Framing The World, Edizione LXXXVII

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  Redazione
  04 luglio 2022
  21 minuti, 58 secondi

Framing The World, Edizione LXXXVII

Nel nuovo numero di Framing The World ci occupiamo della questione migratoria, con le stragi tra Spagna e Marocco e quella in Texas. Descriviamo inoltre le ultime notizie dal summit della NATO, insieme alla questione del diritto all’aborto che è stato rovesciato negli USA. Tutto questo e molto altro nel 87° numero di Framing the World!

DIRITTI UMANI

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

AFRICA SUB SAHARIANA

AMERICA DEL NORD

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE


DIRITTI UMANI

Marocco/Spagna, strage di migranti a Melilla. Il 24 giugno, 37 migranti hanno perso la vita a Melilla, enclave spagnola in Marocco. A denunciare la strage è stata l’Associazione Marocchina dei Diritti Umani che ha diffuso video e foto di persone – vive e morte – ammassate per terra sotto la sorveglianza della polizia marocchina. La stessa ONG ha anche riferito che le autorità marocchine stanno seppellendo i corpi senza vita in alcune fosse comuni senza alcuna indagine, senza identificazione né autopsia. A scatenare la violenza delle autorità spagnole e marocchine è stato il tentativo di circa 2.000 persone di scavalcare la recinzione nel tentativo disperato di raggiungere la Spagna e ottenere protezione internazionale. Dopo che la situazione è tornata alla normalità, le autorità spagnole hanno confermato che 133 migranti sono riusciti ad entrare in territorio spagnolo. Nel frattempo, il Comitato per la protezione dei lavoratori migranti dell’ONU ha chiesto a Spagna e Marocco di indagare sulla strage.

Turchia, quasi 400 arresti al Pride di Istanbul. Il 26 giugno, la polizia turca ha fermato 373 persone durante il gay pride e le ha rilasciate durante la notte dopo aver passato ore in caserma. Tra gli arrestati anche giornalisti e fotografi che stavano documentando l’evento. Dal 2015, infatti, la marcia è bandita dalle autorità locali per motivi di sicurezza. All'ultimo Pride a Istanbul, svoltosi nel 2014, avevano partecipato oltre 100.000 persone. Quest’anno, nonostante il divieto e i sette anni di violenze dalla parte della polizia turca nei confronti della comunità LGBT, gli attivisti hanno deciso di scendere in strada per protestare e commemorare i 30 anni dal primo Pride di Istanbul. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, ha da subito condannato la repressione. “I diritti umani delle persone LGBT che vivono in Turchia devono essere protetti efficacemente,” ha detto in una dichiarazione.

Usa, la Corte Suprema annulla la sentenza Roe vs Wade. Il 24 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha abolito la sentenza Roe vs Wade che dal 1973 garantiva la tutela costituzionale del diritto all’aborto. La decisione – approvata con 6 voti a favore e 3 contrari - era già nell’aria dal momento in cui, nel maggio scorso, era stata pubblicata una bozza redatta dal giudice repubblicano Samuel Alito in cui emergeva la volontà della Corte di annullare la sentenza. Dopo la pubblicazione dell’abrograzione, 9 stati hanno emanato leggi che hanno vietato fin da subito l’aborto nella gran parte dei casi. Ci sono poi altri 9 stati che stanno ancora discutendo della possibilità di vietare, o comunque limitare, il diritto all’interruzione di gravidanza. Nel caso in cui anche quest’ultimi dovessero porre delle limitazioni, sarebbero più di 37 milioni le donne che non potranno ottenere l’accesso all’aborto nello stato in cui vivono.



Lorenzo Franceschetti



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Wall Street, cali record. É stata una prima metà dell’anno davvero terribile per le borse americane, strette tra inflazione, guerra e una possibile futura recessione. L’S&P 500 ha perso il 20,6%, il peggior risultato dal 1970; il Dow Jones il 15,3%, il dato peggiore dal 1962; mentre il Nasdaq (-29,5%) registra il peggior dato di sempre. Anche l’ultima settimana di giugno si è chiusa in rosso, del 2,2% per l’S&P e del 4,3% per il Nasdaq, colpita dalla revisione del pil del primo trimestre da -1,5 a -1,6% e dalle parole di Powell, che in audizione al Congresso ha confermato la possibilità - non molto probabile secondo lui vista la forza dell’economia statunitense - di una recessione causata dall’aumento dei tassi di interesse, avvisando, inoltre, che perdere il controllo dell’inflazione causerebbe ancora più danni.



