Framing The World, Edizione CIII

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  Redazione
  06 marzo 2023
  24 minuti, 24 secondi

Framing The World, Edizione CIII

Nell’ultimo numero di Framing ci occupiamo di diritti umani, dal mega-carcere in El Salvador fino alle studentesse avvelenate in Iran. Passiamo poi al commento delle ultime elezioni in Nigeria, arrivando all’ingresso ufficiale della Finlandia nella NATO. Tutto questo e molto altro nel 103° numero di Framing the World!

DIRITTI UMANI

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

AFRICA SUB SAHARIANA

AMERICA DEL NORD

AMERICA LATINA

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

EUROPA ORIENTALE E RUSSIA

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE




DIRITTI UMANI

El Salvador, trasferiti 2000 detenuti in un nuovo carcere. Il 25 febbraio, il governo di El Salvador ha trasferito 2000 detenuti nel CECOT, la nuova più grande prigione delle Americhe che può ospitare fino a 40000 reclusi. La costruzione del carcere era stata annunciata a luglio 2022 a seguito dell’istituzione dello stato di emergenza da parte del presidente Bukele per fronteggiare le bande criminali, che il governo considera organizzazioni terroriste. Durante questo stato di emergenza, prorogato numerose volte, le autorità salvadoregne hanno arrestato oltre 64 000 sospetti. Gli arresti possono essere effettuati senza mandato, le comunicazioni private sono accessibili al governo e i detenuti non hanno più diritto a un avvocato. L’Human Rights Watch ed altre organizzazioni per i diritti umani hanno condannato gli arresti di massa sostenendo che numerose persone innocenti siano state incarcerate, tra cui una decina morte in custodia della polizia.

(Lorenzo Franceschetti)

Iran, intossicate centinaia di studentesse femminili. Dalla fine di novembre continuano gli episodi di avvelenamento da composti chimici nelle scuole femminili del Paese. Tra le città più colpite, quella di Qom, situata a 150 chilometri da Teheran e Borujerd. In quest’ultima, solo la scorsa settimana sono state avvelenate 194 ragazze in quattro scuole della città. Tra loro decine di ragazze hanno sofferto di problemi respiratori, nausea e vertigini. Secondo autorità sanitarie si tratterebbe del tentativo di chiudere le scuole femminili. Il viceministro della Salute Youness Panahi ha esplicitamente confermato che “l’avvelenamento è stato intenzionale”. Da quanto dichiarato dal portavoce del governo Ali Bahadori, i ministeri dell’intelligence e dell’istruzione stanno lavorando per identificare la fonte degli avvelenamenti.

(Chiara Giovannoni)

Italia, a Roma le scuole per l’infanzia riconoscono le famiglie omogenitoriali. E’ stata l’assessora comunale alla Scuola Claudia Pratelli, insieme al Dipartimento delle Pari Opportunità ad annunciare la notizia: da oggi anche due mamme e due papà potranno iscrivere i propri figli a nidi e scuole per l’infanzia presentandosi come una famiglia omogenitoriale. Si tratta di un cambiamento importante in quanto finora uno dei due genitori doveva dichiararsi come “altro soggetto esercente la potestà genitoriale”. L’iniziativa arriva dopo qualche mese dalla sentenza con cui il tribunale di Roma aveva confermato il diritto di due mamme di identificarsi sulla carta d’identità della figlia come genitori e non come padre e madre, bocciando il decreto del 2019 dell’allora ministro Salvini che aveva imposto alle coppie omosessuali questo termine di identificazione.

(Chiara Giovannoni)

Chiara Giovannoni e Lorenzo Franceschetti



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Inflazione, cambia il trend. Dopo una serie di dati positivi, tanto che il presidente della Fed Powell si era spinto a dichiarare l’inizio di un periodo deflazionistico, l’inflazione ha rialzato la testa e nell’indice PCE (Personal Consumption Expenditures) di gennaio è aumentata dello 0.6% su base mensile (+0.3% a dicembre, +0.4% atteso) e del 5.4% su base annua (5.3% a dicembre, 4.3% per le previsioni), con dati simili per l’indice core che esclude cibo ed energia (+0.6% mensile, +4.7% annuo). L’indice PCE è la misura d’inflazione preferita dalla Fed poichè rappresentativa di un paniere di beni aggiornati con scadenza regolare, al contrario del CPI, che usa un paniere fisso.

