Ruth Bader Ginsburg

  Domina
  Chiara Giovannoni
  22 dicembre 2022
  3 minuti, 44 secondi

Giudice pioniera della parità di genere, e seconda donna nella storia a far parte della Corte Suprema statunitense, Ruth Bader Ginsburg, nata Joan Ruth Bader, nasce a Brooklyn il 15 marzo 1933 da genitori ebrei immigrati da Odessa. Sua madre Celia sarà per tutta la vita sua grande ispirazione. La donna aveva cercato di dare alla figlia la migliore istruzione possibile dopo aver sacrificato la propria per permettere al fratello di studiare.

La madre muore il giorno prima del diploma di Ruth alla James Madison High School di Brooklyn. La morte della donna e la sua eredità affettiva spinge Ruth a continuare il suo percorso accademico frequentando la Cornell University. E’ qui che incontra il suo futuro marito, Martin Ginsburg, che sposa pochi giorni dopo la laurea nel 1954.

Seguendo il marito nel servizio militare in Oklahoma e Massachussetts, Ruth inizia i suoi studi alla Harvard Law School dove diventa la prima donna membro del “Harvard Law Review”. Negli stessi anni nasce la loro prima figlia, Jane. Ruth riesce a prendersi cura della piccola e del marito, al quale viene diagnosticato un cancro ai testicoli, continuando a studiare e ad eccellere negli studi. Dopo il recupero medico del marito, e trasferitisi a New York, Ruth completa la sua istruzione legale alla Columbia Law School dove si laurea nel 1959.

E’ in quegli anni che Ruth riscontra grandi difficoltà nel trovare un impego come avvocato, nonostante le numerose lettere di referenza di prestigiosi personaggi accademici. Negli anni 50 essere donna e madre oltre al fatto di essere ebrea, creava un’immagine non facile da far accettare dal mondo maschile. Il suo viaggio giudiziario inizia nel 1960 quando, dopo essere stata inizialmente respinta dal giudice della Corte Suprema Felix Frankfurter, inizia il suo percorso come assistente legale dal giudice Edmund L. Palmieri che durerà dal 1959 al 1961.

Dopo due anni di lavoro con il giudice Palmieri, dal 1961 al 1963 Ruth fu ricercatrice e direttrice alla Columbia Law School Project nell’ambito delle procedure internazionali. Grazie a questa esperienza ebbe la possibilità di fare approfondite ricerche all’Università di Lund, Svezia, dove venne colpita dal progresso nazionale in campo di differenze di genere

La sua lotta alla disuguaglianza di genere inizia nel 1963 quando, professoressa alla Rutgers School of Law, viene informata che il suo stipendio non sarebbe stato lo stesso dei colleghi maschi. Grazie a questo e all’influenza della ricerca presso la Lund University, Ruth inizia il suo percorso per abolire la disuguaglianza presente nel Paese. Vive la disuguaglianza sulla sua pelle, tanto da arrivare, durante la sua seconda gravidanza a metà degli anni 60, ad indossare vestiti oversize per paura di non vedere rinnovato il proprio contratto di lavoro.

Nel 1970 co-fonda la rivista Women’s Rights Law Reporter, prima rivista legale concentrata esclusivamente sui diritti delle donne. Diviene anche co-fondatrice di un progetto per il sostegno dei diritti delle donne presso l’organizzazione no profit American Civil Liberties Union (ACLU), dal 1973 al 1978 discute da avvocato dinanzi la Corte Suprema sei casi di discriminazione di genere, cinque dei quali riesce a vincerli.

Il 14 aprile 1980 viene nominata dal presidente James Carter Jr. alla Corte d’appello degli Stati Uniti per il distretto della Columbia dove lavora fino all’agosto 1993 quando Bill Clinton la nomina giudice alla Corte Suprema, diventando la seconda donna nella storia a farne parte.

Fino alla sua morte, il 18 settembre 2020, Ginsuburg non manca un solo giorno alla Corte, nemmeno in occasione della morte del marito né durante il percorso di chemioterapia per il tumore al pancreas. Per Ruth è essenziale lasciare un segno, non per sé stessa, ma per il mondo.

R.B.G, così chiamata dai suoi sostenitori, ha ispirato intere generazioni di donne a rompere le barriere di genere. Co-autrice del primo libro scolastico di legge sulla discriminazione sessuale e una delle prime donne a raccontare le discriminazioni di genere in ambienti accademici, Ginsburg non si è mai abbattuta e ha sempre lottato fino a diventare una delle donne più potenti e influenti al mondo secondo Forbes. Celebre è diventata una sua frase, che racchiude al meglio il suo animo progressista:

As women achieve power, the barriers will fall. As society sees what women can do, as women see what women can do, there will be more women out there doing things, and we’ll all be better off for it “.

https://www.supremecourt.gov/about/biographyginsburg.aspx

https://www.britannica.com/biography/Ruth-Bader-Ginsburg

https://www.oyez.org/justices/ruth_bader_ginsburg

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/ruth-bader-ginsburg-la-voce-progressista-della-corte-suprema-27552

Immagine: https://www.rawpixel.com/image/3297056/free-photo-image-supreme-court-law-architecture

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L'Autore

Chiara Giovannoni

Chiara Giovannoni, classe 2000, è laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Bologna. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Strategie Culturali per la Cooperazione e lo sviluppo presso l’Università Roma3.

Interessata alle relazioni internazionali, in particolare alla dimensione dei diritti umani e alla cooperazione.

E’ volontaria presso un’organizzazione no profit che si occupa dei diritti dei minori in varie aree del mondo.

In Mondo Internazionale ricopre la carica di autrice per l’area tematica Diritti Umani.

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