Framing The World, Edizione CLI
Nel nuovo numero di Framing torniamo ad monitorare gli sviluppi politici canadesi e nel Canale di Panama. Volgendo lo sguardo al continente europeo, riportiamo l’approvazione del piano Rearm Europe. Sul fronte asiatico evidenziamo le nuove capacità nucleari della Corea del Nord. Nel mentre, riguardo il conflitto russo-ucraino, rileviamo l’accettazione del cessate il fuoco da parte di Zelensky. Riguardo il Medio Oriente evidenziamo il blocco della fornitura di elettricità a Gaza.
Questo e molto altro nell’ultimo numero di FtW!
AFRICA SUB SAHARIANA
AMERICA DEL NORD
AMERICA LATINA E CARAIBI
ASIA ED ESTREMO ORIENTE
ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE
EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA
EUROPA ORIENTALE E RUSSIA
MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)
TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE
AFRICA SUB SAHARIANA
Zambia, le autorità e gli ambientalisti temono l'impatto a lungo termine di una fuoriuscita di acido in una miniera di proprietà cinese che ha contaminato un grande fiume e potrebbe potenzialmente colpire milioni di persone dopo che i segni di inquinamento sono stati rilevati almeno 100 chilometri (60 miglia) a valle. “Si tratta di un disastro ambientale dalle conseguenze davvero catastrofiche se consideriamo il fatto che la Sino Metals ha inquinato un fiume da cui dipendono milioni di persone per il sostentamento", ha dichiarato l'attivista ambientale Chilekwa Mumba. Ha aggiunto che per le comunità locali, "tutti i mezzi di sussistenza sono stati distrutti, sono agricoltori, il loro suolo è distrutto, siamo molto vicini al momento del raccolto, a due mesi dal momento del raccolto, ciò in cui avevano investito, è andato tutto in malora".
Sudafrica, la presidenza ha espresso rammarico per l'espulsione del suo ambasciatore negli Stati Uniti, Ebrahim Rasool. In un post su X, il Sudafrica ha invitato tutte le parti interessate a mantenere il decoro diplomatico nella gestione della questione e ha ribadito il suo impegno per una forte relazione con gli Stati Uniti. La dichiarazione arriva dopo che il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato venerdì che Rasool "non era più il benvenuto", accusandolo di essere un "politico razzista" critico nei confronti del presidente Donald Trump. La dichiarazione di Rubio ha fatto seguito a un webinar in cui Rasool ha discusso i cambiamenti demografici negli Stati Uniti e le politiche dell'amministrazione Trump.
Aurelia Puliafito
AMERICA DEL NORD
Stati Uniti d’America, continuano gli screzi dell’amministrazione Trump contro il Canada. Una nuova decisione dell’amministrazione Trump, in vigore dall’11 aprile, rafforzerà una legge secondo la quale le autorità devono registrare e prendere le impronte digitali di tutti gli stranieri che intendono rimanere in territorio statunitense per 30 giorni o più. La novità è che questa legge verrà ufficialmente applicata anche sui canadesi, quando fino ad oggi raramente era successo, irrobustendo le regole sull’immigrazione anche nel confine settentrionale, in un vortice di tensioni scoppiate tra i due paesi nordamericani. In aggiunta, l’amministrazione statunitense ha bloccato la negoziazione di un trattato sulla gestione del flusso fluviale del Columbia, in un crescendo della politica aggressiva di Trump anche verso un alleato storico come il Canada.
(Lorenzo Graziani)
Il Canada sceglie il suo nuovo premier. Dopo le dimissioni dell’allora leader del Partito Liberale canadese Justin Trudeau, annunciate all’inizio dell'anno nuovo, il Paese degli aceri ha ufficialmente scelto il suo nuovo premier, Mark Carney. Originario della provincia dei Territori del Nord-Ovest, con un curriculum stellare (ha studiato ad Harvard e Oxford), ex banchiere, ha giurato ad Ottawa come primo ministro del Canada.