Cibo, calano i prezzi. La guerra tra Russia e Ucraina, due tra i maggiori esportatori di derrate agricole, ha scatenato rialzi record per grano (+70%), olio di palma (+45%), mais (+40%) e soia (+30%). I picchi toccati a metà maggio sembrano però solo un ricordo lontano grazie ai buoni raccolti previsti in Russia e Stati Uniti che portano i prezzi ai minimi da gennaio, mentre l’olio di palma ha azzerato tutti i guadagni ed è entrato in un “bear market” grazie all’aumento delle esportazioni indonesiane. Gli analisti ritengono che il peggio dovrebbe essere già passato, anche se il blocco degli export ucraini attuato dalla Russia e l’imprevedibilità delle condizioni meteo sono eventi che potrebbero rialzare i prezzi in futuro.

Europa, l’inflazione sale ancora. Nonostante i dati “positivi” della Germania, dove per la prima volta dopo mesi si è registrato un calo (da 8,5% a 8,2%), i numeri degli altri paesi Euro non sono affatto incoraggianti, con la Francia che rispetta le previsioni e metta a segno un nuovo record a +6,5%, l’Italia che va ben oltre le attese con un +8.0% (a maggio era +6,8%) e la Spagna che diventa la prima grande economia europea ad andare in doppia cifra (+10% contro l’8,7 previsto). Nell’area euro, il dato di giugno è +8.6%, lievemente sopra le previsioni. In tutto questo, la BCE si riunirà il 21 luglio per dare il via libera al primo rialzo dei tassi d’interesse dopo 11 anni, che dovrebbe essere di 25 bps ma che potrebbe sorprendere al rialzo.

Petrolio, quale scenario? Le tiepide prospettive che le principali economie si trovano a vivere mettono sotto pressione il prezzo del petrolio che, data la previsione di una recessione - anche se lieve -, quest’anno o il prossimo, dovrebbe vedere calare la propria domanda. Nelle ultime settimane, il barile (Brent) è oscillato tra i 108 e i 114$, a seconda che l’attenzione fosse alle previsioni economiche o, ad esempio, alla decisione OPEC di non aumentare la produzione di agosto oltre quanto già stabilito dal cartello. Tuttavia, è troppo presto per prevedere il necrologio dell’oro nero, dato che le sanzioni allo studio contro il greggio russo nella forma di un price cap, secondo JP Morgan, potrebbero comportare in risposta un taglio alla produzione russa: -3 milioni di barili farebbero schizzare il prezzo a 190$, mentre nel caso peggiore (per noi), ovvero -5 milioni di barili, un livello comunque sostenibile per l’economia russa, manderebbe il prezzo a $380.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Etiopia-Sudan, morti 7 soldati sudanesi e un civile al confine. La disputa per alcune aree di confine tra Etiopia e Sudan si sta inasprendo nell’ultimo anno, in particolare per quanto riguarda l’importante zona agricola di al-Fashaqa. Sarebbero infatti 7 i soldati sudanesi uccisi nella giornata di domenica 26 giugno, assieme anche ad un civile sempre di origini sudanesi. Il governo di Khartoum ha diramato subito un comunicato che parla di “ripercussioni” e taccia le uccisioni come un “atto di codardia”. Dall’altro lato il governo etiope ha confermato le uccisioni bollando come un “tragico incidente” sperando che il Sudan si trattenga dall’intraprendere misure che possano portare ad una escalation delle violenze.