Europa, dati negativi. Il discorso non cambia per l’eurozona, dove a febbraio si registrano aumenti dell’8.5% (8.3% atteso), in lieve rallentamento da gennaio (8.6%), mentre ri-accelera l’indice core, da 5.3% a 5.6%. Il risultato continentale era stato anticipato nei giorni precedenti dai dati negativi giunti da Spagna e Francia, con dati in aumento rispetto a gennaio che hanno smentito i cali previsti dagli economisti e che mettono in difficoltà il governo Macron, già alle prese con le proteste legate alle pensioni. Questi numeri lasciano poco spazio di manovra alla BCE, che fra pochi giorni (16 marzo) annuncerà le decisioni di politica monetaria e dovrebbe continuare il rialzo dei tassi di interesse (attualmente al 2.5%) con un ulteriore aumento di 50 punti base.

Borse, torna l’ottimismo? I dati sull’inflazione, ma soprattutto la realizzazione che le banche centrali non potranno ridurre gli aumenti dei tassi di interesse tanto presto, hanno portato le borse in territorio negativo per il mese di febbraio, che si chiude con cali compresi tra l’1.1% del Nasdaq e il 4.2% del Dow Jones, mentre si salva l’Europa con il FTSE a +1.6%, DAX a +0.4% e il CAC40 a +3.8%. La prima settimana di marzo sembra però aver riportato l’ottimismo, in particolare grazie alle parole del presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, che pur parteggiando per non tagliare i tassi prima del 2024, ha affermato che è favorevole ad aumentare di soli 25 punti i tassi al prossimo meeting della Fed del 15-16 marzo.

Sam Bankman Fried, nuove accuse. Il Dipartimento di Giustizia ha rivelato quattro nuovi capi di imputazione per l’ex-CEO di FTX, già accusato di otto reati per i quali si è dichiarato innocente e per i quali è stato estradato dalle Bahamas agli USA ed è libero, dietro una cauzione di $250 milioni, in attesa del processo che si celebrerà a partire dal 2 ottobre. Le nuove accuse comprendono frode bancaria, frode su azioni e su derivati. Nel frattempo, sia il co-fondatore di FTX, Gary Wang, che il co-CEO di Alameda (il fondo controllato da FTX), Caroline Ellison, si sono dichiarati colpevoli e hanno accettato di testimoniare contro Bankman-Fried.

India, rallentamento vistoso. L’economia indiana rallenta il proprio tasso di crescita, passando da +6.3% al +4.4% nell’ultimo trimestre 2022. Il dato è condizionato dal forte rallentamento dei consumi (da +8.8% a +2.1%), colpiti dal rialzo dei tassi d’interesse, e dal periodo negativo del settore manifatturiero, al secondo trimestre di crescita negativa, affossato dal calo delle esportazioni. Il governo indiano rimane tuttavia ottimista e per l’anno fiscale che terminerà ad aprile stima una crescita del 7%, mentre nel lungo periodo le prospettive appaiono ancora migliori grazie all’aumento demografico (il paese ha recentemente sorpassato la Cina in termini di popolazione) e al trasferimento nel sub-continente di multinazionali come Apple e General Electric come prospettato in un incontro organizzato dall’amministrazione Biden con delegati indiani e aziende americane a fine gennaio, date le preoccupazioni legate alle tensioni con la Cina.

Leonardo Aldeghi




AFRICA SUB SAHARIANA

Nigeria, vince le elezioni presidenziali Bola Tinubu. Dopo gli scrutini avvenuti nella notte tra il 28 febbraio e l’1 marzo Asiwaju Bola Ahmed Tinubu è il nuovo Presidente della Nigeria. Stando ai dati forniti dalla Commissione Elettorale Indipendente, il candidato del partito di governo che succederò a Muhammadu Buhari avrebbe ottenuto circa 8,8 milioni di voti, contro i 6,9 milioni e i 6,1 milioni ottenuti rispettivamente dal candidato del Partito Democratico Popolare Atiku Abubakar e dal candidato del Partito Laburista Peter Obi. L’annuncio della vittoria, arrivato a notte fonda è stato seguito subito dalla delusione e dalla contestazione dell’opposizione che ha già richiesto nuove elezioni per i ritardi nell’emissione del risultato. In ogni caso l’annullamento delle elezioni dovrà essere approvato dalla Corte Suprema della Nigeria, che mai nella sua storia ha proceduto in tal senso.