Carney si trova a guidare il paese in un momento di forti tensioni internazionali, in particolar modo con il suo alleato più prossimo e storico, gli Stati Uniti. Il premier si troverà infatti a far fronte a una spietata guerra dei dazi contro il governo americano, nonché le paradossali affermazioni di Trump che minaccia di voler annettere il Canada agli Stati Uniti e renderlo il 51esimo Stato.
La posta in gioco è alta, ma il Canada e il suo nuovo primo ministro sono pronti ad accettare la sfida.
(Bianca Colli)
Stati Uniti D’America, il Congresso espande i poteri di Trump. In questi giorni, la maggioranza repubblicana al Congresso ha spinto per l’approvazione di un disegno di legge che ha conferito all’amministrazione Trump grande discrezione sull’uso dei fondi federali. L’atto, passato venerdì anche al Senato, trasferisce al Presidente gran parte dell’autorità di spesa del Congresso, potere fortemente rappresentativo del sistema dei checks and balances statunitense. Non è la prima manovra della nuova legislatura volta ad estendere il raggio di giurisdizione dell’esecutivo: martedì scorso, infatti, i leader repubblicani alla Camera avevano sfruttato una lacuna nel sistema legislativo per sospendere la possibilità del Congresso di fare ricorso sui dazi di Trump. I repubblicani controllano entrambe le camere al Campidoglio e sembrano essere determinati ad aumentare a oltranza l'autorità del loro leader.
(Giovanni Ferrazza)
Lorenzo Graziani, Giovanni Ferrazza e Bianca Colli
AMERICA LATINA E CARAIBI
1/ Perù, inizia il processo a Pedro Castillo, l’ex presidente accusato di tentato colpo di stato. 4 Marzo 2025 : inizia quello che promette di essere un processo tumultuoso per l’ex presidente peruviano Pedro Castillo. Originariamente affiliato al partito di sinistra “Perù Libre” e poi divenuto indipendente, Castillo fu arrestato il 7 dicembre 2022 a soli diciassette mesi dalla sua ascesa al potere. Nonostante la brevità del suo mandato, la sua fu una presidenza da record : sei casi di corruzione per cui è stato indagato, cinque governi differenti e tre procedure di impeachment. L’arresto, però, è giunto al seguito del tentativo di scioglimento del parlamento e della sua sostituzione con un governo d’emergenza che avrebbe avuto l’incarico di redigere una nuova costituzione, piano che senza il supporto dell’esercito e delle istituzioni andò in fumo.
2/Perù, inizia il processo a Pedro Castillo, l’ex presidente accusato di tentato colpo di stato. L’accusa che Castillo si trova ad affrontare è dunque quella di ribellione e tentato colpo di stato contro l’ordine costituzionale. Il processo, trasmetto in diretta nazionale, si annuncia turbulento : l’ex presidente, sentenziato a scontare 34 anni e sei mesi di reclusione, sostiene che tutto ciò derivi da un complotto orchestrato dall’opposizione di destra e si rifiuta di sottoporsi a un processo che definisce politico, non legale, poiché, a suo dire, l’esito è ormai preordinato. Rifiutando di nominare un proprio legale, gli viene assegnato un difensore d’ufficio, Edgar Callahualpa, il quale già alla seconda udienza del 6 marzo si ritira per mancata fiducia dell’imputato. Viene così sostituito da Ricardo Hernández, intenzionato a portare avanti la difesa e a denunciare la violazione della procedura di nomina, che avrebbe dovuto essere preceduta da un provvedimento disciplinare. Il 10 marzo, un giorno prima della terza udienza, Castillo inizia uno sciopero della fame, considerato una grave infrazione disciplinare ai sensi del Codice di Esecuzione Penale peruviano, come protesta contro il processo, provocando l’adozione di misure restrittive quali isolamento e sospensione delle visite. L’11 marzo, durante la terza udienza del processo, Castillo ha ribadito la sua innocenza sollecitando la sua immediata scarcerazione. L’evoluzione del procedimento resta ancora da definire.
Venezuela, Maduro apre le porte agli investitori internazionali. Il 12 marzo il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato l’apertura agli investimenti nel settore petrolifero, del gas e della raffinazione, dichiarando la volontà di accogliere investitori da tutto il mondo con “porte aperte e tappeto rosso”.