Ghana, la crisi economica costringe Accra a rivolgersi al FMI. Una delle economie più importanti dell’Africa Occidentale ha cambiato idea e ha richiesto un confronto con il Fondo Monetario Internazionale per discutere in merito ad un pacchetto di supporto all’economia. Il governo ghanese, dunque, si incontrerà giovedì prossimo dopo la conversazione tra il presidente Nana Akufo-Addo e la direttrice operativa del FMI Kristalina Georgieva. L’economia ghanese difatti è stata messa gravemente in pericolo dalla pandemia che ha accentuato l’impennata dell’inflazione e portato ad un deprezzamento del Cedi Ghanese. Si tratta dunque di un dietrofront piuttosto significativo quello del Ghana che fino ad ora ha sempre rifiutato l’idea di sottoporsi all’aiuto del FMI, il quale ha dichiarato di essere disposto a supportare il paese per quanto riguarda la stabilità macroeconomica e la sostenibilità del debito.

Mali, la giunta militare firma una nuova legge elettorale. Venerdì scorso il governo militare del Mali ha firmato e approvato una nuova legge elettorale che segna un passo significativo per il ritorno ad un governo costituzionale. La nuova legge permetterà ad Assimi Goita stesso e ad altri esponenti della giunta militare di candidarsi per le elezioni, al momento previste nel 2024. La decisione è probabilmente una risposta alle numerose e significative pressioni internazionali ma soprattutto regionali. Si tratta infatti di un ulteriore tentativo di distensione da parte del governo con l’obiettivo di allentare quelle sanzioni imposte a Bamako da parte del blocco regionale di ECOWAS.

Mozambico, una nuova ondata di violenza Jihadista a Cabo Delgado. In seguito ad una fase di lieve distensione, nella regione settentrionale di Cabo Delgado, in Mozambico, le violenze di matrice jihadista sono nuovamente tornate ad imperversare. Stando al report di Save The Children, i nuovi maltrattamenti avrebbero obbligato la fuga di più di 30.000 bambini, il numero più alto mai registrato dal 2017, anno in cui i movimenti jihadisti hanno cominciato le azioni di destabilizzazione. Tra il 23 e il 26 giugno, infatti, gruppi di uomini armati hanno attaccato ed effettuato incursioni in zone vicino all’importante città di Mocimboa da Praia. In tutto sono stati segnalati sette attacchi di natura jihadista, tre dei quali sono stati rivendicati anche dall’ ISIS.

Giulio Ciofini




AMERICA DEL NORD

La Corte suprema limita poteri Epa su emissioni. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha limitato i poteri dell’Epa (l’Agenzia per la protezione ambientale) per ridurre l’emissione di gas serra delle centrali elettriche. Secondo la Corte Suprema, l’Epa non ha l’autorità per imporre degli standard di emissione alle centrali elettriche esistenti, che sarebbe invece in mano al Congresso.

Usa, delusione dopo i colloqui di Doha: "Nessun progresso". Gli Stati Uniti si dicono "delusi" per i negoziati indiretti con l'Iran sull'energia nucleare, compiuti a Doha, dove "non sono stati compiuti progressi" secondo Washington, che considera "completato" questo ciclo di scambi. L'inviato americano per l'Iran, Robert Malley, e il negoziatore iraniano Ali Bagheri avevano aperto martedì nella capitale del Qatar colloqui indiretti tramite l'Ue nell'ottica di sbloccare l'impasse sui negoziati di Vienna sul nucleare iraniano.

Blinken a Abu Mazen: impegnati per soluzione due Stati. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha interloquito con il presidente palestinese Abu Mazen, discutendo dell'imminente viaggio del presidente Joe Biden in Medio Oriente.

A riferire il colloquio è stato il dipartimento di Stato in una nota. Blinken ha sottolineato "l'impegno degli Stati Uniti per migliorare la qualità della vita del popolo palestinese in modi concreti e il sostegno dell'amministrazione per una soluzione negoziata a due stati".

Federico Pani

AMERICA LATINA

Ecuador, è la fine delle proteste. Il 13 giugno in Ecuador era stato indetto il paro nacional indefinido dalla Conaie, la confederazione delle nazionalità indigene. Lo sciopero è andato avanti per 18 giorni fino a quando è stato raggiunto un accordo tra l’associazione ed il governo di Guillermo Lazzo. L’accordo prevede una riduzione dei prezzi dei combustibili di 15 centesimi sul dollaro, degli aiuti economici alle famiglie delle classi meno abbienti, e l’impegno da parte del governo di non approvare concessioni petrolifere e minerarie nelle riserve naturali. Lo sciopero ha bloccato il Paese per quasi tre settimane, e la repressione violenta dalla parte della polizia ha causato diversi morti e feriti.