Emmanuel Macron dà avvio al suo viaggio in Africa cominciando dal Gabon: Mercoledì scorso il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato in Gabon dando inizio al proprio tour africano che farà tappa anche in Angola, Congo e Repubblica Democratica del Congo. Si tratta di un viaggio che arriva in seguito alla nuova politica africana francese che ha visto Parigi abbandonare alcune aree di influenza tradizionali in Africa Occidentale, in particolare Mali e Burkina Faso. Macron, ospite del Presidente Gabonese Ali Bongo Ondimba ha partecipato ad un summit con altri capi di stato dell’Africa Centrale legato alla protezione delle foreste tropicali della regione in vista di raggiungere la regione di maggiore interesse, la Repubblica Democratica del Congo, dove già il sentimento anti-francese si è fatto sentire con proteste e contestazioni.

Costa d’Avorio, la sua ambasciata in Tunisia fornisce alloggio d'emergenza ai migranti. A fine febbraio il presidente tunisino Saied aveva ordinato alle forze di sicurezza di prendere "misure urgenti" contro "orde" di migranti dell'Africa subsahariana giunti nel paese, accusandoli senza prove di aver causato un'ondata di crimini e di aver complottato per cambiare la composizione demografica del Paese. In tutto il Paese, la popolazione locale, temendo di incorrere in pesanti multe e pene detentive per aver ospitato persone senza documenti, hanno iniziato a cacciare gli immigrati dalle loro case. Molti ivoriani e maliani si sono quindi accampati per diverse notti fuori dalle loro ambasciate al freddo, in attesa di essere rimpatriati. L’ambasciata della Costa d’Avorio si è quindi mossa per accogliere i migranti in difficoltà. Inizialmente “siamo stati sopraffatti” ha detto un funzionario ivoriano dell’ambasciata. “Poi siamo riusciti a ospitare 55 persone, tra cui almeno quattro donne con bambini piccoli”. L’ambasciata ha inoltre affittato "un intero edificio con una decina di appartamenti ammobiliati". Le persone si sono trasferite negli immobili ad inizio marzo, l'ambasciata stessa ha dovuto firmare il contratto di affitto per superare la riluttanza dei proprietari.

Giulio Ciofini e Andrea Ghilardi

AMERICA DEL NORD

Stati Uniti d’America, La sospensione del New START, Putin incolpa gli Stati Uniti. Nel 2010 il Presidente americano Barack Obama e quello russo Dmitry Medvedev firmarono il nuovo Trattato di Riduzione delle Armi Strategiche per limitare il numero degli armamenti nucleari di entrambi gli stati. Quest'ultimo venne poi esteso per altri cinque anni da Joe Biden e Putin, per cercare di evitare la corsa agli armamenti nucleari da parte dei due paesi. Ciononostante, dopo la visita a sorpresa di Biden a Kiev e il suo discorso in Polonia, Putin ha preso la decisione di sospendere la partecipazione di Mosca al Trattato il 21 di febbraio, addossando la colpa della decisione all'atteggiamento aggressivo americano. In risposta, il Segretario di Stato Antony Blinken ha definito l'azione di Putin "infelice e irresponsabile", assicurando inoltre che l'amministrazione americana proteggerà la sicurezza propria e dei paesi alleati.

