Framing The World, Edizione CXXIII

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  Redazione
  22 gennaio 2024
  19 minuti, 33 secondi

Framing The World, Edizione CXXIII

Nel nuovo numero di Framing torniamo a soffermarci sulle varie dinamiche interconnesse al conflitto tra Israele e Hamas, dalle mosse dell’Unione Europea alle iniziative di Biden. Sul fronte asiatico analizziamo le recenti elezioni a Taiwan. Venendo al continente americano, riportiamo il deterioramento della situazione securitaria ad Haiti a causa delle gang. Tutto questo e molto altro nel 118° numero di Framing the World!



DIRITTI UMANI

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

AFRICA SUB SAHARIANA

AMERICA DEL NORD

AMERICA LATINA

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

EUROPA ORIENTALE E RUSSIA

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE


DIRITTI UMANI

Andorra, assoluzione dell'Attivista per i Diritti all'Aborto. Il 17 gennaio, il tribunale di Andorra ha emesso un verdetto di assoluzione dalle accuse di diffamazione per Vanessa Mendoza Cortés, attivista per i diritti all'aborto. Cortés, presidente dell'organizzazione Stop Violence, era stata accusata di diffamazione penale per aver espresso preoccupazioni sul divieto totale di aborto in Andorra durante una riunione del Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW) nel 2019. Molte organizzazioni per i diritti delle donne hanno accolto con favore la decisione e hanno esortato le autorità di Andorra a evitare intimidazioni future nei confronti di Mendoza Cortés, sottolineando il suo legittimo impegno per i diritti umani.

(Lorenzo Franceschetti)

Kirghizistan, repressione sui media indipendenti. In un comunicato congiunto, otto gruppi per i diritti umani – tra cui Human Rights Watch - hanno esortato le autorità kirghise a ritirare le accuse di "propaganda di guerra" e "invito al disordine di massa" contro diversi organi di informazione indipendenti. Tra il 15 e il 16 Gennaio 2024, le autorità kirghise hanno fatto irruzione nelle sedi di diversi media indipendenti, confiscando attrezzature e trattenendo alcuni giornalisti per interrogarli. Negli ultimi anni, i media indipendenti, i giornalisti e altre persone critiche nei confronti delle politiche del governo kirghiso hanno dovuto affrontare crescenti pressioni, tra cui casi penali politicamente motivati, arresti e incarcerazioni. A seguito di questi eventi, le organizzazioni per i diritti umani hanno esortato l'UE e altri attori internazionali a considerare il rispetto della libertà di espressione come elemento chiave nei loro rapporti con il Kirghizistan.

(Lorenzo Franceschetti)

Gaza, l'appello delle Nazioni Unite per un intervento urgente. Funzionari di alto livello delle Nazioni Unite, in visita alla Striscia di Gaza, lanciano l'allarme su una situazione umanitaria disastrosa. La popolazione, immersa in carenze, paura e rabbia diffusa, è descritta come vivendo in una "pentola a pressione nel caos totale". I continui bombardamenti israeliani accentuano la tragedia, con decine di vittime nelle ultime ore. Philippe Lazzarini dell'UNRWA sottolinea il peggioramento delle condizioni, mentre Ted Chaiban dell'UNICEF afferma che la Striscia di Gaza è ora "il posto più pericoloso al mondo per essere un bambino". Nella Cisgiordania, la disperazione cresce in modo palpabile. Gli appelli delle Nazioni Unite richiedono un intervento urgente e umano per affrontare la crisi, garantendo i diritti umani e la sicurezza civile.

(Sofia Ena)



Sofia Ena e Lorenzo Franceschetti



AFRICA SUB SAHARIANA

Repubblica Democratica del Congo, comincia il ritiro della missione MONUSCO. Il 13 gennaio, nel corso di una conferenza stampa, il ministro degli esteri congolese Christophe Lutundula ha annunciato l’inizio del graduale ritiro della missione MONUSCO. Avviata dalle Nazioni Unite nel 1999 al fine di stabilizzare la zona orientale del paese con il nome di Monuc, la missione ha poi cambiato nome nel 2010. I militari coinvolti sono 13 500, a cui si aggiungono duemila poliziotti: il loro ritiro totale - la cui ragione è da attribuirsi alle crescenti tensioni tra i caschi blu e la popolazione, che accusa i primi di non fare abbastanza per proteggerli dagli attacchi dei gruppi armati locali e stranieri- è previsto per la fine del 2024.