Tale decisione è stata presa in seguito alla revoca della licenza operativa della Chevron Corporation in Venezuela da parte dell’amministrazione Trump, che impone alla compagnia petrolifera di cessare le attività nel Paese sudamericano entro il tre aprile. Washington ha giustificato la misura come risposta alla mancata collaborazione di Maduro sulle deportazioni di migranti irregolari. Maduro assicura la solidità della produzione petrolifera nazionale, dichiarando che a febbraio è stata superata la soglia del milione di barili al giorno, con Chevron che contribuiva a circa 200.000 di questi. Dato lo scenario di crisi del Venezuela, l’apertura a nuovi investitori appare necessaria per mantenere le infrastrutture e incentivare la produzione.
(Nicole Mancinelli)
Argentina, disordini e arresti a Buenos Aires. Il corteo contro i tagli pensionistici del governo Milei si è trasformato in uno scenario segnato da una serie di violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Oltre ai vari sindacati rappresentanti dei pensionati, risulterebbero numerosi i gruppi politici di sinistra e tifoserie calcistiche organizzate che si sarebbero infiltrate nella manifestazione di mercoledì 12 marzo, deviando l'obiettivo principale da una rivendicazione politica a una puramente conflittuale e rivoltosa. Violenta la risposta della Policía de la Ciudad, che durante le operazioni di contenimento ha arrestato 94 persone. Controverso il caso di Pablo Grillo, fotoreporter trentacinquenne, che avrebbe riportato una frattura al cranio dopo essere stato colpito da una cartuccia di gas lacrimogeno. In seguito all’accaduto, la ministra della Sicurezza Patricia Bullrich sottolinea come lo scoppio del proiettile sarebbe stato eseguito correttamente, più cauto nelle dichiarazioni Milei, che invece ha delegato il compito di giudicare la vicenda agli organi giudiziari competenti.
Panama, nuovamente minacciata la sovranità del Canale. Secondo alcune indiscrezioni riportate da NBC News, il presidente Donald Trump avrebbe richiesto ai vertici del Pentagono “opzioni militari credibili” in modo da aumentare l’influenza statunitense sul Canale. Le richieste di Trump avrebbero già portato alla formulazione di una serie di alternative implementabili, che sarebbero state presentate dall’ammiraglio Alvin Holsey, comandante dell’US Southern Command, alla Casa Bianca. Nello specifico, queste possibilità spazierebbero da un semplice incremento della cooperazione tra l’esercito statunitense e quello panamense fino a una vera e propria operazione militare per riportare il controllo del Canale sotto l’influenza di Washington. Il peso di tali operazioni, secondo alcuni funzionari USA, dipenderebbe dalla volontà del paese centroamericano di collaborare con gli Stati Uniti.
(Lucas Torres)
Lucas Torres e Nicole Mancinelli
ASIA ED ESTREMO ORIENTE
Filippine, l’ex presidente Duterte arrestato per crimini contro l’umanità. In base a un mandato della Corte penale internazionale, Rodrigo Duterte è stato arrestato all’aeroporto internazionale di Manila per il suo ruolo nella brutale repressione della droga durante il suo mandato (2016 - 2022) "Quando diventerò presidente," dichiarò Rodrigo Duterte durante un comizio, "ordinerò alla polizia di trovare quelle persone e di ucciderle. Le pompe funebri saranno piene." Secondo i dati ufficiali del governo filippino, almeno 6mila persone, sospettate di spaccio o tossicodipendenza, furono uccise in operazioni di polizia controverse. Il numero reale delle vittime della sua durissima campagna antidroga potrebbe essere molto più elevato: secondo una stima dei procuratori della Corte penale internazionale, tra 12.000 e 30.000 persone sarebbero state uccise. Le Filippine si sono ritirate dalla giurisdizione della Corte nel 2019, sotto la presidenza di Duterte. Tuttavia, i crimini contestati risalgono a un periodo in cui il Paese era ancora membro, motivo per cui l’indagine resta valida.