Stati Uniti d'America, La discussione tra Blinken e Lavrov a Nuova Deli. Durante un meeting del G-20, il 2 di marzo, il Segretario di Stato Antony Blinken e il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov hanno avuto un breve incontro di una decina di minuti, segnando il primo colloquio faccia a faccia tra due alti funzionari dei due paesi dall'inizio della guerra in Ucraina. Secondo le parole di un ufficiale americano, Blinken ha colto l'occasione per assicurare che gli aiuti americani verso l'Ucraina non smetteranno fino a che la guerra non giungerà al termine, e ha chiesto la reintegrazione della Russia nel trattato nucleare New START. Ha inoltre richiesto il rilascio di Paul Whelan, un ex marine americano incarcerato in Russia sotto l'accusa di essere una spia. Questo breve incontro è di grande importanza in quanto l'ultima volta che due alte cariche di Russia e Stati Uniti hanno avuto un incontro diretto è stato nel gennaio del 2022 a Ginevra, poco prima dell'invasione dell'Ucraina. Infatti, dall'inizio della guerra Blinken e Lavrov hanno partecipato a diverse conferenze internazionali, ma non hanno mai avuto interazioni dirette.

Lorenzo Graziani

AMERICA LATINA

Messico, in piazza contro la riforma elettorale. I manifestanti in oltre 80 città in tutto il Messico hanno protestato contro le riforme del sistema elettorale volute da Obrador. I cittadini hanno infatti manifestato contro la riforma dell’Istituto Elettorale Nazionale approvata la scorsa settimana. La riforma prevede una importante riduzione del budget destinato all’ente, che porterà inevitabilmente alla chiusura di sedi, riduzione di personale e mansioni. Per questo si teme che l’indebolimento di questa istituzione possa mettere a rischio la già fragile democrazia del paese.

Perù, crisi diplomatica con il Messico per il governo di Dina Boluarte. Dopo le accuse portate avanti dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador che il governo peruviano di Dina Boluarte sia incostituzionale, il Perù ha deciso di richiamare l’ambasciatore messicano.

Ludovica Costantini

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Vietnam, il parlamento nomina il nuovo Presidente. Il 2 Gennaio, l’Assemblea Nazionale del Vietnam, con il 98.38 percento dei voti, ha eletto presidente Vo Van Thuong. La nomina è avvenuta successivamente alle dimissioni del suo predecessore Nguyen Xuan Phuc nel Gennaio del 2022, ritenuto responsabile di “violazioni e illeciti” compiuti da parte di funzionari sotto il suo controllo durante una campagna di anticorruzione lanciata dal partito. Vo Van Thuong, cinquantaduenne, è il membro più giovane tra i diciotto membri del Politburo ed è considerato una delle figure più vicine a Nguyen Phu Trong, Segretario Generale del Partito e principale artefice della campagna anticorruzione. Durante il suo primo discorso di fronte al Parlamento, il nuovo presidente ha dichiarato che continuerà a portare avanti la campagna anticorruzione.

(Alessandra Tamponi)

Corea del Sud, tribunale concede lo status legale per coppia dello stesso sesso. Il 21 Febbraio, la Corte d'appello amministrativa di Seoul ha emesso una sentenza che ha riconosciuto a un uomo omossessuale il diritto a beneficiare della copertura sanitaria del proprio partner. La sentenza ribalta una decisione precedente secondo cui una coppia composta da persone dello stesso sesso non era idonea a beneficiare degli stessi dritti concessi alle coppie eterosessuali in materia di assicurazione sanitaria prevista dal Servizio Nazionale. La sentenza segna il primo riconoscimento legale dell'unione tra persone dello stesso sesso in Corea del Sud e rappresenta un significativo passo in avanti in un paese dove i matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono ancora legali.

(Alessandra Tamponi)

Kazakistan, Astana ospita il meeting C5+1. Il 28 Febbraio del 2023, la capitale del Kazakistan ha ospitato il meeting tra i rappresentanti dei cinque paesi dell’Asia Centrali e gli Stati Uniti. All’incontro, dove sono stati discussi temi di varia natura quali cooperazione economica ed energetica, la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici, e temi securitari come la lotta contro il terrorismo e l'estremismo, hanno preso parte assieme al Segretario di Stato Anthony Blinken, i Ministri degli Esteri dei cinque paesi dell’Asia Centrale. Uno dei risultati più significativi dell’incontro è senz’altro la decisione degli Stati Uniti di destinare un ulteriore investimento di 25 milioni di dollari all’ Economic Resilience Initiative in Central Asia (ERICEN), lanciata del 2022 dall’amministrazione Biden, con lo scopo di espandere le rotte commerciali regionali e stabilire nuovi mercati di esportazione. Il C5+1 è un incontro annuale, tenutosi per la prima volta nel 2015 che coinvolge gli Stati Uniti e Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kyrgyzstan Tajikistan, e negli anni si è dimostrato un efficace strumento per la strategia diplomatica USA in Asia Centrale.