Nigeria, la polizia afferma che lo slogan “No gree for anybody” potrebbe essere un messaggio di ribellione. Una frase in pidgin english, lingua franca utilizzata in tutta l’Africa occidentale, che significa non lasciarti intimidire o ingannare, è divenuta oggetto di dibattito da quando la polizia ha affermato che potrebbe trattarsi di un messaggio di ribellione. Lo slogan era diventato virale sin dall’inizio dell’anno proprio in virtù del suo significato di resilienza. Il portavoce della polizia, Olumuyiwa Adejobi, ha lanciato un avvertimento sul suo potenziale sovversivo: “L’intelligence ci ha comunicato che questo slogan proviene da un settore rivoluzionario della popolazione che potrebbe causare problemi in tutto il paese”. Tuttavia, a poche ore di distanza dalla dichiarazione di Adejobi, il direttore della comunicazione della difesa, il generale Edward Buba ha usato le parole “no gree for terrorists” per promettere ai nigeriani che l’esercito ce la metterà tutta per riportare la sicurezza nel paese.



Aurelia Puliafito


AMERICA DEL NORD

Stati Uniti d’America, continua lo scontro sui fondi all’Ucraina. Il Presidente americano Joe Biden questo venerdì ha firmato una misura per stabilizzare il bilancio del governo americano, ma ancora una volta i fondi verso l’Ucraina sono stati congelati. Anche a seguito dell’incontro organizzato da Biden il mercoledì per discutere con i Repubblicani, che stanno mantenendo in “ostaggio” i fondi verso l’Ucraina per ottenere un maggiore controllo dei confini meridionali e dell’immigrazione, la classe politica americana non è riuscita a raggiungere un compromesso, anche se il leader democratico del Senato, Chuck Schumer, è rimasto contento delle trattative. “Una volta che il Congresso avrà evitato lo shutdown” ha dichiarato Schumer, “cercherò di portare il Senato a legiferare sull’aumento della nostra Sicurezza Nazionale il prima possibile”. Il portavoce della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Mike Johnson, è però rimasto fermo nella sua richiesta: “Comprendiamo le preoccupazioni sulla sicurezza, la protezione e la sovranità dell’Ucraina” ha dichiarato dopo il meeting alla Casa Bianca, “ma i cittadini americani hanno queste stesse preoccupazioni riguardo la nostra sicurezza nazionale”.

Stati Uniti d'America, Biden e Netanyahu sul futuro di Gaza. Dopo la telefonata con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu avvenuta il 19 gennaio, il Presidente americano Joe Biden ha confermato la possibilità della creazione di uno Stato palestinese demilitarizzato nel dopoguerra. La telefonata, la prima vera occasione di dialogo tra i due leader da un mese, arriva dopo la dichiarazione di Netanyahu riguardo l’intenzione di non appoggiare la creazione di uno Stato palestinese per il dopo guerra, avvenuta durante una conferenza stampa. Quando però, a seguito della telefonata, gli è stato chiesto se la creazione di due Stati distinti fosse impossibile anche durante la carica di Netanyahu, Biden ha risposto “no, non lo è”, assicurando che il premier israeliano non sia contrario a tutte le possibili politiche dei “due Stati”. Questo cambio di rotta risulta estremamente importante, soprattutto a seguito del viaggio del Segretario di Stato americano Antony Blinken che ha evidenziato come gli Stati arabi siano più che pronti ad affrontare il problema di Gaza, ma solo attraverso un approccio regionale indirizzato alla creazione di uno Stato palestinese. Bisognerà tenere conto dell’indirizzo della maggioranza parlamentare israeliana - orientata su uno stretto rifiuto dell’idea di uno Stato palestinese in qualsiasi forma - e delle ripercussioni sulla tenuta di Bibi come primo ministro di Israele.

Lorenzo Graziani



AMERICA LATINA

Ecuador, l’emergenza della criminalità. L’America Latina e in particolare l’Ecuador hanno acquisito negli ultimi anni una sempre maggiore centralità per il narcotraffico. Sono proprio questi gruppi criminali, sempre più numerosi e violenti, che hanno preso d’assalto l’Ecuador nelle ultime settimane. L’aumento di attentati, saccheggi, uccisioni e i cyber-attacchi, hanno portato il neo presidente Noboa a dichiarare il “conflitto armato interno” portando alla chiusura di uffici e scuole, attuando un blocco dei trasporti e imponendo un coprifuoco serale. Tra i piani in campagna elettorale di Noboa c’era e ci sarà l’attuazione del piano Phœnix proprio a questo fine. Infatti, il piano, in collaborazione con gli Stati Uniti, consisterà in un rafforzamento in materia di sicurezza pubblica attraverso la creazione di una nuova equipe di intelligence.