(Valeria Picciolo)
Corea del Nord, annunciate nuove capacità nucleari. La Corea del Nord ha annunciato la costruzione del suo primo sottomarino a propulsione nucleare. L’annuncio giunge in un contesto di crescente preoccupazione da parte di Stati Uniti e Corea del Sud, i cui funzionari temono che la Corea del Nord possa ricevere assistenza tecnologica dalla Russia per modernizzare le proprie forze armate. Il possesso di un sottomarino a propulsione nucleare garantirebbe a Pyongyang una maggiore capacità operativa, consentendo di percorrere lunghe distanze senza la necessità di riemergere, aumentando così le probabilità di avvicinarsi a obiettivi lontani, come gli Stati Uniti, senza essere individuati. Inoltre, la denominazione ufficiale del mezzo, nuclear-powered strategic guided missile submarine, suggerirebbe che l’unità sia stata concepita per il lancio di missili balistici e da crociera dotati di testate nucleari.
(Francesco Oppia)
Corea del Nord, dietrofront sulla decisione di aprire (limitatamente) il Paese al turismo internazionale. Il 5 marzo, alcune agenzie viaggi specializzate in viaggi in Corea del Nord hanno annunciato sui social la sospensione dei loro tour a causa della nuova chiusura del Paese. Pyongyang, dopo anni di blocco totale a causa delle restrizioni per contrastare l’epidemia di COVID-19, aveva iniziato lo scorso anno a consentire l’accesso ad un numero limitato di visitatori russi e cinesi. Ma è stato solo il 20 febbraio scorso che i turisti occidentali hanno potuto rimettere piede nel Paese, nell’unica città aperta, Rason, sul confine con la Cina. Dopo solo tre settimane, Pyongyang è ritornato quindi sui suoi passi senza dare delle chiare motivazioni. È vero però che questa decisione è arrivata in seguito alle critiche di un influencer tedesco di ritorno dal suo viaggio sulla visibile povertà che caratterizza soprattutto le campagne. The Korea Times ipotizza infatti che la scelta potrebbe derivare dalla volontà di nascondere al mondo la realtà nuda e cruda del proprio Paese.
(Antonella Franzelli)
Il G7 attacca la politica di una sola Cina. Venerdì 14 marzo, l’incontro dei ministri degli esteri del G7 ha dato vita ad una dichiarazione congiunta particolarmente dura nei confronti della Cina. Rispetto ad una dichiarazione su temi simili che risale al novembre scorso, sono spariti i riferimenti concilianti alla politica di una sola Cina, lasciando spazio ad accuse nei confronti di Pechino di “coercizione” nei confronti di Taiwan, seguendo una dichiarazione congiunta di Stati Uniti e Giappone dello scorso febbraio. Secondo la politica di una sola Cina, esiste una sola Cina, e sia Taipei che Pechino affermano di esserne l’unico rappresentante legittimo. Il portavoce dell’ambasciata cinese in Canada ha commentato l’accaduto sottolineando che “una bugia anche se ripetuta migliaia di volte non diventerà un fatto”. Lo stesso portavoce ha accusato il G7 di star violando il principio di non interferenza negli affari interni cinesi, fondamentale per Pechino.
(Leonardo Di Girolamo)
Pakistan, Un gruppo armato di militanti separatisti ha assaltato un treno passeggeri nella provincia sud-occidentale del Belucistan da parte dell’Esercito di Liberazione del Belucistan (BLA), prendendo in ostaggio diverse persone. L’episodio ha scatenato una crisi di sicurezza nella regione, già teatro di violenti scontri tra esercito e ribelli. L’attacco si è verificato nel pomeriggio di martedì, quando il Jaffer Express, in viaggio da Quetta a Peshawar, è stato bloccato da un gruppo di uomini armati mentre attraversava il tunnel n. 8 nella regione montuosa di Bolan. Secondo quanto riferito dalle autorità ferroviarie, i militanti hanno fermato il convoglio e preso il controllo di alcune carrozze, trattenendo passeggeri e personale a bordo. Il tenente generale Ahmed Sharif Chaudhry ha dichiarato in conferenza stampa che tra le vittime dell'attacco iniziale figurano 18 militari e paramilitari fuori servizio del Frontier Corps, tre dipendenti delle ferrovie e cinque civili.
