L’ingresso di Intel in Costa Rica nel 1997 ha segnato un momento cruciale per lo sviluppo economico del Paese, ponendo le basi per la sua trasformazione in un hub tecnologico dell’America Latina. L’azienda statunitense, uno dei leader globali nel settore dei semiconduttori, scelse la Costa Rica attratta da diversi fattori strategici: un ambiente politico stabile, incentivi fiscali favorevoli e una forza lavoro qualificata, grazie a un sistema educativo avanzato rispetto ad altri Paesi della regione. L’impatto economico di Intel fu immediato e significativo.
Nel marzo 1998, l’azienda avviò le sue operazioni di assemblaggio e test di microprocessori, generando opportunità di impiego per 950 costaricensi solo nella fase iniziale. Il progetto si inseriva in una più ampia strategia del governo costaricense per attrarre investimenti esteri diretti (IED), con l’obiettivo di diversificare l’economia, storicamente basata sull’agricoltura e sul turismo. Con il passare degli anni, Intel divenne un pilastro dell’economia costaricense: nel 2006, le esportazioni della compagnia rappresentavano il 20% del totale nazionale, mentre il suo contributo al PIL raggiungeva il 4,9%. Questo rafforzò l’immagine del Paese come destinazione privilegiata per la produzione high-tech, attirando ulteriori investimenti da parte di aziende tecnologiche globali. Inoltre, la presenza di Intel spinse il governo e le università locali a investire nella formazione di personale specializzato, aumentando la competitività del Paese nel settore della tecnologia. Tuttavia, nel 2014, Intel decise di cessare le operazioni di produzione in Costa Rica, trasferendo questa attività in altri Paesi con costi operativi inferiori. Il sito costaricense venne riconvertito in un centro di ricerca e sviluppo, con un focus su ingegneria e software. Sebbene questa decisione abbia ridotto il numero di posti di lavoro manifatturieri, la transizione ha consentito al Paese di spostarsi verso attività a maggior valore aggiunto, rafforzando il suo ruolo nella catena globale dell’innovazione. L’esperienza di Intel in Costa Rica dimostra come un singolo investimento possa avere un impatto profondo sulla crescita economica di un Paese, influenzandone il percorso di sviluppo industriale e tecnologico. Anche dopo la chiusura della produzione, la Costa Rica ha continuato a beneficiare dell’eredità lasciata dall’azienda, consolidandosi come una destinazione attraente per il settore high-tech e i servizi digitali.
Nel 2023, Intel ha annunciato un investimento di 1,2 miliardi di dollari in Costa Rica nei successivi due anni, sottolineando l'importanza strategica del Paese nella catena di fornitura globale dei semiconduttori. Questo ritorno è in linea con l'obiettivo degli Stati Uniti di diversificare e rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento dei semiconduttori, riducendo la dipendenza dall'Asia orientale. La partnership tra Stati Uniti e Costa Rica mira a creare una catena di fornitura più sicura e sostenibile, con il Paese centroamericano che si concentra su assemblaggio, test e packaging dei semiconduttori. La competizione tra Stati Uniti e Cina nel settore dei semiconduttori, infatti, ha amplificato l'attenzione su Paesi come la Costa Rica. La pandemia ha evidenziato la fragilità delle catene di approvvigionamento globali, spingendo gli Stati Uniti a cercare partner affidabili nelle Americhe. La Costa Rica, con la sua stabilità politica e forza lavoro qualificata, è emersa come partner chiave in questa strategia.
Nell’attuale panorama globale della tecnologia, i semiconduttori sono quindi diventati l’elemento centrale della competizione tra Stati Uniti e Cina e al centro di questa battaglia c’è un attore chiave: Taiwan, che con la sua Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) domina circa il 63% della produzione mondiale di semiconduttori. La dipendenza del mondo da TSMC è così profonda che una crisi geopolitica nell’area potrebbe causare il collasso di interi settori industriali. Nel tentativo di ridurre questa dipendenza, gli Stati Uniti stanno cercando di diversificare la produzione, spingendo TSMC a investire miliardi di dollari sul suolo americano. Tra questi investimenti, spiccano i 6,6 miliardi di dollari in sovvenzioni federali e 5 miliardi in prestiti destinati alla costruzione di impianti produttivi in Arizona. Questo progetto fa parte della strategia statunitense per garantire un accesso sicuro ai semiconduttori avanzati, limitando al contempo il potere di ricatto della Cina su Taiwan.
Stretto è chiaramente il legame tra Costa Rica e Taiwan in questo contesto. Per decenni, Taiwan e Costa Rica hanno mantenuto stretti legami diplomatici, con l’isola asiatica che investiva nel Paese centroamericano attraverso programmi di cooperazione e sviluppo. Tuttavia, nel 2007, la Costa Rica ha preso una decisione che ha scosso la geopolitica della regione: ha interrotto le relazioni diplomatiche con Taiwan per riconoscere ufficialmente la Cina continentale. La decisione non fu casuale. Dietro la mossa ci fu un calcolo strategico: la Cina era emersa come una potenza economica dominante e rappresentava un partner commerciale ben più attraente rispetto a Taiwan. In cambio del riconoscimento, Pechino fornì alla Costa Rica un pacchetto di aiuti economici multimiliardario, inclusi investimenti infrastrutturali e il finanziamento della costruzione dello stadio nazionale di San José, uno dei simboli più evidenti della crescente influenza cinese nella regione. Questa svolta geopolitica ha avuto ripercussioni anche nel settore tecnologico. Con il passaggio alla Cina, la Costa Rica si è allontanata dalle opportunità di collaborazione con Taiwan nel campo dei semiconduttori. Tuttavia, oggi il Paese sta cercando di riposizionarsi in questo settore, attratto dalle iniziative statunitensi per diversificare la catena di approvvigionamento globale dei microchip.
Dopo anni di relativa marginalità nel settore, la Costa Rica è tornata sotto i riflettori con il ritorno di Intel, che nel 2023 ha annunciato un investimento di 1,2 miliardi di dollari per rilanciare la produzione e il packaging avanzato dei semiconduttori. Questa mossa è perfettamente in linea con la strategia americana di ridurre la dipendenza dall’Asia orientale e rafforzare la catena di approvvigionamento nelle Americhe. Ma può davvero la Costa Rica aspirare a un ruolo strategico nel nuovo ordine globale dei semiconduttori? Se da un lato il Paese offre stabilità politica e una forza lavoro qualificata, dall’altro soffre ancora di limitazioni infrastrutturali e di una dipendenza eccessiva dagli investimenti stranieri. Inoltre, la sua posizione diplomatica filo-cinese potrebbe rappresentare un ostacolo nel quadro delle tensioni tra Washington e Pechino. La sfida per la Costa Rica sarà quindi quella di bilanciare con attenzione le sue alleanze internazionali, capitalizzando sulle opportunità offerte dal reshoring della produzione tecnologica senza compromettere i rapporti con il suo principale partner economico, la Cina. In questo contesto, il Paese centroamericano potrebbe diventare uno degli snodi cruciali nella competizione globale per il controllo dei microchip, giocando una partita molto più grande della sua dimensione geografica.
Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2025
Condividi il post
L'Autore
Alessia Bernardi
Categorie
Tag
Costa Rica Taiwan Intel Ambiente Economia Cina Stati Uniti