(Serena Basso)

Cile e Messico, richiesta alla Corte penale internazionale un’indagine per i crimini di Gaza. Nella giornata di giovedì 18 gennaio, i governi di Santiago del Cile e Città del Messico hanno fatto ricorso alla Cpi dell’Aia per investigare su possibili commessi nel quadro del conflitto tra Israele e Hamas. Come dichiarato in una nota dal ministero delle relazioni estere messicano, l’appello è stato presentato «a causa di una crescente preoccupazione per la recente escalation di violenza, soprattutto contro i civili». La richiesta dei due stati latinoamericani si pone in continuità con quella del Sudafrica, che però si era rivolto alla Corte internazionale di giustizia per denunciare i crimini di Israele nei confronti dei palestinesi. A differenza di quest’ultima Corte, che è il tribunale dell’ONU per dirimere le controversie tra stati, la Corte penale internazionale non ha legami con le Nazioni Unite e si limita a giudicare singoli individui, e non stati. Oltretutto, non avendo Israele mai ratificato il trattato che istituì la Cpi e non riconoscendone dunque la giurisdizione, è probabile che l’azione legale di Cile e Messico risulti inefficace e non porti a effetti concreti.

(Alessandro Dowlatshahi)

Serena Basso e Alessandro Dowlatshahi


ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Il Giappone firma un accordo per l'acquisto di 400 missili Tomahawk. Il Giappone ha recentemente firmato un accordo con gli Stati Uniti per l'acquisto di 400 missili cruise Tomahawk. Questa azione si colloca in un più ampio piano di potenziamento militare in risposta alle crescenti minacce provenienti da Cina e Corea del Nord. Il governo ha dichiarato che il Giappone sta attualmente affrontando il contesto di sicurezza più minaccioso dalla Seconda guerra mondiale. Il primo ministro Fumio Kishida si è impegnato a raddoppiare la spesa annuale per la difesa a circa 68 miliardi di dollari entro il 2027, rendendo il Giappone il terzo paese per spese militari al mondo dopo Stati Uniti e Cina. Contestualmente le truppe giapponesi collaborano sempre più strettamente con gli Stati Uniti e altre nazioni amiche assumendo ruoli più offensivi.

Filippine e Canada firmano un accordo di cooperazione in materia di difesa. Le Filippine e il Canada hanno recentemente firmato un memorandum d'intesa sulla cooperazione in materia di difesa, un passo che potrebbe eventualmente condurre a un "Visiting Forces Agreement" (VFA), il cui contenuto non è ancora stato definito, secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa di Manila, Gilberto Teodoro. Un VFA esistente con gli Stati Uniti agevola la presenza di migliaia di truppe americane nelle Filippine per esercitazioni e manovre di guerra. Secondo il ministero della Difesa il memorandum apre la strada alla collaborazione tra le forze armate e le istituzioni militari di entrambi i paesi coprendo vari settori tra cui istruzione militare, condivisione di informazioni e gestione delle emergenze. La firma di questo memorandum segue quella di un accordo per l'utilizzo del sistema di rilevamento delle imbarcazioni “Dark Vessel Detection” (DVD), finalizzato a contrastare la pesca illegale.

La Cina avverte le Filippine di non "giocare con il fuoco". La Cina ha convocato l'ambasciatore delle Filippine e ha avvertito il Paese di "non giocare con il fuoco" dopo che il presidente Ferdinand Marcos Jr si è congratulato con il presidente eletto di Taiwan Lai Ching-te per la sua vittoria elettorale. "Le osservazioni del presidente Marcos costituiscono una grave violazione del principio di una sola Cina e una grave violazione degli impegni politici presi dalle Filippine nei confronti della Cina e una grave interferenza negli affari interni della Cina", ha detto la portavoce Mao Ning. Il ministero degli Esteri delle Filippine in una dichiarazione ha riaffermato la "politica di una sola Cina" del paese. Questo è l'ultimo episodio di una serie di scontri tra le Filippine e la Cina, che arrivano mentre Manila rafforza i legami con gli Stati Uniti.

