Covid nel mondo: quali prospettive per il prossimo futuro?

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  Redazione
  17 marzo 2023
  3 minuti, 29 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, Specialista in Otorinolaringoiatria e membro del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

A fine dicembre 2022 il COVID era in aumento. Mentre molti vorrebbero prendersi una vacanza, la domanda su cosa ci riserva il futuro dei nostri rapporti col virus rimane sempre incombente.

I cittadini si chiedono se ci sarà un altro picco invernale? Se sì, possiamo contrastarlo con quel che la scienza ci mette a disposizione in materia di profilassi e terapia farmacologica?

E poi, quanto grande potrebbe essere il ruolo delle vaccinazioni di richiamo?

Sono in arrivo altri provvedimenti di profilassi sociale, magari con un ritorno in presenza negli uffici? In che modo ?

I dati epidemiologici

A partire dal 27 dicembre 2022, le ultime valutazioni statistiche USA, il CDC ( Centers of Disease Control and Prevention) riporta oltre 487.000 casi settimanali, rispetto ai circa 265.000 per la settimana che si è conclusa il 12 ottobre. In media, 4.938 persone sono state ricoverate in ospedale ogni giorno dal 19 al 25 dicembre, in calo di circa il 6% rispetto alle 5.257 ricoverate giornalmente la settimana precedente. I decessi ammontavano a 2.952 settimanali al 21 dicembre, rispetto ai 2.699 del 14 dicembre. E’ un numero sempre molto alto.

A partire dal 17 dicembre 2022, le varianti predominanti sono la BQ.1 , BQ.1.1 e XBB. Gli esperti hanno detto che stanno prestando molta attenzione a XBB, che sta aumentando rapidamente.

Gli esperti che monitorano la pandemia concordano sul fatto che ci sarà un'impennata.

Molte di queste ondate non sono guidate da sottovarianti di preoccupazione ma piuttosto dal comportamento incauto dei cittadini. Saliranno ma, è bene precisarlo, certamente non come nel 2020 o nel 2021.

Altri sottolineano che l'ondata di patologie respiratorie non coinvolge solo il COVID.

Ci si riferisce anche al marcato aumento dei casi clinici respiratori attribuibili all’ Influenza stagionale e RSV (virus respiratorio sinciziale).

La Cina

Un’altra incognita è rappresentata dalla situazione epidemiologica in Cina, uno dei più conosciuti focolai virali. Con l'allentamento delle politiche cinesi "zero COVID", i casi stanno aumentando drammaticamente.

Alcuni modelli epidemiologici prevedono che potrebbero verificarsi in Cina nel 2023 fino a 1 milione di decessi per COVID. In teoria, una diffusione non contenuta come quella che si prevede in Cina potrebbe generare un'intera nuova famiglia di varianti.

La Cina rappresenta il 20% della popolazione mondiale, quindi non può essere ignorata.

La domanda è: quali sono le probabilità che una sotto variante preoccupante possa provenire dalla Cina? Ancora non c’è alcuna previsione affidabile su tale quesito.

Ridurre al minimo i danni

Gli esperti fanno eco allo stesso consiglio su come arginare l'ondata invernale, specialmente per gli adulti che hanno 65 anni o più: è necessario praticare al più presto il richiamo bivalente.

Lo stesso dicasi per il vaccino antinfluenzale in ragione all’incidenza epidemiologica locale e prepararsi per l’autunno prossimo.

Anche i più giovani hanno assunto in piccola parte la dose di richiamo. Nel complesso, solo il 14,1% delle persone dai 5 anni in su ha ricevuto una dose di richiamo aggiornata, secondo il CDC.

Studi recenti sono avvalorati dal risultato dei richiami. Uno studio accreditato ha esaminato solo adulti di età pari o superiore a 65 anni, scoprendo che il richiamo bivalente ha ridotto il rischio di ospedalizzazione dell'84% rispetto a coloro non vaccinati e del 73% rispetto a chi aveva ricevuto solo il vaccino monovalente.

In un rapporto del 21 dicembre sul New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno prelevato campioni di plasma da persone che avevano ottenuto uno o due richiami monovalenti o bivalenti per determinare quanto bene funzionassero contro le sottovarianti circolanti di Omicron BA.1, BA.5, BA.2.75.2, BQ.1.1 e XBB.

Risultato: il bivalente ha funzionato meglio del monovalente contro tutte le sottovarianti di Omicron, ma soprattutto contro BA.2.75.2, BQ.1.1 e XBB.

Oltre alle precauzioni generali che tutti oramai conosciamo bisogna adottare tutte i comportamenti più consoni e qualificati verso questo pericolo.

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