Colombia, Petro è il primo Presidente di sinistra. In Colombia le ultime elezioni hanno segnato una svolta storica: per la prima volta il popolo ha eletto un Presidente di sinistra. Il candidato del Pacto Histórico ha battuto il rivale populista Hernandez, raccogliendo insieme alla sua vice Francia Marquez il 50% dei voti, mentre lo sfidante si ferma al 47%. Il neo-Presidente, ex sindaco di Bogotà, ha un passato da guerrigliero militante nell’organizzazione M-19. L’elezione di Petro sposta ancora di più l’asse dei governi regionali sudamericani verso sinistra, un processo che è iniziato tempo fa e si potrebbe concludere con l’elezione di Lula in Brasile ad ottobre.

Migranti, almeno 50 morti alla frontiera statunitense. Il 27 giugno almeno 50 persone migranti sono state trovate morte asfissiate a bordo di un camion vicino San Antonio in Texas (USA). Le persone provenivano dalla frontiera con il Messico, e anche Guatemala ed Honduras hanno rivendicato alcune delle vittime. Il presidente messicano Lopez Obrador ha dichiarato che la causa di queste tragedie è il traffico di persone. Il Procuratore Generale del Messico ha annunciato che aprirà un’indagine sui fatti.

Ludovica Costantini

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, le borse volano. Se Wall Street ha vissuto uno dei peggiori semestri della propria storia e quasi tutti gli altri mercati hanno pagato gli aumenti dei tassi d’interesse, dall’altra parte del pacifico c’è un mercato che sorride nonostante i timori legati al rallentamento dell’economia e alle severe misure restrittive contro il Coronavirus: quello cinese. Dai minimi toccati ad aprile, l’indice CSI 300 è salito di circa il 19%, una delle migliori performance mondiali, inizialmente grazie al sostegno monetario della banca centrale cinese e ad alcuni segnali provenienti da Pechino che avrebbe ammorbidito la propria posizione verso i giganti tecnologici, e negli ultimi giorni dall’alleggerimento delle misure anti-Covid. Si prevede tuttavia che il Paese faticherà a raggiungere l’obiettivo di crescita del 5,5%, e più probabilmente si fermerà tra il 2 e il 3%, anche se i dati ufficiali potrebbero mostrare diversamente.

(Leonardo Aldeghi)

Sri Lanka, introdotto il divieto di vendita di benzina e diesel per veicoli privati. Lo Sri Lanka non ha abbastanza valuta estera per pagare le importazioni, compresi benzina e diesel. Di conseguenza, ferma le vendite di carburante alla gente comune fino al 10 luglio. Si tratta del primo Paese ad adottare una misura tale dagli anni ’70. La nazione dell’Asia meridionale sta affrontando una crisi economica gravissima che porta carenza di beni essenziali come cibo e medicine; l’inflazione è ora al 30%, ci sono state interruzioni di corrente, e la mancanza di medicinali è tale da aver portato il sistema sanitario sull’orlo del collasso. Negli ultimi mesi le proteste si sono diffuse in tutta l’isola.

(Ludovica Costantini)

Indonesia, il governo passa una legge per creare nuove province in Papua. Giovedì 30 giugno il Parlamento indonesiano ha approvato una legge per creare tre nuove province nella regione della Papua, una mossa che i critici temono possa minare la posizione della popolazione indigena dell’area e minacciare i poteri dell’autonomia speciale. La regione orientale della nazione del sud-est asiatico, attualmente divisa tra Papua e Papua occidentale, sarà ora divisa in cinque province, con l’aggiunta di Papua meridionale, Papua centrale e Papua delle Highlands. Il governo sostiene che la decisione contribuirà a stimolare lo sviluppo, migliorare la fornitura di servizi pubblici e creare maggiori opportunità per i papuani di diventare dipendenti pubblici nell’area ricca di risorse che rimane una delle regioni più povere del Paese.