Francesco Oppia


EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

UE, Parlamento Europeo chiede il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione chiedendo un cessate il fuoco permanente tra Israele e Hamas. Tuttavia, la richiesta è subordinata al rilascio degli ostaggi a Gaza e allo smantellamento di Hamas, condizioni ritenute “impossibili” da molti. La risoluzione, con 312 voti a favore, 131 contrari e 72 astenuti, riflette una divisione tra destra e sinistra, evidenziata soprattutto durante la votazione sull'emendamento cruciale. La risoluzione ha anche affrontato la situazione militare israeliana, promuovendo una soluzione a due Stati basata sui confini del 1967 e chiedendo sanzioni contro i coloni israeliani estremisti. Inoltre, la risoluzione sottolinea il sostegno dell'UE alle corti internazionali e la responsabilità degli atti terroristici secondo il diritto internazionale.

(Sofia Ena)

Regno Unito, approvato dal parlamento il Safety of Rwanda Bill. Nei giorni scorsi il Parlamento di Westminster, dopo lunghi dibattiti, ha approvato il Safety of Rwanda Bill. Si tratta della legge che prevede la deportazione degli immigrati illegali che arrivano sulle coste inglesi in Ruanda. La legge è stata approvata con 320 voti a favore e 276 contrari; si trattava di un voto molto importante per il governo di Sunak, visto che quella sul Ruanda è stata una delle principali proposte di legge del primo ministro, nonostante la norma sia considerata da molti inattuabile e sia già stata rinviata diverse volte. Il piano per trasferire i richiedenti asilo in Ruanda è infatti da molti ritenuto dispendioso, non efficace e non completamente compatibile con il diritto internazionale. Ora la legge dovrà passare al vaglio della Camera dei Lord, che potrebbe imporre emendamenti per rendere il testo compatibile con il diritto internazionale.

(Bianca Franzini)

Ursula von der Leyen a Davos, promuovere solidarietà e cooperazione globale, anche grazie all'Europa. Durante il suo discorso al World Economic Forum di Davos di quest'anno, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha sottolineato che "Questo è il momento di promuovere la collaborazione globale più che mai" e che "l'Europa è in una posizione unica per promuovere questa solidarietà e cooperazione globale". Riguardo l'affrontare dei rischi legati a disinformazione e intelligenza artificiale, la presidente dell'esecutivo comunitario ha sottolineato l'importanza della cooperazione tra governi ed imprese, visto che, dopo tutto, "condividono un interesse comune nel creare prosperità, ricchezza e sicurezza per le persone, creare un ambiente stabile per sbloccare l'innovazione e gli investimenti e creare pari opportunità e libertà". Il suo discorso ha inoltre sottolineato come questa collaborazione tra l'Unione Europea e le imprese abbia aiutato sulla scia dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. 

(Bianca Franzini)

Francia, massiccia protesta contro la nuova legge sull’immigrazione: Domenica 14 gennaio, a Parigi, migliaia di manifestanti hanno protestato contro la controversa legge sull'immigrazione recentemente approvata dal governo con il sostegno di legislatori di estrema destra. In risposta a una chiamata di oltre 400 associazioni, sindacati e partiti politici, i manifestanti si sono riuniti a Republic Square, marciando verso Clichy Square per esprimere il loro dissenso riguardo alla legge, approvata con il sostegno del partito di estrema destra National Rally. I critici affermano che la legge promuoverà la discriminazione contro gli stranieri, definendola "razzista". La protesta ha attirato partecipanti oltre agli immigrati, con la presenza di politici come i legislatori di France Unbowed. Hadrien Clouet ha criticato il governo di destra per allinearsi con l'estrema destra e attuare un programma "vergognoso". La legge, approvata il 19 dicembre, lega l'assistenza agli stranieri residenti a condizioni di lavoro specifiche.