(Carlo Padiglione)



India, Meloni in missione diplomatica a Nuova Delhi. Nella giornata di giovedì 2 Marzo, la Premier italiana si è recata a Delhi inaugurando una fase di disgelo nelle complicate relazioni italo- indiane. L’incontro ha trattato il rilancio di un partenariato economico ma soprattutto militare, con l’intenzione di lasciarsi alle spalle dieci anni di tensione diplomatica dovuta al ‘caso Marò’. Firmato un memorandum d’intesa sulla Difesa senza precedenti, Meloni intende proiettare l’Italia verso l’Indo-Pacifico appoggiandosi ad un sodalizio con la potenza indiana. Già previste anche esercitazioni militari congiunte, un’iniziativa che delinea chiaramente anche il posizionamento del nuovo governo italiano nei confronti di Pechino, storica rivale di Delhi. In una visione più ampia, il bilaterale Meloni-Modi può essere parte di un tentativo concertato con altri paesi Nato per attrarre verso Occidente il baricentro geopolitico della potenza indiana, nel tentativo di distanziarla dalla partnership strumentale con Mosca.

(Rocco Salvadori)



Filippine, Manila pronta a subentrare nel Quad? I ministri degli Esteri dei paesi del Quad si sono da poco riuniti nella capitale indiana. Nelle intenzioni dei promotori, l’incontro avrebbe dovuto compattare il ‘Quadrilatero’ a fronte dei diverbi sulla questione ucraina. Nuova Delhi infatti, complice la dipendenza strategica dalla Russia, ha deciso di non sanzionare l’operazione militare speciale di Mosca e, anzi, si è più volte espressa contro i paesi occidentali. L’ultima arrivata al tavolo quadrilaterale sta quindi vivendo un periodo di forte contrasto con gli altri membri, circostanza di cui si è prontamente avveduto il presidente filippino Marcos. L’incontro del 3 Marzo si è concentrato sulla militarizzazione (cinese) delle acque asiatiche, una questione meno spinosa che si è risolta con l’auspicio condiviso di un Indo-Pacifico più libero ed aperto. Evitando il tema ucraino si è ricomposto un clima di apparente serenità, lasciando però percepire l’assenza di una prospettiva di accordo. Intanto Marcos, cosciente del quadro favorevole a Manila, ha ripreso a lavorare alla collaborazione in materia di Difesa con Stati Uniti, Giappone e Australia.

(Rocco Salvadori)

Alessandra Tamponi, Carlo Padiglione e Rocco Salvadori

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Naufragio al largo di Cutro, aperta un'indagine sui ritardi nei soccorsi. Lo scorso 26 febbraio un'imbarcazione partita quattro giorni prima dalla Turchia si è spezzata in mare al largo della spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria. A distanza di giorni il bilancio non è ancora definitivo: nel naufragio sono morte almeno 68 persone e si parla di alcune decine di dispersi. La barca trasportava almeno 170 persone. Si tratta del naufragio più grave dal 2013 sulle coste italiane. Il 2 marzo la Procura di Crotone ha aperto un'indagine per verificare se siano stati commessi reati nella catena di interventi organizzati dopo l'avvistamento dell'imbarcazione da parte di Frontex e della Guardia Costiera italiana. Per ora non ci sono né un'ipotesi di reato sicura né accusati: l'obiettivo è quello di capire se ci siano state omissioni e di stabilire le responsabilità nei ritardi delle operazioni di soccorso. Al momento nessuno degli enti coinvolti (Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Frontex) si ritiene responsabile. I soccorsi in Italia sono sempre meno numerosi; ciò è dovuto anche alla criminalizzazione delle ong e dall'ultima legge anti ong del 23 febbraio.