(Ludovica Costantini)

Cina, Xi a Hong Kong per la celebrazione dei 25 anni dal ritorno della città alla Cina. Lo scorso giovedì 30 giugno il presidente Xi Jinping si è recato a Hong Kong per celebrare i 25 anni dal ritorno della città alla Cina, avvenuto il 1° luglio 1997 e concludendo così 156 anni di sovranità coloniale del Regno Unito. Oltre a essere la sua prima visita presidenziale fuori dalla Cina continentale dall’inizio della pandemia, è anche la prima volta dal 2017 che il presidente cinese visita l’ex colonia britannica. Durante la sua visita, Xi ha elogiato Carrie Lam, la governatrice uscente della regione amministrativa speciale in vista dell’inizio del mandato di John Lee, iniziato ufficialmente il 1° luglio. In un breve discorso tenutosi al suo arrivo nella città, Xi ha ribadito l’intenzione di Pechino di mantenere la politica conosciuta come “one country, two systems” per assicurare la prosperità e stabilità di Hong Kong a lungo termine.

(Laura Salvemini)

Leonardo Aldeghi, Ludovica Costantini e Laura Salvemini

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Scozia, nuovo referendum per l’indipendenza? A fine giugno, Nicola Sturgeon, la prima ministra della Scozia, ha confermato che il governo scozzese ha lavorato a un progetto di legge che consentirebbe di indire un secondo referendum per la secessione dal Regno Unito. Il referendum dovrebbe tenersi il 19 ottobre 2023. Lo stesso quesito era stato respinto nel 2014. Sturgeon ha annunciato la possibilità del nuovo referendum quando la regina Elisabetta si trovava a Edimburgo. Il percorso verso il referendum sarà molto complicato, anche perché il primo ministro britannico Boris Johnson non sembra intenzionato a voler concederne un secondo.

Consiglio dell’Unione Europea, comincia la presidenza ceca. Poco prima dell’inizio ufficiale della presidenza ceca, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e il premier della Repubblica Ceca Per Fiala si sono incontrati a Praga per discutere quali saranno i piani di lavoro del Consiglio durante i sei mesi della nuova presidenza dopo quella francese. Questa presidenza si concentrerà su cinque settori in particolare: la gestione della crisi dei rifugiati e dell’Ucraina; la sicurezza energetica; la resilienza strategica dell’economia europea e delle istituzioni democratiche; infine il rafforzamento delle capacità di difesa dell’Unione. Michel e Fiala hanno inoltre parlato di un vertice informale del Consiglio che si dovrebbe tenere il prossimo ottobre.

Unione Europea, stop ai pesticidi. A fine giugno è stata presentata dalla Commissione europea una proposta di regolamento sui pesticidi chimici. La Commissione ha proposto di dimezzare entro il 2030 l’uso di questi pesticidi, nell’ottica di salvaguardare la natura e la sua biodiversità. I Paesi membri dovranno fissare obiettivi che restino all’interno di specifici e definiti parametri che consentano di raggiungere l’obiettivo in tutta l’Unione Europea. Si tratta di una proposta importante che mira a preservare l’ambiente e la salute delle aree urbane e non.

Bianca Franzini

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Armenia, dopo decenni di cattivi rapporti con la Turchia, il paese apre ad un possibile accordo per l’apertura delle frontiere. Durante la conferenza stampa del primo luglio, il ministro degli affari esteri turco ha dichiarato di voler stipulare un accordo congiunto con l’Armenia, atto a permettere il libero movimento di visitatori da un paese all’altro. Inoltre, i rappresentanti dei due stati hanno dichiarato di essere d’accordo nell’includere anche il commercio aereo all’interno dell’accordo. Seppur l’intenzione di Armenia e Turchia sembrerebbe di "normalizzare" i loro rapporti, storicamente segnati da gravi tensioni, è necessario non ignorare un piccolo ma importante particolare: le dichiarazioni della conferenza stampa hanno precisato che tali intenzioni e accordi stanno prendendo forma in assenza di alcuna precondizione, lasciando spazio a dubbi e curiosità sul loro eventuale lieto fine.

