Nell'ottobre 2024 Mark Rutte, Segretario Generale della Nato, ha confermato per la prima volta il dispiegamento di truppe nordcoreane in Russia, nella regione di Kursk. Secondo stime del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sarebbero stati inviati circa 10.000 soldati nordcoreani per addestrarsi nella Russia orientale. L'arrivo delle truppe nordcoreane a Kursk potrebbe incrementare ulteriormente la pressione sulle forze ucraine, già sotto assedio, sebbene l'esercito nordcoreano non abbia recenti esperienze di combattimento. Questa sarebbe l’ultima dimostrazione del progressivo riavvicinamento tra Mosca e Pyongyang a partire dell'inizio del conflitto in Ucraina, culminato nell’accordo d'inizio anno. Tale accordo prevede un sostegno reciproco in caso di "aggressione" nei confronti di uno dei due Paesi.
Il presidente russo Vladimir Putin potrebbe ottenere benefici militari immediati grazie alla presenza delle truppe nordcoreane. Secondo le ultime informazioni, a partire da agosto 2023 la Russia avrebbe infatti ricevuto circa 13.000 container di materiale militare volti ad espandere le notevolmente ridotte scorte russe. Inoltre, di fronte a una potenziale carenza di coscritti, l’utilizzo di soldati nordcoreani potrebbe alleviare temporaneamente la pressione interna relativa al reclutamento di nuovi cittadini russi, mitigando il tradizionale malcontento legato al loro impiego in prima linea.
D’altra parte, la Corea del Nord potrebbe essere incentivata ad inviare i propri militari dall’eventuale condivisione da parte di Mosca della propria tecnologia militare e da rassicurazioni circa il sostegno che la Russia potrebbe garantirgli in caso di guerra nella penisola coreana. Oltre ai pagamenti in valuta estera e agli aiuti alimentari, Pyongyang ha infatti un grande interesse nelle tecnologie militari avanzate della Russia per dare impulso ai propri programmi nucleari, missilistici e satellitari, nonché ad altre iniziative di difesa. In particolare, Kim mirerebbe ad acquisire sottomarini a propulsione nucleare silenziosi e in grado di lanciare missili balistici, capaci di colpire obiettivi negli Stati Uniti o nei territori degli alleati. Inoltre, Pyongyang è interessata ad acquisire tecnologie per rendere i propri missili meno vulnerabili ai sistemi antimissile statunitensi. Al contempo, Mosca potrebbe contribuire alla modernizzazione delle forze convenzionali nordcoreane.
Questo sostegno tecnologico da parte della Russia potrebbe incoraggiare Pyongyang a intraprendere azioni più aggressive nei confronti della Corea del Sud, rafforzando al contempo il suo ruolo nella politica internazionale. Pyongyang vede il conflitto in Ucraina come un’opportunità per aumentare la propria rilevanza globale, contando anche sull’appoggio russo all'interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove gode del diritto di veto. A seguito del dispiegamento di truppe nordcoreane in Russia, è probabile che Mosca continuerà a sostenere Pyongyang nelle sedi internazionali.
La Cina, storicamente il principale partner commerciale della Corea del Nord, sta osservando con crescente disagio i legami in via di consolidamento tra Pyongyang e Mosca. Se da un lato Pechino ha ripetutamente cercato di allontanare i sospetti occidentali sulla sua presunta collaborazione con Corea del Nord e Russia, dall'altro teme che la vicinanza tra i due Paesi possa alimentare la percezione dell'Occidente di una Cina complice dell'aggressione russa all’Ucraina. Questo rischio si pone in contrasto con i tentativi di Pechino di rafforzare i rapporti economici e commerciali con l’Unione Europea, sforzi che potrebbero risentirne negativamente.
La Cina è anche preoccupata che l’intensificarsi dei rapporti tra Russia e Corea del Nord possa indebolire la propria influenza su Pyongyang. Nonostante un trattato di mutua difesa rinnovato nel 2021, Pechino non ha osservato un rafforzamento significativo del proprio legame diplomatico con il paese asiatico. Ciò potrebbe far apparire la Cina sempre più come un attore incapace di influenzare i propri alleati e dunque di presentarsi come leader alternativo all’ordine mondiale a guida statunitense.