(Bianca Franzini)

UE e Regno Unito, raggiunto un accordo sull'Irlanda del Nord. Il 27 febbraio la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il premier britannico Rishi Sunak si sono incontrati nei pressi di Windsor per discutere della revisione del Protocollo dell'Irlanda del Nord, questione complicata rimasta irrisolta dopo la Brexit. Il nuovo accordo, chiamato "Windsor Framework", è stato definito da Londra come "una svolta decisiva". Il patto prevede la sovranità degli irlandesi del Nord (considerato che, a differenza del Regno Unito, sono ancora soggetti al mercato unico europeo) sulle decisioni prese a Bruxelles ed il diritto di accesso automatico per i cittadini dell'Irlanda del Nord ai prodotti britannici essenziali (come ad esempio i medicinali). Il patto garantisce inoltre il transito di merci (ad eccezione di quelle considerate a rischio di esportazione verso l'Irlanda ad altri paesi dell'Unione) senza controlli burocratici e ostacoli doganali.

(Bianca Franzini)

Finlandia, approvazione da parte del parlamento dell’adesione alla NATO. Il 1° marzo il parlamento finlandese ha approvato, con 184 voti favorevoli, i termini dei trattati dell’Organizzazione del Nord Atlantico. Vanhanen, presidente del parlamento, ha descritto l’adesione all’alleanza come “vincolante, permanente e irreversibile” seppur necessaria, dato il più forte sostegno disponibile che essa fornisce nel “gioco a somma a zero” di cui l’Europa è scenario. La richiesta finlandese di adesione è avvenuta un anno fa in risposta all’invasione russa ma continua a rimanere in sospeso a causa delle posizioni di Turchia e Ungheria. Di fatto, i paesi che procedono all’entrata nell’alleanza militare necessitano l’approvazione dei 30 membri già esistenti. La Finlandia ha infatti fatto affidamento sulle forze armate nazionali nella difesa del confine di 1.300 km che condivide con la Russia. La prossima settimana una delegazione ungherese arriverà in Finlandia per procedere con i colloqui di ratifica e anche lo stesso Erdogan si è mostrato pronto a riprendere i negoziati il 9 marzo. Il capo della Nato, Jens Stoltenberg, ha affermato nella stessa settimana che, entro il vertice del prossimo luglio, mira ad avere come membri Finlandia e Svezia. Tuttavia, la seconda è stata teatro di un incidente diplomatico con la Turchia, avvenuto la scorsa settimana nell’ambasciata di Stoccolma.

(Francesca Pasqualino)

Bianca Franzini e Francesca Pasqualino

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Kosovo-Serbia, la proposta Europea: lunedì 27 febbraio si è tenuto a Bruxelles l’incontro per il raggiungimento del dialogo e la normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina, da sempre difficoltose. I colloqui sono stati mediati dall’alto rappresentante europeo per la politica estera e di sicurezza Borrell e Lajčak, rappresentante speciale dell’UE per il dialogo tra Serbia e Kosovo. I contenuti salienti dell’accordo vertono sul reciproco riconoscimento di documenti e simboli nazionali e dunque il rispetto dell’uguaglianza e l’indipendenza di tutti gli stati sovrani, principio fondante della carta ONU. La Serbia deve infatti evitare azioni di contrasto nei processi di adesione del Kosovo ad organismi internazionali. Avverrà inoltre la creazione di un comitato speciale guidato dall’UE per monitorare l’osservanza dell’accordo. Più controversa appare però l’attuazione dell’articolo 7 che concerne la discussione sull’autogoverno dei Serbi in Kosovo e mira, dunque, alla nascita delle “municipalità” serbe. Formalmente, la Serbia non ha riconosciuto il Kosovo, e tale riconoscimento dovrà essere esplicito solo una volta firmato l’accordo finale. I colloqui di questo febbraio segnano infatti un passaggio intermedio che prefigura un riconoscimento de facto.

