La dipendenza dal fotovoltaico cinese e la risposta dell’Europa

  Articoli (Articles)
  Alessia Marchesini
  24 febbraio 2023
  4 minuti, 18 secondi

A seguito dell’invasione russa in Ucraina l’Europa, ed in particolare alcuni paesi, si sono accorti di essere drammaticamente dipendenti dal gas russo. Da qui l’epifania, la necessità di doversi rendere indipendenti dal gas russo, e in generale, dalle risorse di paesi terzi, per evitare future crisi e spaventosi aumenti di prezzi a discapito di aziende e cittadini europei.
La chiave individuata dall’Europa per rendersi più indipendenti dal punto di vista energetico sta anche nelle rinnovabili e nella loro implementazione più rapida possibile, percorso già sottolineato dall’European Green Deal del 2019, una delle prime mosse della presidenza Von Der Leyen. La guerra in Ucraina è stato il pedale di accelerazione verso questa strategia, ulteriormente implementata grazie al piano REPowerEU, il quale punta a velocizzare il percorso volto ad abbandonare per sempre il gas russo anche grazie all’uso delle rinnovabili.

Ci sono in questa direzione previsioni molto incoraggianti da parte della Commissione europea, la quale stima che al 2050 il 54% dell’elettricità prodotta nell’Unione proverrà da fonti rinnovabili, e i trend dei singoli stati membri sembrano confermare l’andamento fortemente in crescita di queste energie. Ma siamo così sicuri che le rinnovabili ci renderanno indipendenti da paesi terzi e da eventuali terremoti geopolitici? La risposta non è così semplice, ma c’è indubbiamente un dato molto significativo su cui riflettere.

Come si evince dalle statistiche di Eurostat relative al 2021, le più recenti che si hanno a disposizione, abbiamo un problema con i pannelli solari. Nel 2021 infatti, abbiamo importato molti più pannelli solari rispetto a quelli che abbiamo esportato, e soprattutto, l’89% di quelli importati venivano dalla Cina, leader mondiale nella produzione di questi impianti. Gli altri impianti di produzione energetica non presentavano la stessa criticità, anzi, nel 2021 l’Unione Europea ha esportato più turbine eoliche rispetto a quelle che ha dovuto importare. Tuttavia, questa non è una grande rassicurazione. Infatti, come si evince anche dalla Strategia Europea sull’energia solare, sono i pannelli fotovoltaici l’impianto su cui si sta puntando di più per la transizione energetica, data la sua estrema praticità di installazione e soprattutto l’elevatissimo numero di edifici su cui possono essere installati, senza dover creare spazi ad hoc.

Dunque, le rinnovabili ci servono per non essere dipendenti da altri paesi, soprattutto politicamente distanti, come la Russia, ma per ottenere le rinnovabili siamo dipendenti da un paese terzo, politicamente distante, come la Cina. Tuttavia, la Commissione Europea questa volta ha deciso di mettere le mani avanti, cavalcando l’onda di fenomeni ormai generalizzati di reshoring * dovuti alla mancanza di fiducia nelle global value chain, le quali hanno mostrato molte debolezze in seguito ad eventi come la crisi del Covid-19 e la guerra in Ucraina.

La scelta della Commissione è stata quella di prevedere una strategia specifica per creare una European value chain per la produzione del fotovoltaico, chiamata “European solar pv industry Alliance” ed inserita nella cornice più grande della strategia europea per l’energia solare. Questa Alleanza, avviata ufficialmente alla fine del 2022, punta a sostenere l’industria europea del fotovoltaico a 360 gradi, a partire dall’aumento delle opportunità di investimento, la diminuzione della burocrazia per l’autorizzazione di nuovi siti di produzione, la diversificazione delle forniture e soprattutto la creazione di una catena di approvvigionamento resiliente e non soggetta a fattori esterni all’Unione Europea. Infatti, il problema più grande della nostra dipendenza dalla Cina sta proprio nel fatto che alcuni elementi intermedi necessari alla produzione finale del pannello solare, come celle, wafer e moduli, vengono prodotti quasi solo in Cina, e non in Europa. Dunque, se si verificasse una crisi di natura pandemica, politica o altro, in Europa non sarebbe possibile completare il prodotto finale.

Se la strategia attuata tramite questa Alleanza dovesse riuscire, saremo in grado di portare sul suolo europeo l’intera catena di produzione del fotovoltaico, garantendo così molta più sicurezza circa l’approvvigionamento di questi impianti, nonché aumentando la competitività delle imprese europee nel mondo. Va infine sottolineato, come ricordano gli esperti, che in ogni caso non sarà possibile una totale autosufficienza per la produzione dell’energia solare poiché, anche se avessimo l’intera filiera produttiva in casa, saremmo comunque dipendenti dalla materia prima necessaria per la produzione industriale, ovvero il silicio, anch’esso importato in larga parte dalla Cina.

In conclusione, possiamo affermare di aver imparato che dipendere quasi solo da combustibili fossili, specie quelli provenienti da paesi inaffidabili, è un rischio. Date queste premesse, l’Europa si sta indubbiamente muovendo in maniera preventiva, spingendo sulle rinnovabili, e soprattutto su quelle prodotte interamente in Europa. Questi sono sicuramente considerevoli passi in avanti verso la transizione verde e l’autonomia energetica, ma è indubbio che ancora per anni dovremo fare affidamento sull’economia del Dragone.

*Reshoring = fenomeno che consiste nel riportare in patria aziende precedentemente delocalizzate altrove per risparmiare sui costi di manifattura.

Copyright © 2023 - Mondo Internazionale APS - Tutti i diritti riservati

Fonti consultate per il presente articolo:

https://www.wired.it/article/pannelli-solari-cina-europa-piano-obbligo/#uno

https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=International_trade_in_products_related_to_green_energy&oldid=579764#Solar_panels:_China_largest_import_partner.2C_United_States_largest_export_partner

https://greenreport.it/news/clima/repowereu-e-nata-la-nuova-alleanza-industriale-per-lenergia-solare-e-la-sicurezza-energetica-dellue/

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=COM%3A2022%3A221%3AFIN&qid=1653034500503

Immagine: https://pixabay.com/it/photos/impianto-fotovoltaico-solare-2742302/

Condividi il post

L'Autore

Alessia Marchesini

Classe '99, si laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Bologna. Attualmente frequenta un Master in Politiche, Progettazione e Fondi Europei presso l'Università di Padova. I suoi interessi più grandi sono la storia e la geopolitica, ma anche la natura e la tutela dell'ambiente. Da convinta europeista, ha deciso di cimentarsi nello studio e nell'approfondimento degli strumenti che l'Unione Europea mette a disposizione di stati e cittadini per rispondere alle esigenze del nuovo secolo, in particolare quelle focalizzate su lavoro, transizione energetica ed ecologica.

Tag

fotovoltaico Cina Europa REPowerEU