La povertà in Italia: tassi record a danno dei giovani

Povertà inter-generazionale: situazione drammatica in Italia

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  Arianna Amodio
  14 novembre 2022
  3 minuti, 50 secondi

Quante volte camminando per strada si superano corpi rannicchiati in un angolo, coperti da stracci rovinati e coperte lise, dalle quali spesso spuntano mani sporche e piene di ferite che, tremanti per freddo o debolezza, chiedono l’elemosina. Mani protese, occhi supplicanti, e voci rotte che chiedono un aiuto; corpi di donne, bambini, uomini, anziani, italiani e stranieri, con storie di vita sconosciute e forse ormai, troppo lontane per essere ricordate persino da loro stessi. Distanti come fossero vite di altri, in altri mondi.

Sono tante le persone in Italia che ormai hanno perso tutto o che non hanno mai avuto niente; errori personali, scelte di vita sbagliate o semplici sfortunate casualità, che si sono semplicemente sommati alla mancanza di sistemi di sostegno, politiche sociali assenti e promesse non mantenute.

Grandi o piccole città, regioni del nord, del sud o del centro; tutta l’Italia è interessata drammaticamente dal fenomeno della povertà, che dal 2020 ha registrato tassi record, in continua ascesa, che sembrano non prospettare miglioramenti.

Le analisi e le statistiche dell’ISTAT, così come i report di numerose altre organizzazioni, rivelano dati paurosi: le famiglie in povertà assoluta risultano essere poco più di 1.9 milioni pari a circa 5.6 milioni di persone. Ad essi si aggiungono coloro che sono a rischio povertà, registrati come più di 11 milioni. Sono grandi numeri, che spaventano, soprattutto se si considera che negli ultimi 15 anni il tasso è aumentato quasi del 10%.

Una condizione di vulnerabilità e disagio che riguarda l’intero paese, sebbene con un’incidenza differente a seconda della regione, maggiore nel Sud e minore al Nord e al Centro. Nonostante ciò, le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese sono ovunque, e in tutto il paese continua a mancare quel sistema di politiche e di programmi di aiuto e sviluppo che mirino a risolvere la situazione.

Il report annuale sulla povertà in Italia della Caritas è stato chiamato “anello debole” non casualmente. Esso vuole infatti ricordare la necessità di sostenere quella parte della catena, rappresentante la società, più fragile e lasciata ai margini, ma comunque necessaria. Ogni anello, ogni parte della comunità, deve essere forte e stabile quanto le altre. Infatti solo una catena unita e ben salda permette al paese di crescere e svilupparsi.

Il report offre un spaccato della situazione attuale in Italia mostrando come il fenomeno sia innanzitutto inversamente proporzionale all'età, andando quindi a colpire i più giovani, e riguardi soprattutto coloro che risultano avere un livello di istruzione inferiore, impossibilitati ad accedere a posizioni lavorative meglio retribuite. Le famiglie mono-genitoriali o con un maggior numero di figli poi faticano di più, dovendo sostenere spese più alte, senza ricevere aiuti o fondi compensativi.

Ciò che preoccupa maggiormente però, è il carattere inter-generazionale della povertà, che risulta essere un ulteriore peso che si aggiunge ai già molti presenti sulle spalle dei giovani che tentano di crearsi un futuro nel nostro paese. Risulta infatti sempre più difficile riuscire a migliorare la propria situazione e accedere ai livelli più alti della scala sociale, soprattutto per coloro che partono da una situazione di svantaggio. La scarsa possibilità di mobilitazione sociale non permette infatti azioni o scelte che possano compensare la diseguaglianza intrinseca nella comunità. La dipendenza dal contesto familiare, culturale, sociale ed economico non permette ai più di staccarsi dal cosiddetto “stick floor” (pavimento appiccicoso), rompere il “Glass ceiling” (soffitto di cristallo) e approdare in una nuova vita.

I sociologi parlano di “path dependancy”, ovvero di dipendenza dal percorso, dalla propria vita e dalle proprie radici, che non permetterebbe, salvo rari casi, di modificare la propria posizione all’interno della società.

L’impegno, lo studio, la fatica e la dedizione non sono quindi sempre sufficienti. Caritas, Istat, Eurostat ed altre organizzazioni, così come gli stessi individui, chiedono perciò delle politiche efficaci, aiuti e fondi a sostegno dei bisognosi, che mirino non solo a cambiamenti immediati ma anche e soprattutto a lungo termine. L’obiettivo dei programmi deve quindi essere quello di garantire mobilitazione sociale e pari opportunità, indipendentemente dal punto di partenza dei singoli, vincendo sulla “path dependancy”, così da rinforzare l’anello debole della catena, garantendo stabilità e sviluppo.

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Le fonti impiegate per la stesura della presente pubblicazione sono liberamente consultabili:

https://www.istat.it/it/files/2022/06/Report_Povertà_2021_14-06.pdf

https://www.caritas.it/wpconte... 

Fonte immagine: 

https://pixabay.com/it/photos/uomo-senzatetto-povertà-povero-1550501/

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L'Autore

Arianna Amodio

Arianna Amodio, classe 2001, iscritta al terzo anno della Triennale di Scienze delle Relazioni Internazionali dell'Università Statale di Milano, é autrice per la sezione di Diritti Umani del MIPost. Interessata a questioni inerenti in particolare alla tutela dei diritti umani e a progetti di peace building, aspira ad una carriera giornalistica.

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Diritti Umani

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povertà Italia giovani