(Ratì Mugnaini Provvedi)
Ratì Mugnaini Provvedi, Francesco Oppia, Leonardo Di Girolamo, Antonella Franzelli e Valeria Picciolo
ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE
Wall Street, settimana nera. Le tensioni sui dazi continuano a scuotere Wall Street, portando l’S&P 500 in correzione e facendolo scendere ai minimi da 6 mesi. Nella giornata di giovedì, l’indice ha perso l’1,4%, portando il calo delle ultime tre settimane oltre la soglia della correzione (-10%); anche il Nasdaq 100, anch’esso in correzione, è sceso dell’1,9%. Dalla vetta raggiunta a febbraio, il mercato ha già bruciato circa $5 trilioni e, come riportato da Bloomberg, si tratta della settima correzione più veloce dal 1929 ad oggi. Tra i titoli che hanno maggiormente contribuito al ribasso, spiccano Tesla, Meta e Adobe, il peggiore dell’S&P 500, crollato del 14% a causa di un outlook deludente. Nonostante i dati economici suggeriscano una certa resilienza, il pessimismo degli investitori continua a crescere, alimentato dall’incertezza legata alle politiche commerciali di Trump.
USA, buone notizie sull’inflazione. A febbraio, l’inflazione negli Stati Uniti è calata più del previsto, al 2,8%, rafforzando l’ipotesi di tagli ai tassi da parte della Federal Reserve in un contesto di crescita economica in rallentamento. Il dato è inferiore al 3% di gennaio e al 2,9% previsto dagli economisti. L’inflazione “core”, che esclude i prezzi degli alimenti e dell'energia, è invece salita del 3,1% annuo, meno del 3,2% atteso, segnalando un rallentamento che potrebbe favorire future riduzioni dei tassi. Dopo settimane di calo, Wall Street ha reagito positivamente: l’S&P 500 è salito dello 0,5%, mentre il Nasdaq ha guadagnato l’1,2%. Ora i mercati scontano due tagli ai tassi nel 2024, mentre un terzo taglio ha una probabilità dell’85%. La Fed cerca di contenere l’inflazione senza innescare una recessione, ma le politiche economiche di Trump, tra dazi e incertezze, complicano il quadro. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha però ribadito che non c'è urgenza nel tagliare i tassi, sottolineando la necessità di distinguere i dati reali dalle fluttuazioni di breve termine.
Auto, concessioni dall’Europa. Bruxelles allenterà le nuove regole sulle emissioni per le auto a combustione, concedendo all’industria automobilistica più tempo per adeguarsi ed evitando multe immediate. Sebbene il divieto dei motori termici nel 2035 resti invariato, la Commissione permetterà maggiore flessibilità fino al 2027, dando ai produttori la possibilità di compensare eventuali sforamenti negli anni successivi. La decisione risponde al calo delle vendite di auto elettriche in Europa e alle pressioni delle case automobilistiche. Tuttavia, alcuni produttori, tra i quali Volvo, avvertono che rallentare la transizione potrebbe far perdere competitività all’Europa rispetto alla Cina. Per sostenere l’industria locale, Bruxelles chiederà un maggiore contenuto europeo nelle batterie e incentiverà la collaborazione tra aziende su software e guida autonoma. Inoltre, saranno introdotte misure per accelerare l’elettrificazione delle flotte aziendali.
Germania, segnali positivi. A gennaio, la produzione industriale tedesca è aumentata del 2%, superando le previsioni e suggerendo un possibile rallentamento della crisi del settore. La crescita è stata trainata principalmente dall’industria automobilistica, nonostante il recente calo degli ordini di fabbrica. Segnali positivi emergono anche dal sondaggio sui responsabili degli acquisti, che indica un'attenuazione della recessione industriale iniziata nel 2022. Inoltre, il futuro delle fabbriche tedesche appare più promettente anche grazie ai piani del neo-cancelliere Merz, che prevede di rafforzare la difesa e investire €500 miliardi in infrastrutture, con un potenziale aumento del PIL fino al 2% annuo nel lungo periodo. Secondo alcuni analisti, il contesto macroeconomico sta migliorando nel breve termine, anche se il settore manifatturiero tedesco rimane vulnerabile alle tariffe sulle importazioni europee minacciate dal presidente Trump.
