Dall'ingerenza interna alla crisi diplomatica: il caso di Canada e Cina

Quello che i report del CSIS ci dicono della politica cinese e gli effetti che hanno avuto nei rapporti diplomatici tra i due stati

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  Lorenzo Graziani
  19 maggio 2023
  3 minuti, 56 secondi

Agli inizi di Maggio il capo del Canadian Security Intelligence Service (CSIS), David Vigneault, ha comunicato al parlamentare canadese Michael Chong che lui e la sua famiglia erano stati messi sotto osservazione da parte del governo cinese. Ciò è avvenuto dopo che Chong aveva sponsorizzato la mozione parlamentare per considerare la condotta di Pechino in Xinjiang. In tale regione, il governo cinese ha creato dei campi di detenzione per la popolazione musulmana degli Uiguri e altre minoranze turcofone, configurando tale azione come un atto di genocidio.

Questa mozione, passata in Parlamento il 23 febbraio 2021, aveva portato il Canada ad essere il secondo stato, dopo gli Stati Uniti, a considerare ufficialmente le azioni cinesi come genocidio. Pechino rispose rapidamente sostenendo la questione come un'ingerenza nei propri affari interni. Inoltre, il governo cinese aveva varato delle sanzioni personali verso alcuni membri del parlamento canadese che si erano dichiarati a favore della mozione, tra cui anche Chong.

Nel 2023, il primo maggio, The Globe and Mail, un quotidiano canadese con sede a Toronto, ha pubblicato un report dell'intelligence che illustra la politica di ingerenza perpetrata dal governo cinese nei confronti della politica domestica canadese, vista come un "bersaglio di alta priorità". In questo report una fonte anonima ha accusato Zhao Wei, un diplomatico cinese in Canada, di far parte di una campagna d'influenza contro Michael Chong, in quel momento inconsapevole della questione.

Per questo motivo, a seguito del servizio del CSIS, Chong ha partecipato a un incontro con il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, Jody Thomas, consigliere della sicurezza nazionale, e David Vigneault. Durante questo incontro Vigneault ha confermato la situazione di pericolo di Chong e dei suoi familiari e ha rivelato la possibile partecipazione di Zhao Wei. A seguito delle sanzioni Chong aveva deciso di evitare di ricongiungersi con i suoi familiari, stanziati ad Hong Kong, ma non aveva idea della situazione di pericolo che stavano correndo. Nel giugno del 2021 il CSIS aveva infatti contattato Chong ma non gli aveva rivelato la presenza di un diplomatico a Toronto potenzialmente coinvolto nel pericoloso atto di ingerenza interna, sollevando molte questioni sulla reazione ritardataria presentata da Trudeau e dal governo canadese. Molte figure politiche canadesi hanno infatti dichiarato la loro vicinanza al parlamentare, chiedendo soprattutto come mai Zhao Wei non fosse stato allontanato già al tempo.

Questa però non è che la punta dell'iceberg, in quanto le ingerenze cinesi scoperte dall'intelligence canadese sono molteplici: il CSIS aveva infatti rivelato a marzo la possibilità che Pechino avesse cercato di influenzare il risultato delle elezioni canadesi del 2019 e del 2021, presumibilmente con l'intenzione di sostenere i candidati liberali a discapito di quelli conservatori. E ancora, il legislatore Han Dong aveva presentato le dimissioni dal partito liberale a seguito di un report che lo accusava di aver esercitato pressioni verso un diplomatico cinese per ritardare il rilascio di due alti profili canadesi, Machael Kovrig e Michael Spavor, al tempo prigionieri in Cina.

A causa della difficile situazione creatasi e delle diverse pressioni interne, l'8 maggio il governo canadese ha infine preso una decisione ufficiale: il Ministro degli Affari Esteri Mélanie Joly ha presentato l'intenzione del governo canadese di dichiarare il diplomatico Zhao Wei "persona non grata". La decisione è stata presa dopo aver tenuto in considerazione tutte le parti in causa, secondo quanto dichiarato da Mélanie Joly, ma il governo canadese ha dichiarato di non poter tollerare alcuna forma di ingerenza estera nei propri affari interni. Joly ha infine assicurato una politica molto dura verso eventuali questioni simili in futuro, dichiarando la difesa della democrazia canadese come "di massima importanza". Secondo il comunicato, per tutte queste motivazioni è stato richiesto l'allontanamento di Zhao Wei dal territorio canadese.

La risposta cinese non si è però fatta attendere: il giorno seguente Pechino ha dichiarato "persona non grata" Jennifer Lalonde, diplomatica canadese in carica nel consolato a Shanghai, richiedendone l'allontanamento. La decisione, secondo la dichiarazione in inglese pubblicata dal Ministro degli Affari Esteri cinese Wang Yi, è stata presa per condannare la politica canadese e per dare una risposta "reciproca". Wang Yi ha inoltre sottolineato la possibilità di ulteriori azioni future.

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Fonti consultate per il presente articolo:

https://www.bbc.com/news/world...

http://ca.china-embassy.gov.cn...

https://www.theglobeandmail.co...

https://www.canada.ca/content/...

https://www.canada.ca/en/globa...

https://www.theglobeandmail.co...

https://www.politico.com/news/...

https://www.theglobeandmail.co...

foto: https://unsplash.com/it/foto/a...

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