Bielorussia, il sostegno di Lukanshenko al piano di pace cinese in Ucraina: Il leader Bielorusso Lukanshenko, stretto alleato di Putin, successivamente ai colloqui con il presidente cinese Xi Jinping, avvenuti nella Grande sala del Popolo, ha rilasciato una dichiarazione secondo la quale sarebbe pronto a “sostenere pienamente” un piano per i colloqui di pace con pechino con il fine di porre fine al conflitto in Ucraina. Lo stesso leader bielorusso ha aiutato Putin nell’avanzamento della guerra permettendogli di utilizzare il confine bielorusso con l’Ucraina per un attacco poi fallito a Kiev. Il documento di pace prevede 12 punti e mira al rispetto della “sovranità” di tutti gli stati nazionali seppur non ci sia alcun riferimento esplicito sul ritiro delle truppe nemiche in Ucraina; esso però condanna l’uso di “sanzioni Unilaterali” con riferimenti ai pacchetti sanzionatori attuati dagli alleati occidentali dell’Ucraina. L’obiettivo finale è comunque quello di evitare di ricadere in uno scontro globale “che non vedrà vincitori” ed eliminare “tutta la mentalità della guerra fredda”. Tale soluzione pacifica ha però raccolto molto scetticismo in occidente, il viaggio di Lukanshenko a Pechino è da molti infatti visto come un altro segno della volontà cinese di serrare i ranghi con la Russia e i suoi alleati.

Francesca Pasqualino



MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Turchia, l’opposizione si frantuma: il partito conservatore IYI abbandona l’Alleanza della Nazione, la coalizione che riunisce la maggior parte delle formazioni politiche che si oppongono al partito islamista AKP del presidente Erdogan. La sua leader, Meral Akşener, non condivide la propensione del “Tavolo dei Sei” a designare come candidato per le presidenziali il leader del partito repubblicano (CHP), Kemal Kılıçdaroğlu. Osservando i sondaggi, il leader del CHP è il candidato più debole e potrebbe addirittura perdere la sfida elettorale. Per questo, l’IYI si è detto disponibile a sostenere il sindaco di Ankara o quello di Istanbul, che invece sembrano riscuotere un ampio consenso trasversale nella società turca. Sia Ekrem İmamoğlu sia Mansur Yavaş hanno buone probabilità di sconfiggere il kingmanker della politica turca delle ultime due decadi, ma le divisioni interne all’opposizione e i personalismi rischiano di risultare elettoralmente fatali.

(Michele Magistretti)

Arabia Saudita, il mega-progetto “Mukaab” fa discutere. Il principe ereditario Mohammed bin Salman ha lanciato ufficialmente la realizzazione di “Mukaab” (lett. cubo), una costruzione futuristica che spiccherà nella città ultra-moderna e sostenibile di Neom. Si tratta appunto di un cubo di dimensioni giganti, finanziato dal Fondo d’investimento pubblico saudita, il quale ospiterà entro il 2030 – inserito appunto nella cornice di sviluppo di Vision 2030 – centomila unità residenziali, novemila camere d’albergo e 1,4 milioni di metri cubi di spazio dedicati a uffici e intrattenimento. Sarà il nuovo fiore all’occhiello della monarchia saudita, in cerca di strategie per rilanciare l’economia del settore turistico e culturale. Tuttavia, il progetto in sé ha sollevato molte critiche sia da arabi-musulmani che da occidentali: la forma del “Mukaab” sarebbe simile alla sacra Kaaba de La Mecca, tanto da etichettarla come la “Kaaba del capitalismo”; lo spostamento forzato dei membri della tribù Howeitat per fare spazio ai lavori lederebbe i loro diritti umani.

(Sara Oldani)

Tunisia, Kais Saïed si scaglia contro gli immigrati subsahariani. Il presidente tunisino Kais Saïed ha espresso commenti durissimi contro i migranti provenienti dall’Africa subsahariana durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale martedì 28 febbraio, chiedendo di agire il prima possibile ed invocando "misure urgenti" contro l'immigrazione clandestina. Saïed ha anche sostenuto come il fenomeno migratorio faccia parte di una "impresa criminale ordita all'alba di questo secolo per cambiare la composizione demografica della Tunisia", al fine di trasformarla in un paese "solo africano" e offuscare il suo carattere "arabo” e “Musulmano". Ha quindi invitato le autorità ad agire "a tutti i livelli, diplomatico, di sicurezza e militare". Ad oggi 21.000 migranti provenienti dai paesi dell'Africa subsahariana sono ufficialmente registrati in Tunisia. Le parole del Presidente hanno causato un’ondata di xenofobia nel paese: molti subsahariani hanno perso il lavoro (di solito informale) e la casa durante la notte. Altri sono stati arrestati per controlli di polizia e alcuni hanno testimoniato aggressioni fisiche. Diversi paesi, quali Guinea Conakry, Costa d'Avorio e Mali, hanno organizzato voli di rimpatrio dopo le parole del Capo dello Stato tunisino. L’Unione Africana ha condannato le parole di Saïed.

