Everything Everywhere All at Once sbanca agli Oscar

I Daniels, Guillermo del Toro, Brendan Fraser, Michelle Yeoh, Martin Scorsese e tanti altri

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  Jacopo Cantoni
  15 marzo 2023
  6 minuti, 4 secondi

Con il red carpet ancora caldo sotto i piedi delle celebrità, l'attesa è già per gli Oscar del prossimo anno. Dopo una cerimonia stravolta dalla pandemia nel 2021, il mondo del cinema si è preparato per un’intera rivoluzione solare. Tra rumor sulle nomination e scommesse dei giorni passati sui possibili vincitori, l'atmosfera è stata una bomba ad orologeria. Ma a chi quest’anno l’Academy ha deciso di conferire la tanto ambita statuetta dorata?

Sembra di essere tornati a tre anni fa; Parasite che sbaraglia la concorrenza e vince quasi tutte le sue candidature, portando nel Palmares di Bong Joon-Ho ben quattro premi su sei designazioni. Così nella notte di ieri, il film dei Daniels - come vengono fraternamente chiamati i registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert -, Everything Everywhere All at Once, se ne ha guadagnati ben sette di cui: miglior film, miglior attrice protagonista, miglior attore e miglior attrice non protagonista, miglior regia (ovviamente ad entrambi i registi), miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio.

L’Academy quest’anno ha deciso di premiare un film fresco che gioca con un concetto che purtroppo è legato in modo inestricabile ad una grande azienda, la MARVEL, cosa che lo rende molto meno “autoriale” di quello che potrebbe sembrare ed essere. Everything Everywhere All at Once è un fulmine a ciel sereno in un parterre di film sicuramente più “nel gusto dell’academy” che, per esempio, vede Fabelmans, di un regista emergente come Martin Scorsese (ovviamente è sarcasmo), venir candidato per ben sette premi, senza nemmeno vincerne uno.

“Il multiverso è qualcosa di cui sappiamo spaventosamente poco” disse qualcuno. E aveva proprio ragione. Questo film ne è un bellissimo esempio; non bisogna per forza avere una tuta da battaglia o essere salvatori dell’umanità per sognare di far un salto attraverso lo spazio e il tempo. Un semplice controllo fiscale nella lavanderia a gettoni di Evelyn Wang che tra problemi con la figlia, un padre molto anziano e un matrimonio in dirittura d’arrivo, si trasforma in un portale in grado di farla viaggiare nella dimensione spazio-temporale.

E poi c’è Brendan Fraser che dopo trent’anni di carriera si presenta in platea e porta a casa un premio che sa di rivincita e di impegno. The Whale è probabilmente il film in concorso che più di tutti ha scosso le emozioni di chi l’ha visto. Ricordiamoci, a tal proposito, i quattordici minuti di applausi guadagnati a Venezia. Un film drammatico ma con quel sarcasmo al punto giusto che ci apre lo sguardo su una situazione disastrosa. Charlie, il personaggio interpretato dal vincitore, è vittima di un disturbo alimentare che lo costringe a letto con una forte disfunzione cardiaca. La paura della morte lo porterà a voler riallacciare i rapporti con la figlia adolescente interpretata da Sadie Elizabeth Sink, Max di Stranger Things per gli amici. Proprio con questo film spero che Fraser non venga più "trattato" da nessuno come “quello della mummia” e così Sink non sia “quella di Stranger Things”.

Ma veniamo ora all’Europa. Dispiace per la sconfitta del connazionale Aldo Signoretti che non vince l’Oscar per il miglior trucco nel film di Elvis e per Le Pupille, ma Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale non solo vince per miglior film straniero ma anche come miglior fotografia, miglior scenografia e miglior colonna sonora; premi davvero importanti e che iniziano a riportare l’Europa al suo posto nel mondo del cinema. Il libro, di una profondità disarmante, viene portato sullo schermo con una maestria degna dei premi vinti e che riesce a farci comprendere quanto importante sia la pace anche attraverso il suo opposto, la guerra.

