Giornata internazionale dei migranti: un esempio di accoglienza africano

L’Uganda: paese leader nella promozione della coesistenza pacifica e dello stabilirsi dei rifugiati tra le comunità ospiti

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  Flora Stanziola
  16 dicembre 2022
  4 minuti, 40 secondi

Il contesto:

L’Uganda è un paese situato nell’Africa orientale dalle modeste dimensioni ma con forti disparità sociali che hanno caratterizzato il suo passato dall’indipendenza fino ai tempi più recenti.

Nel 1986, dopo anni passati tra violenza istituzionale e colpi di stato, Yoweri Museveni assunse il ruolo di Capo di Stato dell’Uganda, instaurando dapprima un regime monopartitico per poi indire nel 1996 le prime elezioni libere che, fino alle più recenti avvenute nel 2021, hanno da sempre visto la sua vittoria.Ciò rende il presidente ugandese il terzo presidente più longevo ancora in carica. 

Nel corso del suo mandato ha dovuto affrontare durante la sua presidenza, come l’insurrezione della Lord’s resistance Army di Joseph Kony che ha portato nel 1986 allo scoppio di una guerra civile durata oltre vent’anni nel Nord del paese. La ventennale insurrezione subita nella regione settentrionale del paese ha lasciato profonde cicatrici psicologiche e sociali sulla popolazione anche a seguito dello sfollamento interno di massa. Nel 2008, quando i paramilitari di Joseph Kony fuggirono nel vicino Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), l’elevato numero di sfollati interni alla regione fu aggravato dall’afflusso dei rifugiati da questi paesi e dall’estrema siccità che ha colpito la regione.

La politica di accoglienza dei rifugiati:

Storicamente l’Uganda ha sempre rappresentato un pilastro nell’accoglienza dei rifugiati, in particolare a partire dagli anni ’60 a causa delle guerre civili, violenze etniche e guerre d’indipendenza dei paesi vicini.

Negli anni a venire il numero di rifugiati è aumentato rendendo il paese il più grande ospite di rifugiati in Africa e terzo su scala mondiale preceduto da Turchia e Pakistan.

La ragione principale per cui un alto numero di rifugiati scelga l’Uganda come destinazione è dovuta alla politica d’accoglienza adottata dal governo a partire dal 2006. La politica di accoglienza dei rifugiati del paese è tra le più aperte al mondo, e gode di fama internazionale rendendo l’Uganda leader della promozione della coesistenza pacifica

I rifugiati hanno diritto di accedere a servizi essenziali, come istruzione e servizi sanitari, su base paritaria con la popolazione locale, di lavorare e intraprendere attività imprenditoriali e di spostarsi sul territorio nazionale stabilendosi tra le comunità ospiti. La politica di accoglienza ugandese ruota attorno ai refugee settlements strutturati come veri e propri villaggi, con mercati e servizi. Ai rifugiati viene concesso un appezzamento di terra a scopo abitativo e per l’avvio di attività agricole di sussistenza che, insieme agli aiuti alimentari, sopperiscono al fabbisogno alimentare di ogni famiglia.

In questo modo l’Uganda ha vissuto una sostanziale crescita economica e stabilità politica che ha permesso al presidente di far emergere il paese come un partner affidabile ai finanziatori internazionali. Grazie ad un’ulteriore legge approvata dal governo centrale, il 30% degli aiuti internazionali è stato destinato ai territori ospitanti favorendo quindi verso la creazione di infrastrutture sia per i rifugiati che per la popolazione locale. Ciò ha favorito un inserimento graduale dei profughi nella società. Inoltre, a seguito di un accordo con gli Stati Uniti, il governo di Yoweri Museveni ha dato la sua disponibilità nel fornire un rifugio seppur temporaneo anche ai profughi afghani in fuga dal proprio Paese.

Problematiche attuali:

Questo modello di accoglienza vincente è stato favorito dagli enti internazionali ma allo stesso tempo, il presidente Yoweri Museveni è stato accusato di aver strumentalizzato i profughi a favore di un consenso politico a livello internazionale che distogliesse l’attenzione dell’opinione pubblica dal suo crescente autoritarismo. A testimonianza di ciò, a partire dalle ultime elezioni nel gennaio 2021 si è assistito ad un deterioramento dei diritti umani nel paese, aggravato dalle limitazioni alla libertà di espressione, di movimento e di associazione nei confronti di attivisti, giornalisti ed esponenti politici.

Sicuramente la politica di accoglienza così come i 36 anni di presidenza del presidente hanno le loro luci e ombre ma resta un dato di fatto come sia un modello unico d’accoglienza che ha dato ad almeno 1,5 milioni di persone nuove possibilità, contribuendo allo stesso tempo ad un incremento economico a favore dello stato dell’Uganda che negli ultimi venti anni ha registrato livelli di crescita tra i più alti dei paesi africani, pur restando però un paese a basso reddito.

Gli importanti risultati raggiunti sono ora a rischio a causa della grave carenza di fondi per le operazioni dell'UNHCR nel paese. Secondo l’istituzione delle Nazioni Unite infatti, alla fine di agosto, aveva ricevuto soltanto il 38% dei 343,40 milioni di dollari di fondi richiesti per il 2022 previsti all’inizio dell’anno per rispondere alle necessità dei rifugiati in Uganda.

A causa della carenza di fondi e della riduzione degli interventi umanitari nella regione molti dei servizi essenziali di base stanno rischiando di essere preclusi alla popolazione, composta per la maggior parte da giovani al di sotto dei 15 anni. I bambini e le bambine rischiano di subire un’interruzione dell’istruzione scolastica, la quale aveva già subito una battuta d’arresto nei due anni di pandemia Covid e attualmente, invece, con la diffusione del virus dell'Ebola ha subito nuovamente una chiusura. 

La situazione igienico-sanitaria dei campi rifugiati, già considerata precaria sta ulteriormente mettendo a rischio i progressi fatti nella riduzione della mortalità materna e infantile, con un aumento della malnutrizione dei bambini.



Fonti consultate per il presente articolo:

https://www.amnesty.org/en/location/africa/east-africa-the-horn-and-great-lakes/uganda/

https://www.hrw.org/world-report/2022/country-chapters/uganda

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/lo-strano-caso-delluganda-dove-le-migrazioni-sono-una-risorsa-23492

https://www.lifegate.it/uganda-accoglienza-profughi-afgani

https://www.unhcr.org/it/notizie-storie/notizie/quasi-100-000-rifugiati-in-uganda-affrontano-unemergenza-silenziosa-con-enormi-necessita/

Fonte immagine:

https://pixabay.com/it/photos/uganda-striscione-bandiera-2696946/

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L'Autore

Flora Stanziola

Autrice da giugno 2022 per Mondo Internazionale Post. Originaria dell'Isola d'Ischia e appassionata di lingue e culture straniere ha conseguito nel 2018 il titolo di Dott.ssa in Discipline per la Mediazione linguistica e culturale. Dopo alcune esperienze all'estero e nel settore turistico, nel 2020 ha intrapreso la strada delle relazioni internazionali iscrivendosi al corso di laurea magistrale in Politiche per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo, appassionandosi alle tematiche relative alla tutela dei diritti umani. Recentemente ha concluso il suo percorso di studi con la tesi dal titolo: "L'Uganda contemporaneo: dalle violenze ai processi di sviluppo".

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