnerabili, seconda solo all'Italia. L'impatto di questa chiusura ha, pertanto, avuto ripercussioni significative sull'economia francese e sul suo sistema energetico, evidenziando l'urgenza di una diversificazione delle fonti energetiche e di una riconsiderazione delle politiche di approvvigionamento. Così, per quanto riguarda la continua importazione di combustibili fossili come petrolio, gas naturale e carbone, utilizzati principalmente per la produzione di energia elettrica, il riscaldamento domestico e industriale e il trasporto, la Francia ha scelto oggi di importare da Paesi come l’Africa, il Medio Oriente e l’America Latina. Per quanto riguarda il gas naturale, il Paese ha tradizionalmente importato una parte significativa dalle forniture russe attraverso gasdotti. Tuttavia, la dipendenza dalla Russia ha portato a una certa vulnerabilità, come evidenziato dalle crisi diplomatiche o di rifornimento. Si cerca, quindi, di diversificare le fonti di approvvigionamento di gas naturale, aumentando le importazioni da altri Paesi come il Qatar, Paesi Bassi e Algeria. Inoltre, il governo francese sta progressivamente aumentando la sua produzione di energia da fonti rinnovabili come l'eolico, il solare e l'idroelettrico, riducendo così la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e contribuendo alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile e indipendente. In sintesi, da un lato, la Repubblica francese dipende notevolmente dalla Russia per l'importazione di gas naturale e tale chiusura del rubinetto potrebbe portare ancora a un aumento dei prezzi dell'energia e a un'instabilità nell'approvvigionamento, con conseguenze negative per settori ad alta intensità energetica. Dall'altro lato, si hanno interessi commerciali nel Medio Oriente, sia come acquirente di petrolio sia come fornitore di tecnologia e beni. La guerra in Medio Oriente potrebbe portare a un'ulteriore instabilità politica ed economica nella regione, con il rischio di interruzioni delle forniture di petrolio e un aumento maggiore dei prezzi rispetto a quello già avvenuto. Questo potrebbe influenzare negativamente l'economia francese, specialmente nei settori legati all'energia e all'industria manifatturiera. Quest’ultima, potrebbe arrivare a subire una perdita del 10% - 15% del suo output, con conseguenze legate principalmente all'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, alla diminuzione della domanda internazionale per i prodotti manifatturieri francesi a causa dell'instabilità economica globale e alla ridotta capacità competitiva delle imprese francesi sui mercati internazionali.

Ad ogni modo, a pagare lo scotto della delicata crisi geopolitica in atto non è stata soltanto la Francia. La situazione internazionale già critica si è ulteriormente complicata con l'attuale guerra in Medio Oriente, che ha reso l'Algeria una figura centrale e complessa. Il Paese nordafricano è diventato un punto focale nel fornire gas a nazioni europee come Francia e Italia, specialmente per sostituire le forniture russe a seguito dell'inizio del conflitto in Ucraina. L'Algeria ha acquisito importanza grazie alla sua posizione geografica vicina all'Europa e alle sue consistenti riserve di gas naturale. Con le interruzioni nelle forniture russe di gas, l'Algeria ha assunto un ruolo centrale nel soddisfare la domanda energetica europea. Tuttavia, questa situazione ha aggiunto un ulteriore livello di complessità a causa dei legami storici dell'Algeria con la Russia e delle sue relazioni diplomatiche con vari attori del Medio Oriente, incluso Hamas. Il passaggio all'Algeria come principale fornitore di gas per l'Italia e la Francia sottolinea le intricate dinamiche geopolitiche in gioco, poiché l'Algeria mantiene relazioni sia con Mosca che con il Medio Oriente. Infatti, l'Algeria ha sviluppato relazioni diplomatiche e commerciali con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Proprio questi rapporti consentono al Paese nordafricano di diversificare le sue opzioni di mercato e garantire il mantenimento di accordi cruciali per l'esportazione del gas. Perciò, tale posizione ambivalente evidenzia le sfide e le opportunità che l'Algeria affronta nel navigare il suo ruolo in mezzo a conflitti internazionali in evoluzione e dinamiche energetiche complesse.

Dunque, è evidente che sia la guerra in Ucraina che quella in Medio Oriente abbiano già provocato notevoli danni e cambiamenti nel settore dell'importazione e del sostentamento energetico, non solo per l'Europa, ma anche per altri Paesi. Questi eventi hanno posto al centro dell'attenzione nazioni come l'Algeria, che mantengono posizioni strategiche dal punto di vista politico ed economico con i Paesi maggiormente coinvolti nei conflitti.

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Alessia Bernardi

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