USA-EU, guerra commerciale. In risposta ai dazi del 25% imposti da Trump su acciaio e alluminio, l’UE ha annunciato misure su beni americani per un valore di 26 miliardi di euro, ma con effetto da aprile per lasciare spazio ai negoziati. I dazi saranno applicati a €8 miliardi di esportazioni americane, colpendo prodotti simbolici come whiskey, jeans e motociclette Harley-Davidson, mentre ulteriori misure per €18 miliardi potrebbero includere cosmetici, abbigliamento e prodotti agricoli. Il Regno Unito, pur deluso dalle azioni americane, non ha risposto immediatamente per non compromettere le trattative con Washington. Nel frattempo, il presidente Trump aveva anche raddoppiato al 50% i dazi su acciaio e alluminio canadesi, ma ha poi fatto marcia indietro quando il governo dell’Ontario ha sospeso la tassa del 25% sull’energia esportata negli USA, al fine di ridurre le tensioni tra i due paesi.
Leonardo Aldeghi
EUROPA OCCIDENTALE ED UNIONE EUROPEA
UE, Il Parlamento Europeo approva il piano Rearm Europe per la difesa del continente, accettando di rimanere escluso dal processo legislativo per accorciare i tempi. La risoluzione, approvata con 419 voti a favore, sollecita azioni urgenti per la sicurezza dell’UE. A sostenerla sono PPE, Renew e gran parte dei Socialisti (S&D), sebbene il PD si divida. Anche i Verdi votano a favore, tranne alcune eccezioni. Il gruppo ECR è spaccato, con Fratelli d’Italia a favore e i polacchi del PiS contrari. Lega, M5S, Sovranisti e la Sinistra europea si oppongono. Il Parlamento resta escluso dal processo legislativo per via della procedura d’urgenza voluta da von der Leyen. Il voto rappresenta un contributo al Libro bianco sulla difesa europea, atteso il 19 marzo.
UE, approvato il Critical Medicines Act. La Commissione Europea ha approvato il Critical Medicines Act, un nuovo regolamento per incentivare la produzione e la disponibilità di farmaci essenziali come antibiotici, insulina, anestetici e vaccini. L’obiettivo è ridurre la dipendenza da Cina e India, che producono il 60-80% dei principi attivi. Ogni Stato Membro dovrà adottare un piano nazionale per garantire l’approvvigionamento, modificando le regole sugli appalti pubblici per favorire il “made in Europe”. Il regolamento prevede incentivi alla produzione, diversificazione della filiera e nuove partnership internazionali. I progetti strategici beneficeranno di iter amministrativi semplificati per accelerare la loro realizzazione.
Bianca Franzini
EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA
Russia-Ucraina, l’11 marzo le delegazioni ucraine e statunitensi si sono incontrate in Arabia Saudita per discutere le condizioni di un cessate il fuoco con la Russia. Kiev ha accettato la tregua di 30 giorni proposta dagli Stati Uniti e l’accordo sulle terre rare. Washington ha quindi promesso che riattiverà immediatamente gli aiuti militari per l’Ucraina. Ora la palla passa a Putin, il quale in una conferenza stampa del 13 marzo, ha dichiarato di essere disposto ad accettare la proposta di mettere in pausa le ostilità, ma alla condizione che il cessate il fuoco porti ad una “pace a lungo termine” e che affronti “le cause alla radice della crisi”. Inoltre, Putin ha chiesto di poter discutere con Trump i dettagli di questa tregua prima di accettare, come la questione dei soldati ucraini che si trovano nella regione russa di Kursk. Mentre Zelensky ha definito l’atteggiamento di Putin “manipolatore”, nella serata del 14 marzo Trump e Putin hanno avuto una conversazione telefonica, definita da Trump “buona e produttiva”.