(Francesca Pasqualino)

Bianca Franzini, Sofia Ena e Francesca Pasqualino

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Austria, mantiene una posizione di ostacolo all’ingresso completo di Bulgaria e Romani all’area Schengen: La Romania e la Bulgaria entreranno nell'area Schengen in modo parziale, con l'abolizione dei controlli di frontiera per i viaggi aerei e marittimi ma il mantenimento dei confini terrestri. L'Unione europea sottolinea la necessità di rafforzare la protezione delle frontiere esterne prima di concedere la piena adesione a Schengen a questi Paesi dell'Europa orientale. L'area Schengen comprende 27 Stati europei, esclusi Irlanda e Cipro. Mentre i controlli alle frontiere aeree e marittime di Romania e Bulgaria cesseranno a partire da aprile, i negoziati sulle frontiere terrestri proseguiranno nel 2024. L'Austria, esprimendo preoccupazioni per l'immigrazione irregolare, ha rappresentato un ostacolo fondamentale all'ingresso completo in Schengen di Romania e Bulgaria. L'Austria insiste sulla necessità di risolvere le questioni relative all'immigrazione irregolare alle frontiere esterne dell'UE prima di espandere la zona Schengen. Il governo austriaco, alle prese con un elevato numero di richieste di asilo, sottolinea la necessità di affrontare i problemi legati alla migrazione irregolare prima dell'espansione di Schengen. L'impegno di Bulgaria e Romania a rafforzare il controllo delle frontiere esterne con l'assistenza di Frontex e ad affrontare i "movimenti secondari" è in linea con le condizioni dell'Austria per l'inclusione in Schengen.

(Francesca Pasqualino)

Slovacchia, a rischio di sterzata nazionalista con Pellegrini come preferito: A seguito della conquista del governo, i nazionalisti di sinistra in Slovacchia mirano ora a un dominio istituzionale, puntando sulle elezioni presidenziali del 23 marzo. Con la partenza dell'incaricata, l'UE-friendly Zuzana Čaputová, i due partiti socialdemocratici al potere dopo le elezioni del 30 settembre puntano a sostenere un candidato comune, Peter Pellegrini, leader di Hlas-Sd e Presidente del Parlamento nazionale. La terza forza di maggioranza, il partito filo-russo di estrema destra, Partito Nazionale Slovacco, potrebbe allearsi in caso di ballottaggio il 6 aprile. Mentre la figura del presidente in Slovacchia è principalmente cerimoniale, detiene poteri cruciali durante un periodo di erosione prevista degli standard dello Stato di diritto. Pellegrini sembra favorito, con Ivan Korčok del Partito Progressista come sfidante credibile, sfruttando le proteste contro i piani di Fico di modificare il Codice Penale. Le preoccupazioni dell'opposizione si concentrano su potenziali indebolimenti del sistema giudiziario. La politica slovacca solleva domande sulla direzione del paese, con possibili implicazioni per le relazioni con l'UE e le politiche interne.

(Francesca Pasqualino)

Serbia, il Presidente del Parlamento annuncia la formazione di un nuovo governo. Il presidente del Parlamento serbo, Vladimir Orlić, ha annunciato la formazione di un nuovo parlamento nelle prossime settimane. Orlić ha affermato che la maggioranza del Partito Progressista Serbo (SNS) e del presidente Aleksandar Vučić formerà presto un nuovo governo, ma se ciò non accadrà, si terranno nuove elezioni per consentire al popolo di esprimere la propria opinione. Le elezioni del 17 dicembre, criticate per presunte frodi, hanno infatti generato richieste di riforme e indagini indipendenti. . La Commissione europea ha sottolineato l'importanza di riformare il sistema di voto come parte del percorso che la Serbia dovrà intraprendere per l’ingresso nell'UE e ha richiesto un'indagine indipendente sulle elezioni. Nel frattempo, la coalizione di opposizione "Serbia contro la violenza" ha programmato nuove proteste per il 16 gennaio, denunciando violenze, frodi elettorali e manipolazioni.

(Alessandro Alloro)

Paesi Baltici, concordata linea di difesa comune contro eventuali attacchi russi. Estonia, Lettonia e Lituania hanno trovato un’intesa per la realizzazione di una cosiddetta “linea baltica”, ovvero una difesa comune ai confini con la Russia e la Bielorussia. L’accordo deriva in seguito alle dichiarazioni del Presidente russo Vladimir Putin, il quale ha definito questi tre paesi come “una minaccia” per la sicurezza della Russia. L’iniziativa è stata accolta positivamente anche dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che si è trovato recentemente in tour nelle tre capitali baltiche. Il progetto è stato confermato anche dal ministro della Difesa estone Hanno Pevkur, il quale ha dichiarato: "La guerra della Russia in Ucraina ha dimostrato che, oltre alle apparecchiature, alle munizioni e alle risorse umane, sono necessarie anche installazioni difensive fisiche al confine". Secondo il ministro lettone Andris Spruds, la linea baltica servirà "per difendere il fianco orientale della Nato e negare la libertà di movimento ai nostri avversari".