Ucraina, gli Stati Uniti annunciano nuovi aiuti militari, incluso nuovi missili terra-aria. Dal momento che la Russia ha iniziato ad usare truppe e artiglieria più avanzate nel corso delle ultime settimane della sua invasione dell’Ucraina, gli USA sono pronti ad inviare equipaggiamento militare in grado di contrastare le tattiche militari russe. Tra i vari sistemi difensivi di ultima generazione inviati, alcuni tra gli strumenti più interessanti sono i NASAMS, sistemi missilistici terra-aria. La loro funzione, oltre che ad essere abbastanza ovvia, sembrerebbe anche altamente utile in una situazione come quella dell’esercito Ucraino che ad oggi sta soffrendo particolarmente gli attacchi provenienti dal cielo. Ciò è deducibile anche analizzando più attentamente le tipologie di armamenti che compongono il nuovo pacchetto di aiuti: la seconda più grande minaccia posta dall’esercito russo sono infatti gli attacchi missilistici a lungo raggio. Per questo motivo, gli USA forniranno ulteriori munizioni per gli High Mobility Artillery Rocket Systems (HIMARS).

Rosario Giorgio Maria Saffioti



MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Libano, tentativi di formazione del governo Miqati. A seguito delle elezioni politiche dello scorso maggio – le quali hanno reso il parlamento ancora più frammentato – il premier incaricato Najib Miqati ha iniziato le consultazioni parlamentari per la creazione di un nuovo esecutivo capace di traghettare il Paese fuori dalla crisi economico-finanziaria in cui naviga ormai da tre anni. Miqati ha dichiarato che la priorità del suo governo è giungere ad un accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e gli Stati donatori in modo da rilanciare il sistema produttivo e sociale libanese, dopo decenni di malgoverno, corruzione e clientelismo. Si tratta di un’impresa ardua, in quanto molte forze politiche hanno boicottato le consultazioni: le Forze libanesi di Samir Geagea, le Falangi di Sami Gemayel e il Partito socialista progressista di Walid Jumblat insieme a 13 deputati indipendenti (“del cambiamento”) non hanno partecipato alle votazioni dei futuri ministri, a differenza delle formazioni sciite di Amal ed Hezbollah. Forte scetticismo si rileva invece tra la società civile, la quale non pensa che un quarto mandato di Miqati possa portare ad una riforma strutturale del Libano.

(Sara Oldani)

Tunisia, pubblicata la bozza costituzionale. Il 30 giugno è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il progetto della nuova Costituzione tunisina, esito di consultazioni “popolari” su piattaforma online come indicato dall’attuale Presidente della Repubblica Kais Saied. Suddetta bozza sarà vagliata dai cittadini il 25 luglio per mezzo di un referendum, il quale non prevede un quorum né una fase successiva qualora prevalgano i “no”. Si tratta in ogni caso di un passaggio importante per la storia politica tunisina, in quanto si andrebbe a mettere nero su bianco il nuovo equilibrio di poteri, palesemente sbilanciato nei confronti del Presidente. Le difficoltà politiche, economiche e sociali – il cui capro espiatorio risulta essere il partito dell’islam politico Ennahda – secondo l’ottica di Saied e i suoi sostenitori, possono essere risolte con l’adozione di un sistema di tipo presidenziale, con un ruolo forte e determinante del Presidente della Repubblica che nominerebbe un capo di governo senza necessità di assicurarsi la fiducia del Parlamento. Inoltre, in base al draft costituzionale, verrebbe ridimensionato il potere sia del Parlamento, affiancato da un “Consiglio nazionale, regionale e territoriale”, sia della magistratura che deterrebbe di una mera “funzione”. Il rischio di una deriva autoritaria è nell’aria, ma buona parte dei tunisini appoggia il Presidente in quanto ritiene che il sistema di pesi e contrappesi democratici della Costituzione del 2014 non abbia funzionato.