Russia, il Ministero della Difesa annuncia di aver preso pieno controllo di Sudzha. Si tratta dell’insediamento più grande che le forze ucraine avevano conquistato dopo l’offensiva nella regione russa di Kursk iniziata ad agosto 2024. Altri due insediamenti sarebbero tornati in mano russa, e Mosca comunica anche pesanti perdite sia militari che umane da parte ucraina. Putin ha quindi annunciato di risparmiare i soldati ucraini che deporranno le armi a Kursk, ma che devono anche decidere in fretta perché “il tempo stringe”.
Silvia Pasetto
MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)
Israele, bloccata la fornitura di elettricità a Gaza. Il ministro dell’Energia israeliano, Eli Cohen, ha dato ordine alla Israel Electric Corporation di interrompere immediatamente la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza. Questa decisione rappresenta un’escalation significativa nel conflitto tra Israele e Hamas, soprattutto in un momento in cui la tensione è già altissima a causa della presenza di 59 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. La scelta di interrompere l’elettricità avrà gravi conseguenze sulla popolazione di Gaza, poiché a essere colpiti saranno i servizi essenziali come ospedali, impianti di depurazione dell’acqua e infrastrutture di base.
Siria, conclusa l’operazione militare sulle coste. Il Ministero della Difesa siriano ha annunciato la conclusione “con successo” dell’operazione militare condotta nell’ovest del paese. L’operazione, durata diversi giorni, è stata caratterizzata da intensi combattimenti tra le forze governative e i sostenitori del regime deposto, nonché da segnalazioni di esecuzioni di massa di civili. Parallelamente, l’Iran ha espresso forte condanna per le violenze perpetrate contro le minoranze in Siria, in particolare la comunità alawita, a cui appartiene l’ex presidente Bashar al-Assad. Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha definito “ingiustificabili” gli attacchi che hanno causato la morte di centinaia di persone, sottolineando l’importanza di proteggere tutte le minoranze religiose ed etniche in Siria.
(Chiara Bertolotto)
Gaza, approvato il piano arabo per la ricostruzione. Dopo le smentite di Somalia e Somaliland riguardo la possibilità della creazione di un enclave palestinese per la popolazione di Gaza, finanziata dagli USA, il Sudan ha ritenuto inaccettabili eventuali proposte di questo genere dopo quanto ventilato di recente. Tuttavia, secondo quanto riportato da Reuters, il Sudan non avrebbe ricevuto tale proposta ma avrebbe comunque preferito silenziare eventuali rumours. Infatti secondo Associated Press, sarebbero proprio gli Stati Uniti ad aver ventilato l'ipotesi di costruire un'enclave palestinese in Africa. Nel frattempo i principali Paesi Arabi hanno adottato il piano di ricostruzione egiziano da 53 miliardi di dollari americani per ricostruire la Striscia di Gaza.
(Matteo Francescucci)
Algeria, scontro diplomatico con Parigi. la Francia e l’Algeria vivono uno dei momenti più tesi degli ultimi anni. Una serie di influencer algerini sono stati arrestati con l’accusa di fomentare la violenza sul suolo francese. Uno di questi, Boualem Naman, è stato anche espulso, ma Algeri ha rifiutato di riprenderselo e l’ha rimandato in Francia. Secondo Chawki Benzehra, oppositore del governo autocratico algerino, residente a Lione, la regia dietro questi influencer sarebbe appunto il regime di Algeri che cercherebbe così di destabilizzare la Francia usando una parte della propria diaspora in loco.
(Michele Magistretti)
Matteo Francescucci, Michele Magistretti e Chiara Bertolotto
TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE
Yemen, le tensioni nel Mar Rosso sono in aumento a causa dei recenti attacchi dei ribelli Houthi. Il 12 marzo 2025, il portavoce militare del gruppo, Yahya Saree, ha annunciato la ripresa degli attacchi contro le navi israeliane fino a quando non sarà ristabilito l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza e saranno aperti tutti i valichi di frontiera della Striscia. Questa decisione segue l’ultimatum di quattro giorni dato il 7 marzo, in cui gli Houthi avevano minacciato di riprendere le operazioni navali contro Israele se il blocco degli aiuti a Gaza non fosse stato revocato entro tale termine. In precedenza, il 5 marzo, gli Houthi hanno dichiarato di aver abbattuto un drone statunitense MQ-9 Reaper nello spazio aereo della provincia occidentale yemenita di Hodeida, accusando il velivolo di svolgere “missioni ostili”. Questi eventi sottolineano l’escalation delle tensioni nella regione, con implicazioni significative per la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso.