(Alessandro Alloro)

Francesca Pasqualino e Alessandro Alloro


MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Israele, la matassa si aggroviglia: nonostante gli scontri violenti e la superiorità militare, le Forze di difesa israeliane iniziano ad incontrare notevoli difficoltà nell’avanzata verso la zona meridionale della Striscia. Nel mentre, monta la pressione internazionale sul governo di Tel Aviv, sia da parte occidentale sia da parte dei paesi del c.d “Sud Globale” che sono sempre più assertivi sostenitori della causa palestinese. Il governo di destra da parte sua non sembra preoccupato e iniziano ad incrinarsi i rapporti con Washington. Le fazioni più oltranziste vorrebbero l’espulsione dei palestinesi da Gaza e la completa annessione della West Bank. Lo stesso Bibi rifiuta la soluzione dei due stati. Ma i sondaggi e le proteste interne al Paese sembrano mettere in difficoltà il governo, che potrebbe addirittura pensare di aprire un secondo fronte contro Hezbollah in Libano anche con il fine di prolungare la guerra in modo da garantire la propria sopravvivenza politica. Scommessa che potrebbe anche rivelarsi fatale.

Iran, dalla pazienza strategica all’improvvisazione tattica: la repubblica islamica iraniana, nonostante la retorica infiammata, ha calibrato con estrema cura il proprio intervento in quello che sta diventando lentamente un conflitto regionale. Teheran è cosciente di non poter sostenere un conflitto diretto contro Israele e gli USA. Per questa ragione, la potenza persiana lascia che siano i propri proxies in Libano, Yemen e Siraq a bersagliare Israele o i suoi alleati nella regione. Ma con l’attentato dell’ISIS a Kerman, la dirigenza iraniana ha valutato necessaria una dimostrazione di forza, colpendo i curdi in Iraq, l’ISIS in Siria e un gruppo terrorista separatista nel vicino Pakistan, che ha risposto bombardando a sua volta un gruppo separatista della medesima etnia in Iran. La crisi con il Pakistan è rientrata velocemente, anche perché Teheran è cosciente di confrontarsi con una potenza nucleare. Nel mentre, proseguono e aumentano in efficace e audacia gli attacchi dei gruppi filo-iraniani contro le basi statunitensi nel Kurdistan iracheno.



Michele Magistretti 


TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Russia, grave incendio in un deposito di petrolio a Klintsy dopo l’abbattimento di un presunto drone ucraino. Venerdì scorso, un incendio ha colpito un deposito di petrolio vicino a Klintsy, nella regione orientale di Bryansk, coinvolgendo quattro cisterne. Le autorità locali hanno escluso la presenza di vittime e feriti, sottolineando gli sforzi dei vigili del fuoco per domare l'incendio, il quale ha costretto all’evacuazione di 30 residenti nell’area. Il Cremlino ha ricondotto le cause dell’incidente alla caduta di frammenti di un drone ucraino. Le autorità di Kiev non hanno rilasciato nessuna dichiarazione sull’accaduto.

Polonia, scontro tra governo e Corte costituzionale. Il governo polacco guidato da Donald Tusk ha annunciato che non osserverà la sentenza del tribunale costituzionale che dichiara illegittimo il processo di nomina dei nuovi dirigenti dei media statali. Il ministro della Cultura, Bartłomiej Sienkiewicz, sostiene che la sentenza sia priva di valore legale, accusando i giudici della Corte suprema polacca di essere "manovrati" dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS). L’amministrazione Tusk aveva licenziato i dirigenti dei media pubblici, provocando uno scontro con esponenti del PiS. La sentenza afferma che la norma usata per mettere in insolvenza i media pubblici è in conflitto con la costituzione polacca, rendendo la riforma del governo illegittima.

Davide Shahhosseini

Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Alessandro Alloro: Europa Centro-Orientale e Russia

Alessandro Dowlatshahi: America Latina

Alessia Boni: America Latina

Aurelia Puliafito: Africa Sub-Sahariana

Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Francesco Oppia: Asia ed Estremo Oriente

Francesca Pasqualino: Europa occidentale e Unione Europea, Europa Centro-Orientale e Russia

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Lorenzo Franceschetti: Diritti Umani

Lorenzo Graziani: America del Nord

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Serena Basso: America Latina

Sofia Ena: Europa occidentale e Unione Europea, Diritti Umani



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