(Francesco Lorenzini)



Michele Magistretti, Sara Oldani e Francesco Lorenzini




TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

India, colloquio tra Blinken e Lavrov al G20 di New Delhi. Il colloquio tenutosi a margine di una riunione riservata ai ministri degli Esteri del G20, tra il segretario di Stato americano e il ministro degli Esteri russo, registra il primo incontro istituzionale tra i rispettivi Paesi dall’inizio del conflitto in Ucraina. Mentre da parte del Cremlino non sono stati rilasciati commenti ufficiali riguardo all’incontro, Antony Blinken ha dichiarato, in conferenza stampa, che i colloqui hanno toccato i principali temi che sono motivo di frizione nel dialogo con Mosca: dalla crisi ucraina, all’uscita unilaterale della Russia dal trattato “New Start”. Il segretario americano ha poi sottolineato come per gli Stati Uniti la questione sul disarmo nucleare sia di fondamentale importanza, e che la stessa trascenda ogni divergenza in atto tra le due maggiori potenze nucleari.

(Davide Shahhosseini)

Regno Unito, la marina britannica sequestra una nave con a bordo armi iraniane. L’operazione di sequestro, avvenuta mentre la nave cargo navigava in acque internazionali nel golfo dell’Oman, risale al 23 febbraio scorso, ma la stessa è stata resa nota soltanto ora dalle autorità della Royal Navy. Secondo quanto dichiarato da queste ultime, la nave trasportava tra le altre cose missili anticarro e componenti per la costruzione di missili balistici a medio raggio. Sebbene non sia stato specificato dove fosse diretto il carico, secondo indiscrezioni trapelate dalle autorità di Londra, la destinazione finale delle armi, con ogni probabilità, erano le forze ribelli sciite Houthi, appoggiate da Teheran, che dal 2014 si oppongono alla forze governative sostenute dalla coalizione a trazione saudita.

(Davide Shahhosseini)

Algeria, il Presidente Abdelmadjid Tebboune riceve gli ex ribelli maliani dalla CMA ad Algeri. Il 26 febbraio il presidente algerino ha ricevuto i rappresentanti delle tribù Tuareg presenti nel nord del Mali, irrequiete a causa delle spinte accentratrici della giunta militare al governo a Bamako. Tebboune ha ribadito l'impegno del suo Paese nel rompere "l'impasse" del processo di pace in corso, che ha subito una battuta di arresto negli ultimi mesi. L'Algeria, che condivide circa 1.400 chilometri di confini con il suo vicino meridionale, ha giocato un ruolo chiave nella definizione dell'accordo di pace di Algeri del 2015. L’iniziativa algerina ha posto fine alla ribellione indipendentista delle tribù nomadi in Mali, iniziata nel 2012. L’accordo, che prevede in particolare misure di decentramento e l'integrazione degli ex ribelli nell'esercito nazionale, è attuato solo in minima parte. Considerato obsoleto da molti, è tuttavia una componente essenziale per un ritorno alla stabilità politica e militare, nel paese Saheliano, destabilizzato da 10 anni dalla insurrezione jihadista al Nord.

(Francesco Lorenzini)



Davide Shahhosseini e Francesco Lorenzini




Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Alessandra Tamponi: Asia ed Estremo Oriente

Andrea Ghilardi: Africa Sub-Sahariana

Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea

Carlo Padiglione: Asia ed Estremo Oriente

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Elisa Maggiore: America Latina

Francesco Lorenzini: Medio Oriente e Nord Africa, Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Francesca Pasqualino: Europa occidentale e Unione Europea, Europa Centro-Orientale e Russia

Francesco Rossi: America Latina

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Lorenzo Franceschetti: Diritti Umani

Lorenzo Graziani: America del Nord

Ludovica Costantini: America Latina

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Rocco Salvadori: Asia ed Estremo Oriente

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa



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