Incontro trilaterale a Pechino, Cina, Russia e Iran chiedono la revoca delle sanzioni sul nucleare. Il 14 marzo 2025, si è tenuto a Pechino un incontro trilaterale tra Cina, Russia e Iran per discutere della questione nucleare iraniana. I tre Paesi hanno chiesto congiuntamente agli Stati Uniti e all’Occidente di revocare le sanzioni contro Teheran legate al suo programma di arricchimento nucleare. La riunione è avvenuta dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha inviato una lettera alla Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, per riaprire i negoziati sul nucleare. Sebbene Khamenei abbia pubblicamente respinto ogni possibilità di dialogo con Washington, definendo l’amministrazione Trump un “governo prepotente”, la partecipazione dell’Iran ai colloqui con Cina e Russia potrebbe indicare una volontà di dialogo su questo tema. Cina e Russia, entrambe firmatarie dell’accordo sul nucleare del 2015 (Joint Comprehensive Plan of Action - JCPOA), hanno rafforzato i legami con l’Iran attraverso accordi energetici e cooperazione militare. I tre Paesi sono membri dell’alleanza BRICS e condividono l’obiettivo di contrastare l’influenza occidentale nella regione.
(Federica Placidi)
Somalia, attentato in un albergo nel centro del paese. Martedì scorso, un attacco terroristico contro un albergo della città di Belet Uen, nel centro del paese, ha provocato la morte di 10 persone, per lo più civili. Secondo le autorità somale, l’attacco sarebbe stato condotto dal noto gruppo terroristico di al Shabaab. Gli attentatori sono rimasti uccisi durante l’assalto all’hotel e nello scontro a fuoco con la polizia. Nello stesso albergo era in corso un vertice sulla sicurezza tra politici, funzionari di polizia e capi delle comunità locali.
Kirghizistan e Tagikistan, accordo tra i due paesi sulla definizione dei confini. L’accordo raggiunto tra le due ex repubbliche sovietiche pone fine ad una storica disputa su circa mille km di frontiera. Per effetto dello stesso, dopo 4 anni sono stati riaperti i valichi di frontiera, con l’impegno dei due paesi nel realizzare due nuove autostrade che avranno uno status neutrale. Un’intesa è stata raggiunta anche nella redistribuzione di migliaia di chilometri quadrati di praterie, dove i pascoli attorno alla città di Vorukh, un comune tagiko in territorio kirghizo, sono stati assegnati al Tagikistan, risolvendo una delle questioni più spinose dell’intera trattativa.
(Davide Shahhosseini)
Federica Placidi e Davide Shahhosseini
Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.
Antonella Franzelli: Asia ed Estremo Oriente
Alessia Boni: America Latina e Caraibi
Aurelia Puliafito: Africa Sub-Sahariana
Bianca Colli: America del Nord
Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea
Caterina De Rosa: America del Nord
Chiara Bertolotto: Medio Oriente e Nord Africa
Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale
Federica Placidi: Terrorismo e Sicurezza Internazionale
Francesco Oppia: Asia ed Estremo Oriente
Giovanni Ferrazza: America del Nord
Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana
Gonzalo Pereyra: Terrorismo e Sicurezza Internazionale
Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale
Lorenzo Graziani: America del Nord
Lucas Torres: America Latina e Caraibi
Matteo Francescucci: Medio Oriente e Nord Africa
Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa
Nicole Mancinelli: America Latina e Caraibi
Ratì Mugnaini Provvedi: Asia ed Estremo Oriente
Silvia Pasetto: Europa Centro-Orientale e Russia
Valeria Picciolo: Asia ed Estremo Oriente
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L'Autore
Redazione
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