Parallelamente, il dispiegamento di truppe nordcoreane in Ucraina amplifica la necessità di una maggiore cooperazione in ambito di difesa tra Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone. L'alleanza tra Putin e Kim potrebbe dunque spingere Washington a dimostrare in modo più incisivo il proprio sostegno agli alleati regionali, e potrebbe in futuro determinare un maggiore coinvolgimento della NATO nella regione. Tale prospettiva è esattamente ciò che la Cina vuole evitare, dato che un rafforzamento militare della Corea del Sud, con possibili ambizioni nucleari, secondo Pechino contribuirebbe a una maggiore instabilità nell'Asia orientale.
Le notizie dell'invio di truppe nordcoreane in Ucraina hanno suscitato grande preoccupazione a Seul. Fino a questo punto, la Corea del Sud aveva infatti sostenuto l’Ucraina in modo indiretto, rispettando il principio di non fornire armi letali a paesi coinvolti in conflitti. Tuttavia, l’intervento nordcoreano ha messo Seul di fronte a un dilemma strategico che potrebbe spingerla a rivalutare questa posizione, in particolare se i legami militari tra Russia e Corea del Nord dovessero rafforzarsi ulteriormente. Alla fine del mese scorso, il governo sudcoreano ha avanzato l’ipotesi di un supporto militare diretto a Kiev, segnando un possibile cambio di rotta nella sua politica estera.
Un altro aspetto chiave della strategia di Seul è rappresentato dalla crescente cooperazione con la NATO e con gli alleati nell’area indo-pacifica. Lo scorso 28 ottobre, una delegazione sudcoreana composta da alti funzionari dell'intelligence e della difesa ha partecipato a un incontro informativo con il Consiglio Nord Atlantico della NATO e i partner indo-pacifici, condividendo le proprie valutazioni sul dispiegamento di truppe nordcoreane in Russia e impegnandosi a proseguire il coordinamento nel monitoraggio della situazione in Ucraina. Questa collaborazione con la NATO potrebbe consentire a Seul di raccogliere e condividere informazioni cruciali sulle tattiche e sulle capacità operative delle truppe nordcoreane.
Un elemento di interesse è anche la possibilità che la Corea del Sud fornisca supporto alle operazioni psicologiche ucraine, progettate per incoraggiare i soldati nordcoreani a disertare. Tale mossa rappresenterebbe un ulteriore tassello dell’intensificazione delle relazioni tra Corea del Sud e gli alleati occidentali.
Il coinvolgimento delle truppe nordcoreane a sostegno della Russia nella guerra in Ucraina intreccia le questioni di sicurezza europee con quelle dell'Indo-Pacifico, evidenziando come questi due teatri non possano più essere considerati separatamente. Per l'Europa, che si è schierata quasi unanimemente a fianco dell'Ucraina, il supporto militare nordcoreano a Mosca rende ancora più complessa la relazione con la Corea del Nord e probabilmente incrementerà le tensioni con Pechino.
La recente visita di Josep Borrell in Asia orientale ha segnato un passo avanti dell’impegno europeo nella regione come attestato dalla firma del partenariato di difesa tra UE e Giappone. Mentre in passato questi accordi sarebbero stati improbabili, la situazione attuale sembra quasi esigerli, portando a una presenza più significativa dei paesi europei nell'area asiatica. Tuttavia, l’UE ha mantenuto un atteggiamento cauto evitando di collegare direttamente Pechino alla guerra in Ucraina.
Il coordinamento rafforzato tra Corea del Sud, NATO (tenendo presente le implicazioni della futura presidenza Trump) e alleati europei rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione di una rete di sicurezza globale che connette Europa e Asia. Sul lungo termine, la presenza nordcoreana potrebbe non solo alterare il conflitto in Ucraina, ma potrebbe indicare una tendenza preoccupante verso un ampliamento delle tensioni e un congiungimento di teatri apparentemente alieni l’uno all’altro.
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L'Autore
Francesco Oppia
Autore di Mondo Internazionale Post
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Russia Corea del Nord Ucraina guerra