Grandi delusioni per Elvis, già citato e Gli Spiriti dell’isola che non vincono nulla, ma anche per James Cameron che con il ritorno del secondo capitolo di Avatar si aggiudica una sola statuetta per i migliori effetti speciali. Insoddisfacenti anche Top Gun Maverick e Babylon.

Per l’animazione, vince Pinocchio che attraverso un’analisi attenta della storia di Collodi porta sul grande, piccolo e piccolissimo schermo (quello dello streaming in quanto prodotto e distribuito da Netflix) ci mostra un Geppetto anziano e con grandi difficoltà durante il periodo della prima guerra mondiale. Quest’anno la concorrenza era competente ma il nome Guillermo del Toro suscita ancora parecchia soggezione ed emozione soprattutto se pensiamo che la tecnica utilizzata ci rimanda in maniera sconcertante ad un altro maestro, Tim Burton. Peccato per Red che rimane comunque un bellissimo film sulla crescita, sul cambiamento e sulla trasformazione.

Cosa ne pensate? Avreste consegnato gli stessi premi ma soprattutto avreste buone motivazioni per consegnare quei premi? Di seguito la lista completa dei premiati.

Miglior Film

  • Everything Everywhere All at Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Miglior Film Straniero

  • Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale di Edward Berger

Miglior Regia

  • Daniel Kwan e Daniel Scheinert con Everything Everywhere All at Once

Miglior Sceneggiatura Originale

  • Everything Everywhere All at Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Miglior Sceneggiatura Non Originale

  • Women Talking - Il diritto di scegliere di Sarah Polley

Miglior Sceneggiatura

  • Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale di Edward Berger

Miglior Fotografia

  • Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale di Edward Berger

Miglior Attore

  • Brendan Fraser per l’interpretazione in “The Whale”

Miglior Attrice

  • Michelle Yeoh per l’interpretazione in Everything Everywhere All at Once

Miglior Attore Non Protagonista

  • Ke Huy Quan per l’interpretazione in Everything Everywhere All at Once

Miglior Attrice Non Protagonista

  • Jamie Lee Curtis per l’interpretazione in Everything Everywhere All at Once

Migliori Effetti Speciali

  • Avatar 2 di James Cameron e effetti speciali di Dan Cox, Jeo Letteri, J.D. Schwalm, Stephen E. Rivkin e John Refoua

Miglior Montaggio

  • Everything Everywhere All at Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Miglior Trucco

  • The Whale di Darren Aronofsky e trucco di Adrien Morot

Migliori Costumi

  • Black Panther: Wakanda Forever di Ryan Coogler con costumi di Ruth E. Carter

Miglior Film d’Animazione

  • Pinocchio di Guillermo del Toro

Miglior Sonoro

  • Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski e sonoro di Mark Taylor

Miglior Colonna Sonora

  • Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale di Edward Berger e musiche di Volker Bertelmann

Miglior Canzone Originale

  • Naatu Naatu di Maraghda Mani e Chandrabose, colonna sonora del film “RRR, Rise Roar Revolt”

Miglior Documentario

  • Navalny di Daniel Roher

Miglior Cortometraggio

  • An Irish Goodbye di Ross White e Tom Berkeley

Miglior Cortometraggio Documentario

  • Raghu, il piccolo elefante di Kartiki Gonsalves

Miglior Cortometraggio d’Animazione

  • Il Bambino, la Talpa, la Volpe e il Cavallo di Peter Bayton e Charlie Mackesy

Impossibile ricordarli tutti a memoria ma è importante che tutti teniamo a mente di quante poche sono queste “categorie” e quante persone hanno lavorato ad ogni singolo aspetto di ogni singolo prodotto che ha anche solo tentato la partecipazione. Il cinema non deve essere solo attori e registi o solo gossip, ma un insieme armonico di collaborazioni che permette a tutti di fruire di un’arte trasversale, la settima.

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Fonte dell'immagine: https://www.flickr.com/photos/...

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L'Autore

Jacopo Cantoni

Laureato in Cinema presso l'Alma mater Studiorum di Bologna, mi cimento nella scrittura di articoli inerenti a questo bellissimo campo, la Settima Arte. Attualmente frequento il corso Methods and Topics in Arts Management offerto dall'università Cattolica del Sacro Cuore.

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