Essere studenti universitari oggi

Il viaggio dei fuori sede: tra difficoltà e vittorie

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  Chiara Giovannoni
  07 novembre 2022
  4 minuti, 34 secondi

Al suono dell’ultima campanella di scuola molti si pongono la classica domanda: università o lavoro? In Italia, circa il 60% dei diplomati sceglie la prima opzione subito dopo aver affrontato la maturità. Iniziamo così a chiederci se sia davvero il percorso che vogliamo, se saremo capaci di affrontarlo, se sia meglio cambiare città o se rimanere vicino casa. Le domande che un universitario si pone durante tutto il percorso sono innumerevoli e molte di queste sono spesso dettate da un’insicurezza che non viene colmata da un sistema traballante e mal funzionante.

Iniziare il proprio percorso accademico lontano da casa è una delle sfide più grandi che un giovane di 19 anni possa affrontare. La scelta di allontanarsi può avere alla base molte ragioni: può essere la via obbligatoria per seguire il percorso di studi che si vuole intraprendere, tuttavia può anche essere il solo modo per mettere un punto e ricominciare da zero. Vivere da soli a vent’anni affascina. L’idea di avere la libertà di gestirsi la propria quotidianità, così come la necessità di incontrare persone nuove, aumenta la voglia di inseguire quel sogno nel cassetto che per anni ci ha tenuti svegli la notte. Essere fuori sede vuol dire partire da casa con il terrore di non farcela e lottare ogni giorno affinché ogni piccola scelta, ogni sorriso fatto, ogni pianto concesso, possano rappresentare la presa di coscienza della grandezza e della forza che ognuno di noi ha dentro di sé.

Essere uno studente universitario fuori sede rappresenta quindi un banco di prova senza eguali, sia a livello psicologico che economico. Per quanto riguarda l’aspetto psicologico, la nostalgia di casa, così come la paura di non essere all’altezza, porta – soprattutto la matricola – ad aver bisogno di un supporto psicologico, che viene dato, nella maggior parte dei casi, da altri studenti che condividono la stessa esperienza. La compagnia che viene scelta lontano da casa costituirà il nucleo di una seconda famiglia che farà compagnia per tutta la durata del percorso e, se si è fortunati, lo rimarrà anche in futuro.

Dal punto di vista economico, è ben chiaro quanto non siano solo le rette universitarie a incidere sulle spese di una famiglia: gli alloggi, il mangiare, il vivere in generale va a gravare su tasche che, quasi mai, ricevono aiuti statali. La pandemia, che ha ridimensionato le disponibilità economiche di molte famiglie, ha costretto una grande quantità di studenti a vivere la vita universitaria da dietro un computer, oltre a portare a una forte diminuzione di offerta delle camere da affittare. Se a questo aggiungiamo l’aumento dei prezzi dovuti all’instabilità internazionale attuale, le condizioni in cui gli studenti hanno affrontato e stanno affrontando il loro futuro è da definirsi tanto critico quanto precario.

Secondo l’ultimo rapporto Immobiliare.it Insights, i prezzi delle camere singole in affitto per universitari sono aumentati di oltre il 10%. In molte città italiane come Milano e Firenze, gli studenti hanno preferito concentrare la loro ricerca nelle zone limitrofe, diventando così pendolari. È questa una scelta che vede un risparmio di almeno 200 euro se si considera Milano e 100 euro per il capoluogo toscano. In altre circostanze, come quella bolognese, la bassa disponibilità di alloggi fa sì che il prezzo non subisca grandi cambiamenti tra città e provincia.

Nonostante in Italia si contino circa 591 mila studenti fuori sede, gli aiuti da parte dello Stato e delle università sono minimi. In alcuni casi si è arrivati ad “agevolare” alcune categorie di ragazzi/e permettendo loro la didattica a distanza – anche se ormai conclusa in quasi tutti gli atenei italiani –, invece di fornire loro i mezzi per svolgere le attività in presenza e godersi a pieno la vita universitaria.

Oltre alla mancanza di un giusto sostegno economico, un altro aspetto che da anni viene discusso è la questione del voto. Infatti, nonostante le cinque proposte di legge presentate in Parlamento dal 2018 a oggi, i fuori sede sono ancora esclusi dalla possibilità di votare nella città in cui studiano. Spesso associati all’astensionismo, molti giovani si ritrovano a farne parte in maniera involontaria a causa di un’Italia che non sa e non vuole risolvere.

Portare oggi a termine un percorso universitario vuol dire avere fiducia nel cambiamento, perché da sempre l’università ne è sinonimo e simbolo. Coloro che rimangono nonostante la cosiddetta “fuga dei cervelli” sono gli stessi che credono che valga davvero la pena ricostruire il futuro del proprio Paese. Ma serve che quel Paese creda in loro e li aiuti a crescere, dandogli tutto il supporto possibile.

Il 17 novembre verrà celebrata la “Giornata Internazionale degli Studenti“, una ricorrenza studentesca con lo scopo di rivendicare il diritto allo studio, del diritto di espressione e per festeggiare il multiculturalismo che abita le università di tutto il mondo. Il 17 novembre, come ogni altro giorno, è importante per ricordare la forza rivoluzionaria che gli studenti hanno avuto e che avranno sempre, un motore di cambiamento che necessita di essere coltivato ogni giorno di più.


Fonti consultate per il presente articolo:

http://ustat.miur.it/dati/didattica/italia/atenei

https://pagellapolitica.it/fact-checking/quanti-studenti-fuorisede-italia

https://www.ilsole24ore.com/art/il-caro-affitti-costringe-fuorisede-diventare-anche-pendolari-AEoyGs1B?refresh_ce&nof

https://www.wired.it/article/fuorisede-elezioni-2022-diritto-voto-viaggio/

Immagine: https://www.shutterstock.com/it/image-photo/happy-young-university-students-studying-books-522554425

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L'Autore

Chiara Giovannoni

Chiara Giovannoni, classe 2000, è laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Bologna. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Strategie Culturali per la Cooperazione e lo sviluppo presso l’Università Roma3.

Interessata alle relazioni internazionali, in particolare alla dimensione dei diritti umani e alla cooperazione.

E’ volontaria presso un’organizzazione no profit che si occupa dei diritti dei minori in varie aree del mondo.

In Mondo Internazionale ricopre la carica di autrice per l’area tematica Diritti Umani.

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