(Sara Oldani)

Turchia, il bastione NATO dall’interno. L’ultima settimana ha visto la Turchia al centro della questione relativo all’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica. Dopo paventate concessioni in termini di armamenti e margini di manovra da Washington, l’incontro di Madrid ha sancito il via libera del governo turco alla procedura di richiesta d’adesione dei due Paesi Scandinavi. Nelle cronache è spiccata la disputa relativa alla diaspora curda in Europa, cui Ankara guarda con preoccupazione per la presenza di figure legate all’organizzazione terroristica del PKK. Senza dubbio punto rilevante, e probabile mossa vincente – quantomeno per l’immagine esterna della Turchia – è al contempo rischiosa su due fronti. Primo, l’apertura statunitense è arrivata per voce di Biden, ma sarà il Congresso a determinarne il destino. Secondo, la riemersione di discorsi legati alla causa curda rischiano di rappresentare una nuova carta che, se l’opposizione interna saprà manipolare, potrebbe drenare voti e consensi all’attuale alleanza di governo.

(Samuele Abrami)



Samuele Abrami e Sara Oldani




TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Ucraina, attacco missilistico russo nel villaggio di Sergiyivka. E’ di 20 persone il bilancio delle vittime del raid missilistico nella regione di Odessa, quest’ultima nuovo obiettivo delle Forze armate russe. Oleksiy Arestovich, consigliere del Presidente ucraino Zelensky, ha dichiarato che la risposta militare nei confronti di Mosca non si farà attendere. Quello di Sergiyivka è il secondo violento attacco, gli stessi avvenuti nel giro di pochi giorni, da parte dell’Esercito russo nei confronti di target civili: solo 3 giorni fa un centro commerciale della provincia di Kremenchuk, nell’Ucraina centrale, è stato colpito da missili russi causando 18 morti.

(Davide Shahhosseini)

Italia, maxi operazione antiterrorismo della DIGOS di Genova: 14 arresti. L’operazione, condotta dalla Digos del capoluogo ligure e gestita dal Servizio per il contrasto all’estremismo e terrorismo esterno della Polizia di Stato, ha portato alla luce l’esistenza di una rete terroristica operante tra l’Italia e altri Paesi europei, tra i quali Francia e Spagna. L’indagine ha avuto inizio quando, nell’aprile dello scorso anno, ha fatto rientro in Italia uno dei principali indagati che due mesi prima era stato arrestato in Francia per possesso di armi e oggetti atti ad offendere. Gli accusati, tutti cittadini pakistani, erano parte del circuito relazionale diretto di Hassan Zaher Mahmood, il 27enne pakistano che il 25 settembre 2020, a Parigi, ha compiuto un attacco nei pressi della ex sede della rivista satirica Charlie Hebdo.

(Davide Shahhosseini)

NATO, storico rafforzamento dell’alleanza. Il summit di Madrid segna una svolta decisiva negli orientamenti strategici e difensivi dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico: lo “Strategic Concept 2022” si discosta enormemente da quelli precedenti, redatti in tempo di pace. L’aggressione russa contro l’Ucraina – ormai in atto da febbraio – ha ridato linfa vitale ad un’alleanza che sembrava superata a seguito della Guerra Fredda. Le novità sostanziali, a parte l’ingresso di nuovi membri come Svezia e Finlandia, riguarderebbero un aumento della spesa in armamenti (in tutti i domini, compreso quello cyber) e della prontezza reattiva. Inoltre, i quadranti strategici non si fermano al territorio europeo, ma comprendono anche l’Indo Pacifico, con attenzione particolare alla “sfidante” Cina, e l’Africa e il Sahel per le conseguenze in termini di sicurezza sul bacino del Mediterraneo e non solo.

(Sara Oldani)

Davide Shahhosseini e Sara Oldani




Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Agnese Marchesini: Asia ed Estremo Oriente

Andrea Ghilardi: Africa Sub-Sahariana, Europa Occidentale e Unione Europea

Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea

Chiara Giovannoni: Diritti Umani

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Elisa Maggiore: America Latina

Emanuele Volpini: America del Nord

Federico Pani: America del Nord

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Laura Salvemini: Asia ed Estremo Oriente

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Lorenzo Franceschetti: Diritti Umani

Ludovica Costantini: America Latina

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Rosario Giorgio Maria Saffioti: Europea Centro-Orientale e Russia

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa, Terrorismo e Sicurezza internazionale

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